Alfredo Tisocco: Kàtharsis - Gruppo italiano di danza libera (1975)

katharsisNel 1975 il prolifico pianista compositore Alfredo Tiscocco, reduce dalla sua prima esperienza con gli Opus Avantra e contemporaneamente membro dei movimenti artistici “ Omikon 75”, “ Cameravuota” di Giorgio Fabbris e dell’ “Out-Off” di Milano, decide di ampliare ulteriormente i suoi orizzonti artistici grazie all’incontro con la coreografa Franca Della Libera e il suo “Gruppo Italiano di Danza Libera”.

Il risultato è uno spettacolo intitolato Katharsis che oltre a vincere il “Premio Latina 1975 per la Danza” e fungere da coreografia per numerosi spettacoli radiotelevisivi, verrà immortalato su vinile nello stesso anno presso gli Studi Ariston di Milano e pubblicato per la discografica Suono sotto la supervisione del noto produttore Tony Tasinato.

Anche senza averlo ascoltato, sin già dalla picture-sleeve di Pino Pavanello si capisce chiaramente che il contenuto musicale del disco è relazionato a uno spettacolo teatrale e, come per il primo lavoro degli Opus Avantra, l’interno della copertina apribile è ricco di dettagli e spiegazioni.
Sarà lo stesso Tisocco che con linguaggio colto ma perfettamente intellegibile, a confidarci di aver da tempo desiderato di “realizzare con la danza ciò che aveva sperimentato con la musica” conferendo così profondità a ciò che sul pentagramma risultava per così dire, momodimensionale.

Anticipando quindi le digressioni introspettive di “Lord Cromwell”, con Katharsis il Maestro si apre “alla creazione di un’opera quanto mai varia sia per i colori dei suoni e la varietà degli episodi contrastanti, quanto per quell’incessante e a volte continuo mutare del ritmo da mensurale ad amensurale, cioè fino al suo sfaldarsi compiacente e al suo fondersi con lo spazio sonoro(cfr: Tisocco).


alfredo tisoccoDopo un primo periodo di rodaggio in cui Tisocco e il Gruppo si esercitano su “collages” di autori classici e contemporanei (Henry, Chopin, Cage, Gaslini, Rakmaninov, Debussy ecc.), nasce la pièce in oggetto che, a differenza delle prove, è da intendersi secondo le parole degli autori “un’opera unitaria di musica totale”.
Il concetto portante è quello della “vita” nel momento in cui essa viene attraversata da differenti stati d’animo (tensione, ira, egoismo, indifferenza ipocrisia) e strutturato in modo tale che il tema musicale principale - ripetuto per tre volte – non solo si compenetri con l’evoluzione dello svolgimento, ma generi a sua volta nuovi stimoli interpretativi.

A dare unità al tutto contribuiscono anche quattro recitativi di Franca della Libera che, equamente distribuiti sulla seconda facciata, “accompagneranno il delirante conflitto dell’uomo fino alla liberazione interiore(cfr Della Libera).

Prodotto in maniera eccellente, la realizzazione del disco passa attraverso il coinvolgimento di almeno una quindicina di musicisti che costituiscono sostanzialmente una micro-orchestra con tanto di violini, fiati, tastiere (anche elettroniche), un’arpa e una sezione ritmica in cui segnaliamo due nomi già noti al pubblico del Prog : Paolo Siani (Nuova Idea) alle percussioni e Giorgio Piazza (Premiata Forneria Marconi) al basso.

Fatte queste debite premesse, non ci vuole molto per capire che all’ascolto “Katharsis” è di una complessità davvero conturbante.
Dico “conturbante” perchè, malgrado la molteplicità di informazioni che si possono trovare nella poetica sonora del Tisocco, l’ascoltatore non viene mai lasciato a se stesso e non si perde di vista nemmeno per un momento quel senso di sequenzialità che gli autori hanno voluto imprimere all’opera.

gruppo italiano di danza liberaCi sono si citazioni classiche e concrete, controtempi, recitativi e dissonanze, ma il senso della musica è univoco: un continuo richiamo alla vita e a quella “liberazione” interiore di cui parlava la Franca Della Libera.

Naturalmente, dal disco non è apprezzabile la parte coreografica ma, con sapienti architetture musicali assemblate per pianoforte, organo, Moog e Arp, Tisocco riesce a non farne sentire affatto la mancanza, raggiungendo così in pieno il suo obiettivo.

A posteriori sappiamo che molto del lavoro teorico svolto con la Libera, verrà poi complessificato in Lord Cromwell, pur se in maniera più introspettiva e da quel momento in poi, una volta conclusasi l’esperienza con gli Opus Avantra (che si ricomporranno nel 1989), il nostro continuerà incessantemente a concretare la sua arte e la sua professionalità.

Da come apprendiamo dal suo stesso sito, contemporaneamente a una pletora di produzioni di altissima qualità, si cimenterà anche nel management discografico fondando nel 1986 la Artis Records che acquisira’ nel 1989 la Cramps.

Pensandoci bene, la storica discografica di Sassi e Albergoni non sarebbe potuta capitare in mano migliore.

7 commenti :

Antonio ha detto...

Penso che il lavoro che hai fatto in questi anni sul Prog italiano non conosca molti eguali. Preciso e completo, analitico ed open-minded, hai saputo seguire un approccio preciso e costante ed hai saputo restituire un'opera che, più che nella sua già apprezzabile veste di blog che si aggiorna, penso possa dare il massimo come database completo, attento, enciclopedico. Per quante volte l'ho detto e lo ripeto, grazie per tutto questo e buone vacanze, meritatissime. Quando cerco informazioni sul Prog italiano il tuo sito è ormai una tappa obbligata.

J.J. JOHN ha detto...

Grazie Antonio!
... non fermiamoci mai!

ales ha detto...

avevo la cassetta (qualcuno se la ricorda?! Incredibile...sembrano trascorsi 100 anni...):
l'avevo registrata circa 15 anni fa dal relativo Cd, a noleggio, quando ancora si poteva (a Roma, in via Simone de Saint Bon, accanto al Teatro dell'Angelo, c'era un negozio fornitissimo, per veri cultori, trovavi quasi tutto...per dirlo io, ma non mi ricordo come si chiamasse); ne avevo avuto notizia, leggendo da qualche parte la storia degli Opus Avantra; l'ho preso "al buio", ma, presto me ne appassionai, non soltanto io, ma anche la mia (ormai)ex-moglie, la quale davvero non era una cultrice di Prog...

Smash ha detto...

Ma esiste un video dello spettacolo?

Anonimo ha detto...

Non vorrei dire un'eresia ma non credo. Almeno, io non ne ho mai sentito parlare.
JJ

enrico ha detto...

Non so se capita solo a me ma ascoltando il finale di Flying in the wind/L'albero (o Sloth su Lord Crownell) mi ritrovo immancabilmente a canticchiare Roll Right Stones dei Traffic...

Anonimo ha detto...

Disco affascinante

Michele D'Alvano