If: Morpho Nestira (2008)

C'è un qualcosa che il prog anni '70 ci ha lasciato in consegna e che va preservato ad ogni costo.

Si tratta di quel desiderio di contaminazione totale tra stili, la perdita del pudore nel compromettersi, la sua inoppugnabile spavalderia nel concretare le proprie disinibizioni, l'essere "unici nel creare" al di là dei ritmi, dei luoghi e dei riferimenti musicali.

Si tratta di elementi sparsi che, a distanza di oltre 30 anni dalla fine di quel genere musicale, non è facile riprendere e ricomporre in un solo lavoro. Tra l'altro, quando ciò accade, non è neppure semplice farsi accettare da quegli attori sociali che il Prog l'hanno vissuto in prima persona e che dunque, sono più esposti a preconcetti, purismi e nostalgie.

Ma le generazioni cambiano e i referenti anche. Quindi a volte, occorre considerare Prog anche ciò che oggi è venato di modernità o da contaminazioni recenti anche perché, al di là dei gusti, esso "provoca" e "osa", esattamente come il suo antenato degli anni '70.


In questo senso, l'ultimo lavoro degli "IF" - quintetto transnazionale prodotto da Dario Lastella - intitolato "Morpho Nestira" sorprende perché sembra essere allo stesso tempo la conferma e la negazione di un passato mai dimenticato e di un futuro che si sta svelando.

Di fatto, la sua ricchezza sonora è direttamente proporzionale alla varietà dei luoghi d'origine dei diversi musicisti (Firenze, Taranto, Petacciato, Milano, Arenys de Munt): un istronico crossover metabolizzato fino all'ultima nota che abbraccia senza malizia gli U2 e i Rem, la migliore West Coast venata di Psichedelia e i Cure intrisi di maliziose spennellate Jazz.


Grazie a un sapiente mixdown, gli "If" restituiscono in questo Cd una grande quantità di informazioni che si pone allo stesso tempo in contrasto ed in sintonia con lo stesso concetto dell'album:

"la modernità può produrre non solo la perfezione, ma anche anomalie e mutazioni".

Naturalmente, aggiungo io, "sta solo a noi come utilizzarla".


Ed è proprio la molteplicità di utilizzi proposta nei 12 brani di "Morpho Nestira", a rendere questo lavoro godibile e affascinante allo stesso tempo. Ci si può immergere nelle note di un rock'n'roll o di una bossa nova, sorridere alle numerose ironizzazioni presenti nel disco, apprezzarne la complessità strumentale o più semplicemente, lasciarsi guidare dal suo gioioso mare timbrico: un percorso sonoro dinamico che non vincolerà mai l'ascoltatore per lungo tempo ad un solo luogo ma, come la farfalla citata nel titolo, ne farà costantemente fluttuare l'immaginazione da un ciclo all'altro della nostra storia musicale.

"You need" ad esempio, ci introduce furbescamente all'ascolto con un rock'n'roll classico e ben calibrato che sfocia senza soluzione di continuità in un vero gioiello Prog-Fusion che è la prima parte della title-track. Sostanzialmente acustica con innesti di chitarra elettrica di scuola pre-progressiva (= Canterbury style"), "Morpho Nestira part 1" è la porta d'accesso alla contaminazione pura che da qui in poi, viene abbandonata solo raramente.

Sempre senza intervalli (le giunzioni tra i vari brani vengono affidate a soluzioni rumoristiche), la mescola degli ingredienti si fa sempre più accentuata: dai Pink Floyd all'Hard Rock di "Ten Years Old" al quasi-Punk di "Background Noise", dall'intrigante ballata stile anni '80 "Thirsty" a "Learning to communicate", canzone che slitta da una seducente intro acustica ad ambienti più duri per rincasare dolcemente nell'intima "Unknown Eyes".

I Cure poi, sono il riferimento più evidente di "Poison", Roger Waters quello di "Naked" e via scivolando verso la conclusione dei quasi 60 minuti di questo CD a cui non si può che augurare un gran bene: vendite, riconoscimenti e un sempre più alto interesse a questa formazione.

Essendo costretto, oserei suggerire l'uso di un timbro vocale meno graffiante che risulterebbe più adeguato all'intimismo di certi brani e, sicuramente, una maggiore sintesi scremando o sintetizzando certe parti per far durare tutto il lavoro almeno 15 minuti in meno.

Che non si rinunci dunque ad assaporare le moderne reminescenze di questo disco.

Catturatele anche voi con la stessa forza della passione con cui gli IF, ancora oggi, ce le restituiscono con l'intensità della loro passione e soprattutto, con il dovuto rispetto.

IF Home Page

19 commenti :

V I K K ha detto...

Vedi John, la recensione suona interessante (i riferimenti a REM e Cure incuriosiscono in un suono orientato al prog), ma "a pelle", cioè dalla copertina per me questo disco è inavvicinabile.

L'artwork, non disprezzabile per carità, è figlio e schiavo di quell'immaginario prog che non rientra nelle mie corde.

