Laibach: Rekapitulacija 1980-1984
Storia di un gruppo controcorrente.
SERIE: I PREFERITI DI JJ JOHN
I Laibach si costituiscono ufficialmente a Trbovlje - una città mineraria della Slovenia - il primo luglio del 1980 e sin dai primi mesi di attività, dimostrano di essere una band piuttosto fuori dal comune.
Questo non soltanto per via del look greve e marziale, ma per tutta una serie di provocazioni che, soprattutto nei primi dieci anni di carriera, desteranno non pochi fraintendimenti sia all’estero, sia soprattutto in patria.
Si pensi che persino la loro ostica – ma onestissima - intervista televisiva del 23/6/1983 al giornalista sloveno Jure Pengov, nella quale dichiararono molto chiaramente i propri intenti artistici, venne ricambiata dal governo col divieto assoluto di esibirsi o di pubblicare dischi col loro nome. I Laibach, insomma, sono stati per molto tempo un gruppo fantasma.
Ma, al di là del look e del linguaggio, cosa faceva realmente paura dei Laibach?
Il kernel della questione era sicuramente la loro filosofia di base che, a partire da una posizione totalmente apolitica, tendeva a sovvertire totalmente i rapporti tra immagine e concettualità.
Appoggiandosi sulle teorie dello psicanalista sloveno Slavoj Žižek (già allievo di Jacques Lacan), il gruppo rappresentava i conflitti dei sistemi sociali e gli orrori dei regimi totalitaristi non attraverso la critica, bensì esasperandone formalmente le contraddizioni.
In questo senso, memorabile fu un loro happening nei primi anni ’90 allo stadio di Belgrado quando, in pieno clima di accesi regionalismi dovuti alla disgregazione dello stato Jugoslavo, tennero senza alcuna traccia di ironia un discorso ultra-nazionalista in lingua Serba, accostandolo alle immagini delle atrocità naziste.
Un misto di “visualità e di ideologia virtuale” dunque, che cozzava duramente non solo contro ogni forma di potere, ma che era soprattutto avulso dai nuovi sistemi della comunicazione anni ottanta, fondati sulla celebrazione estetico-formale del consenso e della positività.
“Noi siamo la prima generazione televisiva e figli delle possibilità”, ebbero a dire.
“Noi siamo lo spirito nero del mondo”.
Al di là delle mistificazioni e dei malintesi, certo è che i primi anni della band furono realmente sofferti.
La loro prima rappresentazione del 1980 “Rdeci revirij” (=”sobborghi rossi”) fu stroncata sul nascere sia dalla polizia sia dagli operai comunisti di Trbovlje che non ne capirono il senso.
Allo stesso modo, non venne accolta amichevolmente neppure la tournèe jugoslava del 1982.
Il loro primo cantante Tomaž Hostnik si suicidò il 21 dicembre 1982 lasciando il posto a Milan Fras che lo occupa tuttora.
Come accennato, la suddetta apparizione televisiva a TV Tednik fu ancor meno gradita e per diversi anni, il quartetto Sloveno dovette ricorrere più volte a “escamotages” o all’appoggio estero.
Per tutto il 1983 gireranno l’Europa con gli Inglesi “Last Few days” con l’ “Occupied Europe Tour ‘83”.
Nel 1984 terranno un concerto a Ljubljana ma senza mai dichiarare il proprio nome a causa della censura (il manifesto era costituito da una sola croce nera: la “MB 84 Memorandum”).
Il 27.4.1985 pubblicano, sempre in forma anonima, il loro primo album per l’etichetta slovena “Ropot” a cui seguiranno nel 1985 l’Lp "Rekapitulacija 1980-1984" per la discografica amburghese “ Walter Ulbricht Schallfolien” e nel 1986 “Nova Akropola”, per la britannica “Cherry Red”.
