Alluminogeni: Troglomen / Ding Dong (versione Thailandese, 1972)

alluminogeni monster rare troglomenNel 1971 gli Alluminogeni non erano poi così sconosciuti: certamente un gruppo di nicchia, ambasciatore di improbabili visioni cosmiche e surrealiste, ma avevano pur sempre all’attivo tre singoli per la Fonit, diverse apparizioni televisive (Rai, Montecarlo, Capodistria) e diverse presenze in concorsi quali il “Cantagiro” e "Un disco per l'estate"

Non erano così ignoti insomma, per non essere interpellati quali autori di una colonna sonora del cosiddetto “cinema di genere”.
Del resto, anche altri colleghi post-beat molto meno famosi di loro avevano fatto capolino in numerosi musicarelli, e in ogni caso, mai nessuna band aveva disdegnato comparsate in pellicole di vario spessore.

E così, quando Bruno Corbucci propose a Patrizio Alluminio e soci di collaborare con lui e Giancarlo Chiaramello ai titoli di testa del suo film “Quando gli uomini armarono la clava... e con le donne fecero din-don”, i tre non si fecero sfuggire l’occasione, visto che tra l’altro sarebbero apparsi anche di persona accanto ad attori assai popolari all’epoca quali Antonio Sabàto, Aldo Giuffrè, Elio Pandolfi, Vittorio Caprioli e una giovanissima Nadia Cassini che poi sarebbe finita con loro sulla copertina del disco.

Peccato che il film, girato nella zona di Tor Caldara nel Lazio, risultò talmente modesto non solo da non apportare alcun vantaggio reale al gruppo, ma di partorire un singolo piuttosto prescindibile, fortunatamente nobilitato sul lato B dall'inedita “Costruendo astronavi”, registrata a Santagata di Puglia durante la trasmissione “Speciale tre milioni”.

Comunque sia, tornando al film, trattandosi del tema introduttivo, il lato A “Troglomen(anche noto presso certi mercati orientali come “Ding Dong”) doveva più o meno rispecchiare la trama del film e in questo senso centrò l’obiettivo sia come contenuti, sia specialmente come goliardia.


 Quando gli uomini armarono la clava e con le donne fecero din donLa trama - ispirata alla Lisistrata di Aristofane piuttosto che a Le donne alla festa di Demetra - narrava le gesta di due tribù preistoriche, i Cavernicoli e gli Acquamanni in perenne conflitto tra di loro.

Al chè, in un periodo di pace, Ari, il capo dei Cavernicoli, vince in una competizione Istra, una vergine degli Acquamanni.
Sembra sia vero amore, ma purtroppo la guerra riprende, e stanche di vedere i loro uomini partire, le donne di entrambe le tribù proclamano uno sciopero del sesso, destinato a riportare pur se per poco la pace.
 

Al momento non ci è dato di sapere quanto gli Alluminogeni ebbero peso nella stesura di "Troglomen" che fu firmata a tre mani. Sta di fatto che quel brano fu realmente uno dei più avulsi dal repertorio del gruppo sia per sound che per ambientazione.
Sin dai primi secondi infatti, possiamo tranquillamente dimanticarci quelle sognanti atmosfere spaziali tipiche dei tre single precedenti, venendo invece investiti da un groove tribale di batteria sul quale una voce baritonale modula un gioco di parole apparentemente senza senso:
Ding ding dong bada di ding dong ba di da / Ding ding dong...ecc.”

Come se non si fossse capito, il “Ding dong” in questione evocava palesemente l'accoppiamento e, tanto per far capire la particolarità del brano, c'è da sottolineare come mai e poi mai gli Alluminogeni avessero fatto in passato uso di allusioni così esplicite:


Quando lunà verrà / e poi notte sarà / un gran fuoco si fa / cantando insieme ding dong
Ma tra gli uomini là / uno ancora ci sta / che la donna non ha e non può fare ding dong
“Un torneo si fa / e poi chi vincerà / la sua giovane avrà / per fare il primo ding dong


 alluminogeni ding dong thailandiaSuperfluo a questo punto proseguire con la disamina del testo che, come si può ben capire, resterà tutto giocato sul doppio senso sino al finale che riprenderà ad libitum il tema portante.

Un brano dunque leggero  (per non dire bruttino) che comunque, al di là del giudizio qualitativo, dimostrò come pur se nati come band d’avanguardia, in fondo gli Alluminogeni non disdegnavano affatto le cosiddette “marchette” e, vista la loro filosofia politica relativamente qualunquista, è presumibile che ne avrebbero fatte altre se la loro carriera non si fosse interrotta con “Scolopendra”.