Lo so, non si giudica un disco dalla copertina, ma diciamoci la verità tutti noi approcciano inizialmente una ragazza (o un ragazzo) solo perchè ha un aspetto attraente

Anonimo ha detto...

Appena letto il titolo pensavo fosse un nuovo album della band jazz rock 70, poi però mi son subito ricordato che la mia ignoranza sulla scena attuale è immensa. Non lo so onestamente se un giorno prenderò la decisione di colmare questa carenza, ma sempre dopo aver scritto il mio libro sul kraut 70s ovviamente.

Andy

Anonimo ha detto...

Grazie mille John per la recensione.
L'ho riportata sul nostro sito e ho aggiunto tutti i link pertinenti!

Grazie anche a tutti coloro che incuriositi dalla scheda di John avranno la bontà di interessarsi alla nostra musica.

Per Vikk. Innanzi tutto ti faccio i complimenti per il tuo Orrore a 33 Giri... in fondo conosco il blog di John grazie a te, in quanto tuo lettore affezionato.
L'artwork è un quadro che un amico ci ha donato e che aveva a che fare lontanamente con il concept... tuttavia musicalmente siamo lontani dall'immaginario prog di cui (immagino) parli.

Alla fine i proggers puri e duri ci evitano perché siamo troppo crossover e i non-progger perché siamo troppo prog... che sfiga! :-D

Cmq se ti va puoi ascoltare qualcosa in streaming sul nostro sito e mi farai sapere.

Un saluto a tutti.

Anonimo ha detto...

Ciao John, sono Claudio, il tasterista della band. Intanto grazie mille davvero per le tue parole...mi hanno colpito molto. Al di là del mio particolare interesse, ti ringrazio per aver dato voce a sensazioni che io stesso ho provato nell'ascoltare il disco con parole che non ero riuscito a trovare. Sarei veramente curioso di un tuo piccolo commento anche sul brano Morphonestira Pt.2. Saluti.

Anonimo ha detto...

Caro VIKK, come ha suggerito DARIO (diretto responsabile del gruppo), questo lavoro degli IF trascende molto al di là della copertina, che quindi spero non inibisca nessuno.

ANDY, neppure io conoscevo IF ma siamo diventati amici tramite Classic Rock e devo dire che sono contento di avere avuto questa opportunità di recensirli. Mi piacciono molte cose di loro e mi hanno aperto lo sguardo: nella loro musica ci sono citazioni che mi hanno divertito, coinvolto e però, ahimè, fatto sentire anche un pò "vecchio" per via della loro modernità.

CLAUDIO, le parole sono il mio mestiere ma credimi, sono mosse da sentimenti sinceri.
A volte vengo odiato anche per questo, ma in misura davvero trascurabile.
Mi riprometto di riascoltare "Morphonestira parte 2" con particolare attenzione e ti saprò dire.

V I K K ha detto...

John/Dario,

sono convinto che il lavoro trascende molto dalla copertina, anzi come ho detto ci sono riferimenti che mi stuzzicano non poco, ma io sono molto... diiamo "visuale" e fermamente convinto che suono, look e artwork devono essere allineati.
Per fare un esempio di cosa intendo dire basta prendere gli SS Sputnik di "Flaunt It" dove questi 3 elementi sono perfettamente allineati; leggendo la recensione e guardando la copertina non posso dire la stessa cosa, vedrò di asoltare i brani in streming e vi dirò ;)

J.J. JOHN ha detto...

Che dire, brother Vikk, hai ragione e la cosa migliore a cui si voleva arrivare con questa scheda è proprio stuzzicare i lettori all'ascolto.
A presto dunque.

Anonimo ha detto...

mi piace molto la grafica della "pochette" , lo so sono in fine dei conti piuttosto superficiale :-)

J.J. JOHN ha detto...

DIZ, mi sa che sei un'inguaribile romantica, come diceva il poeta...
-
Caro CLAUDIO, ho riascoltato più volte la parte 2 di Morpho Nestira che ho ingiustamente snobbato nella scheda per motivi di sintesi ma non di qualità. La trovo bella, ispirata (specie per quanto riguarda la tua meravigliosa parte iniziale) e solidissima nei suoi tre movimenti. Forse un pò lunga nel secondo -quello rock- ma comunque autorevole ambasciatrice della vostra genialità compositiva.

A mio avviso, dovreste proprio proseguire su questa strada (cioè su quei 10 minuti totali di Morpho Nestira 1 e 2)concentrando le vostre potenzialità solo su quel sound e senza tante altre digressioni. In questo senso per esempio,ho trovato trovo furbo ma inutile il primo brano del disco.

Questo comunque per dotarvi di una collocazione meno "ondivaga" come faceva notare Claudio, che poi potrebbe dar luogo ad una pericolosa indefinizione artistica e commerciale.

