Osage Tribe: Arrow Head (1972)

Osage tribeFormato nel 1971 da Franco Battiato, il trio genovese degli "Osage Tribe" (dal nome di una tribù pellerossa delle Grandi Pianure) ebbeuna vita brevissima ma intensa e ricca di soddisfazioni.
Praticamente neonati, vennero introdotti dallo stesso Battiato alla discografica Bla Bla e riuscirono a piazzare il loro primo 45 giri "Un falco nel cielo" in Rai quale sigla della trasmissione televisiva "Chissà chi lo sa?".

Reduci dal successo ottenuto, ne stamparono anche una versione in inglese col titolo di "
Prehistoric Sound".

Pur essendo il singolo d'esordio piuttosto commerciale e di marcato stampo freak, il gruppo entrò a pieno diritto nell'area progressive facendosi notare con una nutrita serie di concerti dal vivo. 

In quell'ambito, non solo fecero emergere le loro autorevoli abilità tecniche, ma proposero un particolare sound estremamente duro e innovativo, che avrebbero trasferito l'anno successivo sul loro primo lavoro a 33 giri: "Arrow Head", ritenuto dal critico e collezionista Paolo Barotto "una pietra miliare del pop italiano".

In effetti Barotto non ha tutti i torti e anche se il disco parte in sordina con una canzone ("Hajehanhowa", scritta in collaborazione con Battiato) che sembra ricalcare le atmosfere di "Un falco nel cielo".
 
osage tribe un falco nel cielo
Tuttavia, già in quei primi nove minuti si possono ravvisare delle particolari novità inedite per l'Italia, quali un piccolo "rap" tribale inserito a mò di esorcismo all'interno del brano.
A questo punto l'ascoltatore attento ha già drizzato le orecchie.
Di fatto, i successivi 5 minuti di "Arrow Head" sono da far impallidire il Rovescio della Medaglia e la PFM messi insieme… e non è uno scherzo.

Accadde realmente che al concerto del gruppo al Teatro Massimo di Milano, diversi componenti della Premiata rimasero ammutoliti dalla potenza del terzetto.
La title-track dell'album è effettivamente un rock vulcanico senza sosta in cui i tre strumenti (chitarra basso e batteria) sembrano fondersi in un solo kernel potente e aggressivo, supportato da rari ma incisivi interventi di voce precisa e asciutta.
Raramente in Italia si era sentito un dinamismo del genere, coadiuvato da tanto stile.
E le sorprese non sono finite.

La terza traccia, l'articolatissima "Cerchio di luce" vede comparire, quasi come impiantati in un strampalata forma canzone, dei poderosi innesti jazz che fugano ogni dubbio sull'abilità del trio Genovese.
 
I passaggi del bassista Bob Callero si alternano tra swing, rock e assoli mozzafiato, la batteria di Nunzio "Cucciolo" Favia viaggia incessantemente tra accompagnamento e contrappunto melodico. Marco Zoccheddu, autore di tutte le canzoni, si destreggia qui con nonchalance tra piano e chitarra, dimostrando le sue eccellenti doti di polistrumentista.
Il tono del disco non cala minimamente in "Soffici bianchi veli" che parte in quarta a mò di Rock sincopato tra atmosfere Zeppeliniane e un bel po’ di Grand Funk Railroad, senza però mai perdere di vista quel gusto di trasgressione mediterranea che era tipico del miglior pop Italiano.

Chiude l'album l'eccellente "Orizzonti senza fine" in cui le citazioni Hendrixiane si innestano con grande gusto in una struttura articolata e mista che rende il brano molto difficile da ascoltare, ma assolutamente personale.
Caso a sé del panorama Italiano, gli Osage Tribe si riformarono per breve tempo dopo un primo scioglimento dovuto all'insuccesso commerciale dell'album.

