Storia del Rock Progressivo italiano - 1970

Storia del Rock Progressivo Italiano
Novembte 1970: Nasce RE NUDO
1970: LA STAGIONE DELL'UNDERGROUND

Come abbiamo visto, il 1969 rappresentò per l’Italia un punto di non ritorno
Ma non solo per l’autunno caldo o per le bombe del 12 dicembre, quanto perché, da quell’anno in poi, per tutte le avanguardie, venne meno qualunque possibilità di sanare i conflitti in corso attraverso un’alternativa politica reale

Come sostenne anche Renato Curcio, fondatore delle Brigate Rosse, le bombe equivasero a “un atto di guerra contro le lotte e il movimento”, e infatti sin dai primi mesi del 1970, il problema principale del mondo operaio fu sia di fronteggiare quell’attacco, sia la conseguente ristrutturazione capitalistica all’interno delle fabbriche.

Ma se la linea di medizione gestita da partiti e sindacati ottenne in maggio la pur storica istituzione dello Statuto dei Lavoratori, per gli organismi di base restavano invece aperte le questioni strategiche e interpretative legate ai rapporti tra lavoro e lotta di classe: un dibattito complesso e non illustrabile in questa sede, ma che ebbe tra i suoi effetti immediati sia il rifiuto del lavoro, inteso come rinuncia del sé per asservire il capitale (e la cui pratica venne attuata in modo capillare sino alla metà del decennio), sia una graduale deriva delle frange più antisistemiche verso la lotta armata: dai Gap di Feltrinelli al CPM-Sinistra Proletaria, dai Marxisti-Leninisti alle Brigate Rosse che proprio nel 1970 iniziarono il loro percorso rivendicativo. 

Storia del Rock Progressivo Italiano
Nel contempo, sul fronte creativo-esistenziale - come dicevamo, avulso dalla politica e dalla lotta di classe, la crescente espansione e l’indomito attivismo dell’Underground iniziarono a spingere migliaia di giovani libertari alla ricerca di nuovi referenti culturali. Nel nostro caso: musicisti che superassero proposte ormai esaurite come quelle Beat-Freak-Psichedeliche, per tradurre in musica e parole i valori della nuova filosofia movimentista

1) Trasformazione della filosofia beat in pratiche innovativo-esistenzialiste.
2) Apoliticizzazione e rifiuto del radicalismo operaista.
3) Formazione di un'ampia rete contro-informativa imperniata soprattutto sull'editoria.
4) Critica e diffusione delle culture antagoniste nazionali ed internazionali.
5) Dibattito incentrato sull'uso cosciente del tempo libero.
6) Formazione di gruppi di discussione e confronto su tematiche sociali e personali.
7) Realizzazione di grandi momenti di ritrovo collettivo/spettacolare (Festival Pop).
8) Sostanziale perifericità urbana.

Parallelamente, il boom della controinformazione alternativa - detta anche Galassia Gutenberg - inondò l’Italia con pubblicazioni indipendenti e autoprodotte, le quali non solo fecero conoscere a una larga fetta di pubblico quei nomi ancora poco noti della musica internazionale, ma diedero soprattutto ampia visibilità al nostro Rock, occupandosi costantemente di quelle nuove realtà che emergevano ormai a ciclo continuo.
Per inciso, nel mese di novembre uscirà il numero zero di Re Nudo: la più importante rivista alternativa del decennio, e portavoce di tutte le incarnazioni del Movimento

Di rimbalzo, la stampa ufficiale e le case discografiche iniziarono anch’esse il loro processo di modernizzazione, e i Festival Pop, pur se ancora a gestione manageriale, si imposero definitivamente quale momento coagulante del pubblico più progressista. Di quest’anno, segnaliamo in particolare il Palermo Pop, e il primo Festival di Caracalla

Locali e balere invece, cominciarono ad ospitare, pur se con molta cautela, i nuovi gruppi che finalmente, iniziano a veicolare professionalmente le loro proposte. 

Storia del Rock Progressivo Italiano Il Prog, ad essere sinceri, faticava ancora ad affermarsi, messo alle corde dai rimasugli Beat, post-psichedelici e blues-rock ambasciati da formazioni quali i Circus 2000, Gleemen, Formula Tre, Il Mucchio, Blues Right Off, Underground Set, Fourth Sensation e Free Action Inc. Tuttavia, nelle cantine e nelle sale di incisione di qualche coraggiosa discografica come la Ariston, risuonava già una musica diversa e molto più ispirata ai King Crimson che non a Hendrix o ai Jefferson Airplane: spesso appannaggio di gruppi che non riuscirono mai ad emergere come i sanrenmesi Il Sistema o i fiorentini Noi Tre, ma anche di coloro che stavano già raccogliendo consensi nelle manifestazioni musicali di tutta Italia. 

Tra questi, segnaliamo in particolare i genovesi Nuova Idea, la cui Pitea: un uomo contro l’infinito - anche partecipante a “Un Disco per l’Estate” - fu uno dei primi singoli, se non proprio il primo, a matrice realmente progressiva; i torinesi Trip, il cui album eponimo era basicamente blues-rock ma venne etichettato come “musica impressionistica” per la sua originalità negli arrangiamenti e nelle parti vocali, e infine i napoletani Balletto di Bronzo che con Sirio 2222 licenziarono una delle prime mini-suites italiane. 