In questo senso, le immagini crossover che spesso utilizzate, potrebbero essere inserite in una suite di ampio respiro che sono sicuro vi verebbe benissimo. Una quarantina di minuti, però, non di più.
Se poi qualcuno dirà che è un concetto superato, chi se ne frega: quello è il vostro stile ed avete le potenzialità e i referenti per rendelo moderno, personale e credibile.

Ti prego, prendi questa mia come un commento personale di un incompetente o quasi sulle nuove tendenze musicali, ma detto con tutta la sincerità che può avere un amico ed un serio osservatore di un certo genere musicale.
Una proposta, insomma.

E se qualcuno mi dice che sono vecchio, probabilmente non sa che ho due palle così.
Ci risentiamo presto.
Un abbraccio. John

Anonimo ha detto...

sapevo di essere anarchica ma romantica no, grazie per l'info ! :-)

Anonimo ha detto...

Ma figurati, con quello sguardo che hai?. Allora diremo a Vasco Rossi che ha sbagliato tutto.
Mi piacerebbe anzi sapere, secondo te, quali sono le cinque più belle canzoni anarchiche che ami.
Come acclarato, ormai il morbo di Nick Hornby mi ha completamente assalito e contagiato.

Anonimo ha detto...

ho uno sguardo :-) molto diretto sul passato tra Brassens e Ferré, a volte anche Zebda mi sa di anarchismo simpatico poi ce ne sono altri come les tetes raides (conosci)...e poi e poi non si finisce...

la mia preferita è ovviamente Les anarchistes, ma anche il Gorilla non è male...

Anonimo ha detto...

Grazie John, sono lusingato dai tuoi complimenti. Trovo poi molto interessante l'analisi sulla natura "ondivaga" (era stato Dario a parlarne e non io) della nostra produzione...in un certo senso hai colto nel segno e noto con piacere mi hai dato un ulteriore spunto su cui riflettere riguardo al nostro sound ed alla nostra "identità" di genere...anche se non ti nascondo che ho un certo debole per le tentazioni del rock-sound come quello del primo pezzo. Ad ogni modo grazie davvero.

Anonimo ha detto...

Ciao John. Ti lascio solo un'altra chiave di lettura per cui, almeno nelle mie intenzioni, "You need" (il primo brano) è funzionale al concept: il brano è una sorta di nostra versione di "Welcome to the Machine" o "Have a Cigar" dei Floyd, un benvenuto al "Western lifestyle" che aveva bisogno di un rock "americano" classico (io lo vedo come parodia...), che di passo voleva essere anche uno strizzare l'occhio all'ascoltatore più mainstream (furbata che prontamente hai colto ;-)).
Non so se hai notato una sorta di messaggio cifrato che ho messo nel primo riff di chitarra: cito un paio di accordi (e lo stile) di "Smells like Teen Spirit" sei Nirvana...
Non ho mai amato molto Cobain e la sua musica, ma la sua vicenda è per me paradigmatica del "realizzeremo il tuo sogno, ma noi ti diremo qual è il tuo sogno!".
E lui, ricco e famoso (che musicista in cuor suo non aspira a ciò!), era comunque vuoto dentro e decise di terminare tragicamente la sua esistenza... Per me in un certo senso è uno delle vittime più simboliche della Macchina.

Grazie per i preziosi consigli John, chissà se in futuro avrò l'ispirazione necessaria per una sfida tanto ambiziosa come quella che ci proponi.

Un abbraccio.

Anonimo ha detto...

CLAUDIO per carità, "ondivaga" nel migliore dei sensi. "Estensiva" o "più definita" sarebbe forse meglio... ogni tanto non mi vengono proprio i vocaboli giusti.
Poi, comunque i miei consigli sono spunti discutibili e del tutto personali, ça va sans dire.

Per quanto riguarda l'attacco, ammetto di non aver carpito il messaggio "subliminale" , ma come vedi DARIO, ho colto per lo meno il ruolo ironico del brano.
Rock on.

DIZ grazie, immaginavo fossero quelli i referenti. "Il bombarolo" di Fabrizio e "La locomotiva" di Guccini le conosci vero? JJ

Anonimo ha detto...

JJ, oggi ho postato Serge Reggiani...conosci?

J.J. JOHN ha detto...

No, quasi solo di nome. Il pezzo è molto bello comunque. Chissà quanto Ivan Graziani si è ispirato a Reggiani.

Anonimo ha detto...

A me piace quando i figli d'immigrati danno lezione di lingua ai nativi...sostiene la mia teoria dell'importanza di mischiare le culture per tirarne fuori il migliore...

Anonimo ha detto...

..tutti fanno la pizza in italia...e ci sono pizze che sono più buone di quelle fatte a Napoli...questo per dire che il cd mi piace...ma ha troppe "stagioni"...ci sono canzoni che mi piacciono molto e io...avrei preso quel "gusto" o "stile" e lì mi sarei concentrato...parlo delle "influenze" prog...(opinione personale)....ma il tutto si ascolta perchè è suonato bene da bravi musicisti...e le canzoni ti entrano nelle orecchie passano dalla mente e vanno al cuore di chi gli anni 70 non li dimentica...sigh