Posta fine all'esperienza di gruppo, tutti i musicisti del trio furono giustamente convocati dalle più importanti formazioni Pop dell'epoca dove ebbero modo di pepetrare le loro qualità professionali: Nunzio Favia nei Trip e nei Dik Dik, Callero e Zoccheddu nel Duello Madre e infine il solo Callero nel Volo.
Pur nella sua scarsa conflittualità, "Arrow Head" è sicuramente uno dei migliori album del 1972.

25 commenti :

Giampaolo ha detto...

Ma Zoccheddu cosa fece dopo l'esperienza Duello Madre? Concerti?
Ciao!

J.J. JOHN ha detto...

Ciao Giampa. Non so molto su cosa abbia fatto il buon Zoccheddu dopo il Duello Madre. So che negli anni '80 ha fatto il turnista collaborando anche con Reverberi. Oggi è ancora attivo nei piano-bar dell'area Genovese.
Come puoi sentire dal juke box, gli Osage Tribe si sono ritrovati nel 2007, ma non so se nella formazione ci sia anche lui.

Anonimo ha detto...

ricordo benissimo "chissà chi lo sa" anche se ero abbastanza piccino, la sigla era caruccia, questo disco degli Osage c'è l' ho (in file mp3) fra le tante cose di Battiato che non ascolto mai.
isidax

Anonimo ha detto...

"Dio della vita dai luce alle menti, dai la pace, dai l'amore..." e forse questo il pezzo "rap" John? :-)

Comunque, ennesimo Capolavoro Italiano! Uno dei Dischi che mi hanno preso di piu'! Ottimi! Peccato che non siano andati avanti!

J.J. JOHN ha detto...

Si credo che sia quello... il "rap" ante litteram...
Forse non proprio "toastato" come farebbe un nero del Bronx, ma sufficientemente originale per essere segnalato :-)
-
Non credo che gli sarebbe convenuto proseguire come collettivo (non hanno venduto quasi nulla) e in fondo, credo che possano ritenersi soddisfatti delle loro successive carriere.
Abbraccio . JJ

giody54 ha detto...

Sicuramente 3 grandi strumentisti, i Cream italiani ,anche se il genere era un po diverso

Unknown ha detto...

Secondo me è un grande ALBUM, sicuramente tra i migliori della storia del Prog, ottiamente suonato e assai originale.
GRANDE DISCO peccato rimasto unico

DogmaX ha detto...

Ciao John, complimenti per questo bellissimo sito, ricco d'informazioni e dove ho scoperto gruppi davvero interessanti quali "Fabio Celi e gli Infermieri" e gli Jacula.

Però quella frase sui RDM (uno dei miei gruppi preferiti) m'è sembrata un po' azzardada... Arrow Head è davvero potenza allo stato puro, ma farebbe impallidire anche "Sodoma e Gomorra"? Dubito fortemente :)

JJ John ha detto...

Grazie Dogmax, super-gentile. Spero tu possa trovare ancora più informazioni andando avanti con la navigazione. Che so, se ti piace RDM potresti approfondire "I Teoremi" ad esempio...

Oddio, chiedo venia sulla frase, ma li' dipende forse dai dettagli.
Quel frammento di Arrow Head gli era proprio riuscito bene.

DogmaX ha detto...

Si i Teoremi li ho ascoltati, ma non mi hanno colpito tantissimo... mentre mi hanno colpito molto gli RRR e i Panna Fredda.

Anonimo ha detto...

A me fa pensare la frase "pur nella sua scarsa conflittualità". I testi, effettivamente, mi sembrano tardo hippy, e già questo mi impedisce di apprezzare appieno l'album. Musicalmente, pur nella sua innegabile potenza e aggressività, non riesce a colpirmi, lo trovo poco originale. Non riesco a staccarmi dall'idea che l'Hard Rock fosse proprietà esclusiva dei musicisti d'oltremanica, semplicemente più bravi e ispirati dei nostri.

Pietro

Anonimo ha detto...

