Blues Right Off: Our Blues Bag (1970) - Un esemplare curioso.

Recentemente mi è capitata sott’occhio questa copia senza copertina di Our Blues Bag dei Blues Right Off, croce e delizia di tutti i collezionisti di pop italiano. 

blues right offPurtroppo, la label presentava scritte e vistosi segni di pennarello che deprezzano l'intero Lp, ma che, se osservate attentamente, spiegherebbero ulteriormente la sua difficile reperibilità.
Vediamo perché. 

1°) Innanzitutto sono stati cancellati tutti i riferimenti alla formazione originale dei Blues Right Off e dei suoi collaboratori: il nome della band, quello di Claes Cornelius che compose tutti i brani dell’album, e quello di Ermanno Velludo che fu l’allora tecnico del suono. 

2°) Compare poi una curiosa scritta in alto a destra del lato A, “BLUES SOCIETY, 1972”, con la sola data replicata sul lato opposto “1972”. 

A questo punto verrebbe da chiedersi come mai un simile cimelio sia stato sfigurato al punto di abbatterne il valore a poche centinaia di euro, se non meno. 
Io precisamente non lo so, e anzi spero che qualcuno dei diretti interessati si faccia vivo per spiegarcelo.
Ho però elaborato una mia versione che credo possa essere attendibile

Come noto i Blues Right Off si sciolsero nel 1970 dopo la pubblicazione del loro primo Lp. 
Sappiamo che Claes Cornelius se ne tornò in Danimarca nel 1974, ma soprattutto che il bassista Giancarlo Salvador confluì, guarda caso, proprio nei Blues Society del compianto Guido Toffoletti, bluesman già attivo sulla scena veneziana dai tempi del beat.

Potrebbe dunque starci che alcune copie del prezioso Our Blues Bag siano state utilizzate nel 1972 come demo dalla Blues Society? Che so, per presentarsi al gestore di un locale, a una radio, o comunque per fungere da biglietto da visita di una band che non aveva ancora inciso nulla, ed era probabilmente allo stato embrionale? 

Ciò spiegherebbe come mai sarebbero stati cancellati tutti i riferimenti agli Our Blues Bag, perché sarebbe sparita la copertina sulla quale ovviamente c’erano tutti i credits a loro relativi, e perché comparirebbe appunto la scritta "Blues Society".

Ora, quanti esemplari come questo abbiano subito la stessa sorte, non lo so. In ogni caso si tratterebbe di una quantità copie rovinate che avvalorerebbero ancora di più quelle sane, rimaste ormai davvero poche.
Chi sa qualcosa, si faccia avanti.

4 commenti :

Anonimo ha detto...

Ho trovato, un paio di anni fa, 2 copie immacolate del vinile dei Blues Right Off. Sfortunatamente solo il vinile, senza la cover.
I vinili erano conservati all'interno della busta di plastica semi circolare, di quelle che si usavano negli anni '60 per proteggerli. Le copie, nonostante i 45 anni di vita non avevano, a mio avviso, mai visto il giradischi ed erano rimaste su di uno scaffale per tutto questo tempo.
La mia opinione è che a suo tempo furono stampati più dischi che copertine.

Anonimo ha detto...

Il valore di una copia del genere quale potrebbe essere?
Pietro

JJ John ha detto...

Quella relativa all'articolo credo abbia più un valore storico che materiale. Penso intorno ai 150/200 euro.
Invece le copie NM del lettore anonimo potrebbero aggirarsi sugli 800 euro l'una. Dico "potrebbero" perché, trattandosi di un titolo raro, ma qui incompleto al 75% (mancano la tela, la litografia e la copertina), è più che mai soggetto a fluttuazioni anche importanti: sia al ribasso che al rialzo.

claudio65 ha detto...

Ragazzi, non so se c'entra qualcosa con il blogspot (anzi: di sicuro non c'entra nulla), ma desidero rivolgere un grandissimo applauso al mitico Chuck Berry. Giù il cappello di fronte ad uno che la storia del rock l'ha scritta in pagine formidabili e memorabili. Per me "Johnny B. Goode" è uno dei brani della "top-ten" del Rock di tutti i tempi, resta solo da vedere in che posizione collocarlo, ma non certo alla decima ... Ha dettato uno stile, è stato un punto di riferimento per generazioni di chitarristi rock. Uno dei grandissimi, per peso specifico, da collocare al fianco di Jimi Hendrix, John Lennon, Jim Morrison, Syd Barrett e Sid Vicious. Almeno: questo è quello che penso io.