Alan Sorrenti : Come un vecchio incensiere... (1973)

Alan Sorrenti
UN GIOIELLO MANCATO PER COLPA DELLA FRETTA, O PERCHE' L'ISPIRAZIONE ERA FINITA?

Se  è vero che definiamo ‘capolavoro’ il picco espressivo della carriera di un artista, allora è impossibile che ce ne siano due”, mi disse una volta un amico parlando di Come un vecchio incensiere all'alba di un villaggio deserto: secondo album di Alan Sorrenti, e successivo al folgorante Aria
E in effetti non aveva tutti i torti perché, sin da quando uscì nella primavera del 1973, nessuno potè esimersi dal paragonarlo con il suo illustre predecessore

Invero nulla di strano: la storia del rock pullula di conflitti simili: È meglio Dark Side Of The Moon o Wish You Were Here? Rubber Soul o Revolver? Led Zeppelin III o IV? The Doors o Strange Days? Storia di un minuto o Per un amico?  

Sono confronti praticamente obbligatori quando lo stile del lavoro successivo non si discosta molto da quello precedente e, nel caso specifico di Alan Sorrenti, quando ci si trova davanti agli unici due lavori d’avanguardia della sua produzione, e per giunta molto simili tra loro: entrambi di pop sperimentale, stessa discografica, la Emi-Harvest, stesso produttore, identici nella struttura formale (una suite da un lato e canzoni dall’altro) ed ambedue supportati da ospiti prestigiosi

Di norma, bisogna riconoscere che in questi scontri generazionali sono quasi sempre i figli a vincere, poiché per un naturale processo evolutivo, l’artista affida loro la propria crescita, ma non è sempre così. 
Il match può anche finire in parità se l'ispirazione è incontenibile in un solo Lp, oppure vince il padre, ma quello è un brutto segno
AriaE infatti lo fu per l’Incensiere che (scusate la battuta) venne mandato “a gambe all’Aria” dal 'genitore', costringendo l’autore a un repentino esame di coscienza

Del resto, va anche detto che non è mai facile bissare un capolavoro, anzi: credo sia una delle imprese più ardue per un musicista, anche se a volte, con un po’ di pazienza e molto impegno, si può persino fare di meglio (vedi appunto i Floyd con Wish You Were Here)
Ad Alan però, reduce da un botto di vendite ed elogi che lo portarono ad essere aprezzato persino dall’ala più oltranzista del Movimento, non fu lasciato il tempo materiale di smaltire la sbornia
Catapultato in tutta fretta agli Island Studios di Londra, non solo gli fu sostanzialmente imposto un sequel del suo capolavoro, ma credo gli fu fatta anche una certa pressione, come spesso capita in questi frangenti. 

Di fatto, era evidente che la Harvest avesse investito molto sul personaggio Sorrenti, e non a caso, questa volta gli mise a disposizione una pletora di turnisti selezionatissimi. Forse anche troppi al punto di relegare spesso la personalità di Alan in secondo piano:   Francis Monkman, all’epoca nei Curved Air (poi con gli Sky di John Williams), David Jackson dei Van Der Graaf, il famoso jazzista Ron Mathewson, la violinista d’avanguardia Talia Marcus, collaboratrice di Van Morrison, Pavarotti, La Monte Young, Ornette Coleman e di un’altra marea di artisti (suo il violino in “Ufficiale e Gentiluomo”), e il fido Toni Esposito alle percussioni. 

Ne risultò infine non dico un clone di Aria, ma poco ci manca, almeno per quanto riguarda la suite: magistralmente introdotta dalla lunga parte strumentale, ma alfine sfociata in una litania greve, monocorde, per non dire forzata.

Alan SorrentiSuperbe invece invece L’Angelo, A te che dormi per sola voce e chitarra, e soprattutto Serenesse, frutto di uno dei momenti più ispirati del cantautore italo-gallese, ma non bastò. E alla resa dei conti, l’Incensiere non restituì neppure lontanamente quella rinnovata magia che tutti si aspettavano.
"Tutti" incluso la Harvest che probabilmente consigliò ad Alan di frequentare più assiduamente l'ambiente funk americano. Cosa che lui fece immediatamente.