Concordo con te Pietro,i testi(e non solo) sono molto vicini alle tematiche hippy ma una velata spia di questa tendenza è ravvisabile anche nel nome stesso della band(se non addirittura nella colorata copertina),che riprendendo il nome della tribù Osage cerca di contrapporre alla corruzione della società il ritorno alla genuinità,la ricerca del vero valore delle cose e il rispetto per la natura tipici delle tribù pellerossa e del movimento hippy.Nonostante ciò non posso che apprezzare questo disco;pensa che un mio amico e collezionista olandese lo reputa addirittura uno tra i migliori 10 dischi prog europei!

A proposito John:confermi la quotazione del borsino dopo la convention di Milano?

Fabio

Anonimo ha detto...

Fabio, ti dirò, forse lo stile "mistico" degli Osage tribe mi va stretto perché avrei preferito qualcosa di più pragmatico. Senza dubbio i valori che il gruppo teneva a comunicare sono di carattere atemporale...ma credo che in quel preciso periodo storico si avesse l'esigenza di trattare temi più specifici e particolari. O magari sbaglio, ma è una mia sensazione.
Comunque posso anche comprendere il punto di vista del tuo amico. Perché io stesso considero Arrow head un album suonato magistralmente, con una forza incredibile...l'ascoltatore non ha un attimo di tregua! Nulla da eccepire. Ma, almeno secondo me, non riesce a imporsi, a scomodare i grandi nomi del Rock internazionale. Obiettivo che invece altri nomi del Prog italiano possono vantarsi di aver raggiunto.

Pietro

Anonimo ha detto...

Mah,non so,forse a guidare il mio amico nella sua valutazione è il tipico ''fascino dello straniero''...giudicarlo tra i 10 migliori lp prog d'europa è obiettivamente eccessivo e chi conosce i titoli inglesi di Vertigo,Deram o Fontana non dovrebbe fare fatica ad ammetterlo;però la sua opinione mi aveva lasciato sorpreso essendo lui un gran conoscitore di psichedelia e prog.Comunque concordo sul fatto che altri gruppi italiani abbiano raggiunto risultati migliori e più in linea con il prog d'oltremanica.Forse avrebbero avuto bisogno di più tempo o forse...meglio così,dopotutto,nella sua peculiarità,si tratta di un gioiellino del prog nostrano.
Saluti,Fabio

J.J. JOHN ha detto...

Osage Tribe sta avendo delle fluttuazioni imbarazzanti: in luglio e andato via a 525 eur in condizioni G che vorrebbe dire 1750 circa da Mint. In aprile a 388 EX-.
In agosto si dice fosse stato venduto per 2430.

Sulla convention non mi sbilancio perchè ho visto prezzi troppo inverosimili. Ho visto comunque due o tre copie di Osage e due miliardi di esemplari di Fabio Celi.

Per Osage, personalmente, 800/900 VG++ sarebbe più che abbastanza.
Comunque chiederò lumi e aggionerò il borsino.

Anonimo ha detto...

Beh,quella di aprile mi pare più che altro un'asta truffa:
la foto e la descrizione del titolo sono uguali a quelle dell'esemplare da 2430!E poi obiettivamente se qualcuno lo vendesse a 388 euro glieli pagherei immediatamente senza pensarci un attimo :)
A parte gli scherzi,volevo solo saperlo perchè è un disco che mi ha sempre affascinato e l'avevo visto in una posizione molto alta nel borsino al di sopra di dischi forse un pò più rari come capitolo 6 o teoremi.
Saluti,Fabio

J.J. JOHN ha detto...

Guarda Fabio,
non so davvero che dirti.
Alla convention ho visto anche in vendita Capitolo 6 ma più o meno al suo prezzo. Osage invece mi sembra si stia svalutando anche sul mercato internazionale.
Di fatto, in Aprile lo si poteva veramente comprare a a 388 EX.
E' perplimente, sono d'accordo ma non so che farci.