Diciamo che, per spezzare una lancia in favore di Troglomen, segnaliamo il micro assolo di chitarra di Enrico Cagliero che in dieci secondi netti sventagliò un’azzeccata scala rock che ben sottolineò il suo riuscito inserimento nel gruppo.
Per il resto, i Cavernicoli e gli Acquamanni rimasero fortunatamente solo un episodio nella ancora breve carriera del glorioso terzetto torinese.


COLLEZIONISMI: Il vinile originale Fonit con in copertina gli Alluminogeni in mise preistorica e una sensuale Nadia Cassini può considerarsi mediamente facile da reperire ad un prezzo di circa 20 euro.

Ancora più agevole è un EP per il mercato tailandese (etichetta anonima, numero di catalogo KS 009 – valore circa 8 euro) dove “Ding Dong/Troglomen” è affiancato a Daniel Boone/Beautiful Sunday, Gallery/Nice to be with you e Mouth & Macneal/How do you do.


rock progressivo italiano

Rarissimo è invece il 45 giri thailandese del 1972 in cui “Troglomen” occupa il lato A e il retro ospita invece il tema del film “Living Free” del regista Carl Foreman (1972) cantato da Julie Budd: abbinamento curioso dato che gli Alluminogeni non comparvero affatto nella pellicola di Foreman.
Il disco non ha numero di catalogo neppure sul trailoff dove invece compare a caratteri arial maiuscoli la scritta “TROGLOMEN”.
La copertina infine, riporta sul fronte un momento decisamente piccante del film, con le sole scritte “Troglomen” (nella stessa grafia originale italiana) e “Ding Dong”, mentre sul retro c’è la locandina di Living Free.
Un esemplare imperdibile di cui fino a poco tempo fa non si sapeva neppure l’esistenza, e la cui potenziale quotazione di 300 euro (EX) è sicuramente destinata a salire.

10 commenti :

V I K K ha detto...

Cristo che pezzo... qua mi rubi il materiale John :)

Il groove è comunque ottimo per una pellicola a luci rosse svedese dell'epoca ding ding dong din din dong

Anonimo ha detto...

altro che luci rosse... ma avete notato cosa sta facendo con la clava la signorina sulla copertina dell'edizione tailandese? quella italiana è tutta diversa...

Anonimo ha detto...

Ma è Nadia Cassini???? Ammazza che sventolona.....adesso capisco Lino Banfi (madonn benedetta dell'incoroneta) che andava fuori di testa nei film che "interpretava" con lei.

JJ John ha detto...

Nadia Cassini compare sull'edizione italiana del 45 ggiri ed è per intenderci quella con gli Alluminogeni nella foto a destra.

La signorina dell'edizione Thailandese non so se sia sempre lei perchè quella scena proprio non me la ricordo.

davide ha detto...

certo che è lei!

Enrico ha detto...

Sono sempre stato un grande fan degli Alluminogeni e devo dire che, personalmente, questo brano di piace molto, pur nella sua esplicita identità commerciale. Comunque voglio precisare che non è il primo brano, se vogliamo dire,"leggero" del trio torinese. Se ascoltiamo il singolo solo un attimo ci accorgiamo che da sempre il gruppo cercava di alternare brani da hit parade a grandi interpretazioni progressive. Il trio , a mio pare, negli anni 70 stava cercando quel successo commerciale da classifica che, in futuro, con la piena maturità , verrà un po' messo da parte per tentare di abbracciare strade più sperimentali e spichedeliche , vedasi l'album scolopendra che, comunque contiene ancora un brano molto leggero, La stella di Atades
Comunque anche altri gruppi del periodo si mossero su una strada simile,vedasi New Trolls e formula 3.

J.J. JOHN ha detto...

In effetti anche "Solo un attimo" era melodico, ma con Troglomen" toccarono decisamente il fondo. L'ho rimarcato anche al mio amico Patrizio Alluminio ma, cosa vuoi, all'epoca mai e poi mai avrebbero rinunciato a una pubblicità simile.

Anonimo ha detto...

Ora su Cine34!

Anonimo ha detto...

Mi ha chiamato anche Patrizio Alluminio per avvisarmi, anche se lui è vent'anni che si rifiuta di rivederlo. A pensarci bene posso capirlo. JJ

Anonimo ha detto...

Decisamente un'esperienza artistica singolare ! :)

Michele D'Alvano