In più, c’è da considerare che tra il 72 e il 73, una larga fetta di pubblico, così come l’intero Movimento, erano profondamente cambiati. Il pragmatismo politico aveva preso il posto della sognante epopea dell’Underground, e probabilmente fu anche per quello che il ricalcare gli stessi stilemi dell’anno precedente fu sostanzialmente un azzardo.  
Non a caso, in merito alla suite, Enzo Caffarelli sul Ciao 2001, parlò espressamente di "sensazioni prive di aggancio con la realtà".

Morale: malgrado almeno un terzo del disco fosse più che accettabile - per non dire bello - la platea pop cominciò a disaffezionarsi a Sorrenti, e lui si ritirò in America adducendo di volta in volta scuse diverse (sono stato strumentalizzato, ho problemi di voce, voglio starmene un po’ tranquillo ecc.). 
Lo ritroveremo nel 74 sulla strada del pop di cassetta, ma forse fu meglio così: sia per il pubblico che evitò di sorbirsi un poco auspicabile Aria n°3, sia per lui che con la sola Dicinteciello Vuje fece probabilmente più indotti che con i primi due album messi insieme.

80 commenti :

MarioCX ha detto...

JJ: Invero nulla di strano: la storia del rock pullula di conflitti simili: È meglio Dark Side Of The Moon o Wish You Were Here? Rubber Soul o Revolver? Led Zeppelin III o IV? The Doors o Strange Days? Storia di un minuto o Per un amico?

Marietto: Wish, Revolver, IV, The Doors, Storia.

JJ ha detto...

Marietto: sugli altri dischi mi astengo, ma alla lunga preferisco Wish. Forse perché è meno 'Parsoniano', o forse perché Dark l'ho ascoltato veramente troppe volte. Poi quoto Led Zep III. Almeno 5 canzoni su 10 sono tra le mie preferite di Page e soci. Non mi è capitato in nessun altro loro disco.

Anonimo ha detto...

Bentornato, John, e grazie per questa nuova e interessante scheda!
Davide

ugo ha detto...

anche io scelgo "wish" come pure preferisco "3" al quarto.circa i DOORS li metto ex-equo non fosse altro perche contengono entrambi due lunghi pezzi.
sui beatles non mi pronuncio

J.J. JOHN ha detto...

Ma che fate, provocate? E allora io reagisco!
Comunque tenete conto che ho preso dei titoli come esempio. Non intendevo creare un dibattito sui grandi dualismi della storia del rock. Voglio dire: "staremmo" parlando del povero Alan Sorrenti...

Però, visto che ci siamo, e avete risvegliato la belva che c'è in me, mi pronuncio democraticamente.

Dunque: Beatles. Io non ho dubbi su "Revolver". Non fosse altro che per la presenza di "Here, There and Everywhere" che non è una canzone. E' un miracolo.

The Doors, direi il primo: per freschezza, impatto, poetica, slancio. Poi direi che Jim, una volta appurato il suo potere comunicativo, si è più concentrato sugli aspetti più reconditi della sua personalità. E allora è diventato sempre più cupo sino a toccare il fondo.
Questione di gusti, ma me piace ricordarlo un po' meno intimista e autenticamente folle, strafottente, spigliato, combattivo. Meno 'maledetto' e più coeso al resto della band.

PFM? 'Storia di un minuto' e non se ne parla nemmeno. Anche se "Il banchetto"... chissà perché? Chissà perché... ?

Pietro55 ha detto...

Non so cosa sia successo alla tastiera. Ah, 'sta psichedelia.

Pietro55 ha detto...