I Teoremi, dici? Frequenta le convention e li trovi. Li paghi, ma li trovi.
Ormai i dischi davvero "rari" sono pochissimi.

Anonimo ha detto...

Intendi dire che ormai i dischi veramente rari possono essere considerati solo la prima decina del borsino?
Purtroppo non avendo possibilità di spendere molto mi accontento di ristampe cd o al massimo di qualche originale,e quindi delle convention e dei prezzi che lì girano non ne so molto...ero interessato nello specifico a Osage perchè un mio ''pallino'' sarebbe quello di provare ad avere almeno gli lp originali dei gruppi prog di Genova,la mia città.Ma l'ultima(e l'unica...)volta che ho provato a chiedere di una copia di Osage la risposta è stata ''non meno di 1500'' al che ho gentilmente ringraziato rimandando al futuro l'acquisto.
Fabio

J.J. JOHN ha detto...

Dunque, borsino a parte, io oggi intendo per dischi davvero "rari", non tanto quelli che "costano" ma che ogni tanto si vedono, quanto semmai quelli che non si vedono affatto.

Alcuni esempi:
Analogy è rarissimo, specie col poster. Eppure è già due volte di fila che io lo vedo in vendita alle convention. OK, costa 4 teste, ma almeno è lì. E' tangibile. Lo puoi vedere!

Ma per esempio, un titolo come Samadhi che io ad esempio do a 1.500 M/M: chi lo ha mai visto?
Non parliamo poi di Richard Last Group o di Our Blues Bag nella tela di iuta perchè allora andiamo nella stratosfera.

Ancora: si dice che Le Stelle di Schifano valga più in vinile rosso. Eppure chissà perchè io continuo a vedere in giro tonellate di vinili rossi e di neri ne ho visti pochissimi.
Ecco perchè avviso sempre i lettori di prendere il borsino con le pinze.

Anonimo ha detto...

Si,capisco perfettamente cosa intendi.La mia opinione è che i dischi dovrebbero essere ritenuti più o meno rari in relazione al numero di copie stampate perchè questo se vogliamo è l'unico parametro ''oggettivo'' per stabilirne la rarità.Invece a me pare che certi dischi vengano ipervalutati o che comunque godano di una certa ''immunità'' nella valutazione(esempio su tutti ''Ad gloriam'' che,anche io che non sono un collezionista, avrò visto venti volte all'asta su ebay).In base al numero di stampe Analogy dovrebbe valere meno di Seconda genesi ed essere paragonabile a che so,Errata Corrige o Apoteosi...eppure nessuno spenderebbe 4000€ per uno degli ultimi due!
Suggestioni del mercato?A te l'ardua sentenza...
Ciao!

J.J. JOHN ha detto...

Il numero delle copia stampate non è l'unico parametro. Ci sono altre variabili più determinanti che purtroppo ora non ho tempo di elencare, ma ricordami tra qualche giorno di farlo. Semmai se ne può fare anche un post ma ora... sono un po' malpreso.
Cmq tra Errata e Apoteosi c'è un abisso a livello di visibilità.

Anonimo ha detto...

Figurati John,nessun problema,le mie sono solo curiosità e per giunta prive di un fine pratico.Comunque quando hai tempo una bella illuminazione sul discorso non sarebbe male!
Saluti!
Fabio

ugo ha detto...

grandissimo disco un hard-rock però diverso dai vari R.D.M. O TEOREMI O ATALNTIDE.qui si vede una tecnica e una preparazione notevole chitarra-basso-batteria all'unisono!
peccato che siano durati il tempo di solo questo disco il solito ugo

Anonimo ha detto...

Album magnifico. Ma quanto cappero è bella "Hajenhanhowa"?? Quanti ricordi.

Anonimo ha detto...

Bel disco, trascinante, potente e nel contempo stilisticamente elegante e godibile !

Bella e particolare la copertina .

Michele D'Alvano