John's Children: Orgasm (1967)

orgasmSERIE: LA DISCOTECA DI JJ JOHN

Nel 1967 in piena “Swinging London”, i John’s Children furono  uno dei gruppi underground più irrequieti dell’epoca.
Nel senso che non passarono alla storia per essere un gruppo tecnicamente ineccepibile sia dal vivo che in studio (dove spesso furono sostituiti da turnisti più capaci), ma sicuramente per il loro comportamento imprevedibile, provocatorio e non di rado violento.
 

Si pensi solo che i mitici Who, di cui furono supporter, rischiarono spesso di non esibirsi per i disastri che la band combinava prima di loro.

La loro canzone più celebre, “Desdemona”, composta dal futuro leader dei T.Rex Marc Bolan che fece parte del gruppo per quattro mesi, venne censurata dalla BBC per oltraggio al pubblico pudore (“Lift up your skirt and fly”= “Alzati la gonna e vola”, diceva il testo) e non di rado le loro esibizioni venivano interrotte per “azioni inconsulte” quali prendere a catenate la chitarra elettrica o tranciarla con una motosega.

Nati come “The Silence” nella metà degli anni ’60 a Leatherhead nella contea del Surrey, i due fondatori Andy Allison (voce) e il batterista/chitarrista Chris Townson, trovarono presto nel batterista Chris Hewlett e nel chitarrista Geoff McLelland i compagni ideali per proseguire nel professionismo.
Dopo una stagione di concerti nei pubs dove il gruppo si fece le ossa dal vivo, fatale fu l’incontro con il manager Simon Napier Bell che intorno alla metà del ’66 trasformò la loro vita.
Innanzitutto li dotò di un nuovo nome, “John’s Children”, poi ne rinnovò il look vestendo i ragazzi completamente di bianco (cosa che diventò un marchio di fabbrica della band) e infine trovò loro un contratto per la EMI Columbia per un’accoppiata di 45 giri pubblicati tra il dicembre ’66 e il febbraio dell’anno successivo: “Smashed Blocked”, eccellente esempio di psichedelia inglese e “Just what you want-Just what you get” con tanto di Jeff Beck, ospite alla chitarra.
john's childrenD’accordo che in questi due dischi non suonarono sempre tutti i membri della band che, ripeto, non erano il massimo della tecnica, ma tra una censura e una rissa, il quartetto cominciò a farsi breccia nel variegato mondo dell'underground britannico.
 

Nel 1967, per stemperare la loro modestia tecnica, Napier Bell decise di inserire nel gruppo il già celebre ventenne chitarrista/compositore/fotomodello Marc Bolan che provvide tra maggio e ottobre a scrivere per la band i suoi singoli più famosi: il già citato “Desdemona” (con l’accento sulla “o”), “Midsummer night’s scene” e “Go Go Girl”.

L'ingresso di Marc però, non placò la carica eversiva del gruppo dal vivo, anzi, la portò al parossismo al punto di complessificare il live act con delle nuove trovate davvero inquietanti: lastre di metallo piazzate dietro gli amplificatori per aumentarne il feedback, reclutamento di gigantesche bodyguards sul palco e potenziamento dell’amplificazione a livelli tali che il P.A. del gruppo venne ritenuto uno tra più potenti del ’67.
Risultato: in aprile i John's Children vennero praticamente cacciati dalla tournèe tedesca con gli Who per i ripetuti rischi di ordine pubblico che provocava ai concerti e la loro prima data a Parigi come spalla dei Pretty Things venne anch’essa ricordata dallo stesso Allison come una “wild night”.
Forse pressato da tanta irrequietezza, a maggio Bolan lasciò i colleghi, convinto che una chitarra acustica e un paio di bongos fossero un’idea migliore per sopravvivere. Ci vide giusto.
Tempo un singolo nel luglio 1967, “Come and play with me in the garden”, un album a settembre, “Orgasm” (tanto per cambiare censurato in America per il titolo e per la copertina ritenuti immorali) e un ultimo 45 giri a dicembre (“It’s been a long time”) e sarebbe finita anche l’avventura dei John’s Children.
marc bolan john's childrenParlare oggi di questa band potrebbe avere poco senso per coloro che non si sono mai addentrati nei meandri della psichedelia inglese anni ’60, ma probabilmente anche per molti estimatori del Rock’n’Roll.