Il capolavoro è ARIA, ma io sono letteralmente innamorato dell' Incensiere

(Incensitore?) uno dei pochi dischi che mi porterei anche all' inferno, INSIEME
all' Uomo degli Osanna, che ho avuto la fortuna di vedere dal vivo nel '71. e
maronna mia che sballo! Mentre l' Incensiere lo ascoltavamo chiusi in una stanza,

in cinque - sei, con la sola luce di una candela. E si viaggiava, fumando come
turchi. Perciò aspettavo 'sta benedetta scheda.

Per quanto mi riguarda salvo il primo lato e la sola parte cantata del secondo.

Il resto è inutile rumore.

Poveraccio, non aveva più niente da dire, e col terzo dimostrò di essere più

attaccato ai soldi, che all' Arte.

Un saluto
Pietro55

Anonimo ha detto...

Qualcuno ha per caso l'album (o CD) 'Angeli di Strada' di Alan Sorrenti? JJ

MarioCX ha detto...

L'altro miracolo di Revolver è "For No One" che poi di "Here..." è la gemellina.

Tornando a Sorrenti: dopo la svolta pop (nel senso brutto) 1977-1980 ("Figli delle stelle", "Unica donna per me", "Non so che darei") cercò di salire sul carro del rock tosto che nel 1981 tornò di moda spinto anche dalla nascente NWOBHM.
Uscì con un singolo (anzi, 45 giri come si diceva allora) dal titolo de "La Strada Brucia", ma fu un flop colossale e da lì non si risollevò mai più.
Finì anche in guai giudiziari nel 1983 per motivi drogheschi nel momento in cui la moglie cornuta fece una soffiata alla Benemerita.
Insomma...detta fuori dai denti è un personaggio che mi ha sempre fatto un po' pena.

ugo ha detto...

io salverei in parte pure il terzo album che contiene pure bei pezzi a parte l'arcinota "dicitencello vuje".poi dal quarto disco "sienteme" ormai si era inserito in quel genere disco-funky che gli avrà fatto perdere i fans della prima ora ma che lo ha gratificato dal punto di vista commerciale!
dovendo fare un paragone fra lui e la sorella direi che gli preferisco la sorella.comunque anche soli due dischi ce lo consegnano come un ns.artista di livello internazionale.e poi PINK FLOYD e LED ZEPPELIN a parte ditemi voi quale artista è riuscito ad incidere piu di due o tre capolavori nell'arco della sua carriera? nemmeno il grande BATTIATO che,almeno nel suo periodo prog,non ha inciso piu di un paio di capolavori(a mio avviso "aries/click).

Anonimo ha detto...

Capolavori? I T.Rex ne hanno pubblicati almeno 12 consecutivi.
In seconda battuta direi Battiato con Fetus, Pollution, Aries e Clic.
Poi il Perigeo con Blues, Genealogia e Valle dei Templi. E infine i Beatles con la triade Rubber Soul, Revolver e Sgt. Peppers.
Anonimo.

ugo ha detto...

be de gustibus perchè se ci facciamo influenzare dalle ns.preferenze è una cosa ma nessun gruppo ha inciso soli capolavori manco gli zeppelin che al loro ultimo disco(che a me piace comunque) steccarono almeno in parte(in through the out door).poi se a uno piacciono che ne so i POOH ti dirà che han fatto tutti capolavori ma sappiamo che non è cosi per cui mi trovo d'accordo sui beatles di cui considero capolavori tutto ciò che han fatto da "rubber soul" a "let it be" compreso benchè quest'ultimo sia considerato un disco in parte fatto di scarti di studio!circa i T.REX possiedo solo tre titoli ma non ritengo abbiano fatto tutti capolavori.su BATTIATO insisto a dire che "fetus/pollution" son due bei dischi ma non certo capolavori alla pari di "aries/click".al riguardo poi io rimanderei il discorso ad un sito come PROG ARCHIVES dove chi ha postato i voti e le valutazioni dei dischi son gente con le palle dunque assolutamente oggettiva e obiettiva!per chiudere pure gli immensi PINK FLOYD almeno fino a THE WALL son stati grandiosi poi da "the final cut" in poi una discesa pazzesca.