Caso a sè furono invece gli Alluminogeni: spesso osteggiati dal Movimento per la loro disarmante ingenuità politica, ma latori di un sound visionario e spaziale davvero unico nel panorama italiano. A testimoniarlo, i loro due primi singoli L’alba di Bremit e Dimensione prima, che ottennero un buon riscontro tanto in patria, quanto a Radio Montecarlo, alla TV Svizzera e a Tele Capodistria che dedicò loro persino uno special di Capodanno. 

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8 commenti :

Anonimo ha detto...

Infatti sono i Pholas Dactylus.. che sono anche molto meglio di QVL, Le Orme, PFM, Banco e Rovescio Della Medaglia (vedi quell'orrore di "Contaminazione"). L'originalità prima di tutto. Bisognerebbe mettere da parte i gruppi sputtanati a favore di quelli sconosciuti che hanno fatto cose molto più rare, spontanee ed originali come Paese Dei Balocchi, De De Lind, Picchio Dal Pozzo, Pholas Dactylus appunto.. e tirare fuori il meglio degli artisti citati. Perchè parlare di "Preludio Tema Variazioni e Canzona" e non di "Palepoli", che è IL Disco di musica Progressiva per eccellenza?
ABBASSO IL NEW PROG e LE SCOPIAZZATURE

Anonimo ha detto...

Che i pholas dactylus siano meglio del banco ho i miei dubbi e poi, come dice Jj, la spontaneità non è tutto.

Anonimo ha detto...

Ehilà.
Interessante post riassuntivo.
Qualche piccola osservazione:
- Banco dichiaratamente esterofilo? Non saprei, non mi pare. Io ricordo un'intervista a Gianni Nocenzi (o era Vittorio?) dove diceva: tutti davano per scontato che avessimo preso molto dai Gentle Giant, in realtà io non li avevo mai sentiti.
Sulla PFM invece d'accordo.
- Sulle Orme siamo alle solite: non sono d'accordo a prescindere con la tua visione, pazienza. Noto però che sta storia degli ELP andrebbe finalmente corretta: a parte la formazione triangolare, di Emerson e soci c'è veramente poco. Piuttosto citerei i Nice e i Quatermass (specie per "Collage").
- Balletto: personalmente è uno dei pochi dischi che ho assimilato subito, senza che poi mi venisse a noia come succede in certi casi. Amore al primo ascolto. Capolavoro assoluto, cinque stelle, masterpiece, o come ti pare :-)
- I Nuova Idea di "Mr E. Jones" li consideri così minori? Per me è un disco più che discreto, con l'hard rock coniugato a passaggi più elaborati e un pizzico di melodia. Ripensaci! "Nuda" idem con patate.
Per il resto vai con Dio...
Ciao caro, in attesa ovviamente di litigare sul post del '73 :-)

Anonimo ha detto...

Ciao Armapo. Guarda, i bigini mi sono serviti (e servono) più che altro a dare un idea dell'evoluzione storica e sociopolitica degli anni in cui il Prog emerse come realtà musicale in Italia. Per esempio, è molto importante ricordare la differenza tra underground e controcultura perché influì enormemente sulla musica.
Sul 1972 ti consiglio di leggere e ti prego di darmi una tua opinione, anche "1972: La stagione dell'Underground". Sul 73 poi, c'è il post omologo sulla Controcultura.

"Banco esterofilo", lo dicevano quelli di Stampa Alternativa. In effetti sarebbe meglio dire "a livello Europeo" anche se, credo, ci fossero delle assonanze forse più a livello "di sintesi" che come "esplicito riferimento ad un gruppo straniero".
Stesso discorso per le Orme. Io stesso non sono totalmente d'accordo sull'accostamento a ELP, ma questa fu la sentenza del Movimento di allora che li allontanò senza tanti complimenti dai circuiti alternativi. Se posso esprimermi francamente: … e fecero bene.
Se hai assimilato subito YS, posso consigliarti uno dei miei dischi preferiti: "The new village on the left" di Marcello Melis, Enrico Rava, Don Moye e il Gruppo Rubanu - jazz sperimentale anni '70 misto a litanie sarde - che un mio amico mi ha tirato in testa. Tu lo apprezzeresti moltissimo :-)))

Dei "Nuova Idea" amo Clowns.
Mr. E. Jones è bellissimo, ma risultò un tantino pomposo.
"Nuda" è splendido, ma non ebbe il giusto riconoscimento commerciale - gli altri di Bambi, vendettero, sic, ancora meno.
In ogni caso per buona parte di questi album c'è la monografia ed entro Natale dovrei riuscire a terminare il 1972.
Rock on! JJ

ravatto ha detto...

ciao JJ, a proposito di 1972 voglio chiederti cosa ne pensi dell'album "Metronomie" di Nino Ferrer. A me piace molto! Un saluto! gui

J.J. JOHN ha detto...

Ciao Gui. Sorry ma non mi sono mai concentrato molto su Ferrer. Prima o poi dovrò sopperire a quasta lacuna. Grazie Cmq della segnalazione.

ravatto ha detto...

Figurati! Forse è adddirittura del '71, piccolo errore! :D

ravatto ha detto...

Date un'occhiata qui:

http://www.rediscovery.it/


Molto interessante!