I John’s Children furono infatti un gruppo veramente oscuro e periferico, e ancora oggi li si cita solo per la presenza di Marc Bolan.

In realtà, quella band così coriacea lasciò un segno indelebile nella storia dell’underground.
Bolan a parte, il gruppo rappresentò non soltanto un faro nella cultura Mod più radicale, ma per atteggiamento ed espressività diverrà anche una delle icone indiscusse del futuro movimento Punk.
Nessuno come i “Figli di John” aveva mai osato tanto al punto di imbarazzare persino i trasgressivissimi Who.
Lo stesso Pete Townshend ricorda ancora oggi i loro show con una certa deferenza.
E scusate se è poco.

13 commenti :

Armando ha detto...

Mi hai incuriosito con questi cattivissimi ragazzi.
E la curiosità, tu m'insegni, è l'anticamera della conoscenza.
O quasi...

J.J. JOHN ha detto...

Beh, Armapo, cominciamo ad assumere conoscenza che non è poco.
Poi(forse), un giorno vedremo la luce come fanno i cavalli vincenti prima dell'affondo finale.

Intanto, sparati questo promo mega-psichedelico dei teppisti con tanto di Andy Allison che piange.

http://www.youtube.com/watch?v=4vDOY8Ga9wc

Abbraccio. John

marta ha detto...

John, hai dimenticato questo video che non c'entra un cazzo coi Johns children ma dove si vedono bene le Go Go Girls: i tuoi lettori sanno chie erano le go go girls vero?
marta

http://www.youtube.com/watch?v=XQZOc9lBBjM&NR=1

J.J. JOHN ha detto...

Si, come no!!!

UGO ha detto...

utilizzo questa scheda per dare una bruttissima notizia ossia ci ha lasciato il grande mitico DAVID BOWIE!di lui ho sempre amato il trasformismo non solo estetico ma specie artistico e ammetto che pur avendo gran parte della sua discografia(mi son fermato a LET'S DANCE del 1983) adoro la fase glam che va dal 71 al 74 poi tra soul bianco e la trilogia berlinese è stato tutto un seguire di dischi belli e difficili al tempo stesso.mi mancherai DAVID di cui proprio in questi giorni è uscito il suo nuovo album.............UGO

claudio65 ha detto...

Notizia terribile! Ci lascia uno dei più grandi di sempre. David Bowie ha portato qualcosa di veramente nuovo nel mondo del rock, mescolando semplicità e sperimentazione, eleganza e provocazione. I migliori se ne vanno sempre troppo presto.

aliante ha detto...

Il "Duca bianco" è diventato un angelo bianco
che vola nel cielo.

David Bowie RIP

ugo ha detto...

in risposta a CLAUDIO65 su ...i migliori se ne vanno sempre troppo presto e io aggiungo......mentre gli stronzi continuano(purtroppo) a campare e non schiattano mai!il mio riferimento è specie a certi politici che affollano il ns.parlamento ugo!

claudio65 ha detto...

Caro Ugo, parole sante le tue! Aggiungo: oltre a certi politici, certi boriosi capitani d'industria e pseudo-manager pieni di bancarotte (più o meno fraudolente) e buonuscite miliardarie. E, già che ci siamo, anche certi dinosauri del mondo televisivo e della canzonetta più scipita e melensa, che sembrano indistruttibili.

Anonimo ha detto...

Bellissimo il tuo omaggio a David Bowie! Grazie john!

ugo ha detto...

a peoposito del DUCA BIANCO quali sono i vs.dischi preferiti di lui? io vi elenco i miei primi 5 ossia:
1) ZIGGY STARDUST
2) ALADDIN SANE
3) HUNKY DORY
4) HEROES
5) LET'S DANCE
mentre gradirei ricevere un giudizio su tutti quelli che vanno dal 90 ad oggi di cui non conosco nulla ciao JOHN a te lo scettro ugo!

JJ ha detto...

1. Ziggy
2. Hunky
3. Aladdin
4. Heroes
5. Stage (live)
6. 1.Outside

MarioCX ha detto...

1. Heroes
2. Low
3. Hunky Dory
4. Ziggy
5. Pin-Ups

Ma non sono mai stato un grande fan di Bowie.
Mi piace il periodo berlinese più per Eno che per Il Duca.