Solo il 17 febbraio del 1987, i Laibach potranno esibirsi al Festival Hall di Ljubljana con il loro vero nome e, finalmente, nel dicembre del 1990, saranno riaccolti anche nella loro città natale: segno che molte delle incomprensioni dialettiche tra il gruppo e i loro concittadini erano state superate (non tutte però, a giudicare dall’annullamento dei concerti a Trbovlje l’anno scorso in occasione di 25 anni di attività della band).
Intanto, tra il 1986 e il 1990, la band aveva raggiunto il successo internazionale con l’album del 1987 “Opus Dei”, e con altri lavori di rilievo quali la reinterpretazione del Macbeth (1990), l’opera “ Krst Pod Triglavom – Baptism” (1987) e due cover albums, “Let it be” e “Sympathy for the Devil” (1988).
Nello stesso periodo, pur essendo saldamente ancorati alle proprie radici Slovene, le numerose esperienze all’estero del gruppo maturarono nei componenti il desiderio di “collettivizzare” la propria arte, sia per rafforzarsi a livello d’impatto sociale, sia per concretare quell’idea di “unione globale tra artisti e nazioni”, che poi sarebbe divenuto l’asse portante del loro percorso artistico a partire dalla metà degli anni ’80.
I primi passi vennero mossi nel 1983 con la fondazione del collettivo “NSK – Neue Slovenische Kunst”, che annoverava, oltre ai Laibach, i pittori del gruppo Irwin e gli attori della compagnia Red Pilot, successivamente battezzatasi Sester Scipion Nascine Theatre e Noordung Cosmokinetic Theatre
(il complesso organigramma della NSK si può reperire all’interno dell’album “ Krst Pod Triglavom”).
A differenza dei primi spettacoli però, NSK però, non rappresentò solo un'ulteriore contestazione al sistema, ma un vero e proprio gruppo di studio che permise alla band di elaborare teorie assai complesse ed affascinanti sulla nascita delle città (“Opus Dei”), sul capitalismo (“Kapital”) e sulla gestione trans-nazionale del potere (“Nato”).
Uno studio lungo 25 anni che ha portato oggi NSK a costituirsi (sempre provocatoriamente) come “Stato a sé”, con tanto di passaporto, leggi, inno e costituzione.
La sua ultima celebrazione la ritroveremo nel recente splendido album “Volk”.
5 commenti :
Conobbi Milan , il loro frontman e portavoce , molti anni fa , dopo un concerto a Bologna .
Davvero un bel soggetto !!!
Mi ricordo di aver partecipato ad una conversazione poliglotta (inglese , tedesco ed un italiano da sturmtruppen ...), l'argomento principalmente trattato fu ... il vino Chianti e la cucina nazionale !! Sotto l'aspetto truce (ecco ...ricordo che non incuteva serenità...)si nascondeva un guascone ed ironico personaggio .
Da qualche parte , dovrei ancora avere il passaporto del NSK Staat !!! Che Minchione , lo pagai anche diverse lire !!!
Saluti , Brat Moj !!!
Intendi forse a Bologna il 16/12/2006 all'Estragon? C'ero anch'io! Una serata indimenticabile!
Anzi, guarda un pò che bella sorpresa che ti ho fatto...
Il concerto che dici tu JJ non l'ho visto , ho visto il loro gig credo fosse nel '90 o '91 , poco fuori Bologna (se non ricordo male in località Baricella), poche anime , piuttosto "costrette" in un ambiente spartano , mi ricordo che era uscito da forse un anno il 12 pollici "Sympathy For The Devil" ...
Leben Heißt Leben , Bei Tempi andati !!!
Non mi ero accorto di questo post sui grandissimi Laibach che della parodia alle fanatizzazioni di ieri, di oggi (e sicuramente di domani) hanno fatto la loro arte.
L'album "Let It Be" del 1987 mette in chiave estetico-ideologica di matrice pagano-nazista l'ultimo LP dei Beatles.
Brano per brano, evitando per un motivo che ignoro ma che certamente ci sarà, proprio la title-track.
Cercatelo e fatelo vostro, in vinile of course.
Mi permetto di consiglare anche il primo album LAIBACH e OPUS DEI.
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