MarioCX ha detto...

A mio modo di vedere il Grande Capolavoro i Beatles l'hanno fatto col Doppio Bianco.
Poi da Revolver a Let It Be sono tutti più che eccellenti, ci mancherebe con il picco di Abbey Road un dito sopra il resto.
Ai T.Rex sono arrivato probabilmente tardi con l'età e non riesco ad apprezzarli.

aliante ha detto...

E' proprio un gioiello questo album, anche perchè contiene "Angelo"
che è una delle mie canzoni preferite in assoluto.

Anch'io come John e Ugo prediligo "Wish You Were Here".

Led Zeppelin III è un grandissimo disco, molto variegato,
devo dire però che in generale nei Led Zeppelin alla lunga mi danno un po' fastidio i "Baby Baby" di Robert Plant!

Concordo su "Revolver" dei Beatles, anche perchè contiene
due brani a me cari per il suono di batteria di Ringo,
ossia "I Want To Tell You" e "Tomorrow Never Knows"

PFM: "Storia di un minuto" è un disco leggendario,
però io gli preferisco "Per un amico" perchè contiene
"Appena un po'", la mia canzone preferita della Premiata.

ugo ha detto...

....e dei POOH e delle ORME quali dischi preferisci ALIANTE?
ciao da UGO
n.b. stasera giovedi guardati i POOH a SANREMO bene o male stanno per lasciare le scene e quindi è un ottima occasione per rivederli benchè non credo,in tale contesto,eseguano brani prog ma la solita collection dei loro evergreen.
tornando ad ALAN io adoro pure la sua versione di DICITENCELLO VUJE sai com'è essendo campano io....
tra l'altro vi faccio notare che all'epoca ne incise due differenti versioni quella del 33 giri e quella del 45 giri più ricca di archi!

aliante ha detto...

Ciao Ugo.

Bellissima la versione di Alan di "Dicintecello vuje"
e, restando in tema Campania, la tua meravigliosa regione,
adoro anche "Sienteme".

Sui Pooh e Le Orme come al solito sono in difficoltà.

Ci devo pensare....lo farò stasera durante l'esibizione
dei Pooh a Sanremo, evento che guarderò sicuramente.

A presto!

MarioCX ha detto...

Orme: Felona e Sorona
Pooh Beat: Per quelli come noi
Pooh Sinfo: Parsifal
Pooh Plugged: Rotolando Respirando

taz ha detto...

Aria e....Aria che va a occupare ogni spazio del tuo corpo....Come un vecchio incensiere, invece, il corpo te lo riempie solo al 70%...e cmq un grande disco,per me, suonato bene...la suite non è come l'altra suite, forse e un po' troppo macchinosa nell'esecuzione, non ha la fluidità di Aria......cmq c'è ne fossero di suite cosi.....le parti "canzone", ascoltate adesso e riarrangiate non sono male per niente, anzi....già mi piacevano allora, ma oggi, di più.......Sono d'accordo con Ugo (strano....)....il terzo disco a dei brani interessanti...."microfoni assassini" spiega, forse, il suo improvviso cambiamento....e poi sono affezionato alle parole dell'ultimo brano....che se mia moglie volesse....me le farei "scrivere" sulla lapide...."tutti sono morti ora...tutti sono più vecchi..ma noi siamo ancora insieme nell'aria".....ciao!!!....

PS....e cmq fà parte di quei LP che porterei con me sulla famosa isola!!!!

Anonimo ha detto...

Proporrei di considerare sotto altra luce anche l'ultimo Sorrenti.
A proposito di Figli delle Stelle, fatto con i componenti dei Toto e il chitarrista degli Steely Dan, Jay Graydon, ascritto alla disco quando in realtà sarebbe Aor 'stile '70' che ha più a che fare con Royal Scam dei Dan, o con Storm At Sunup di Gino Vannelli -dischi apparentemente easy che in realtà sono sofisticatissimi. E qui occorrerebbe una digressione per scoprire se esiste traccia di un Aor '70s italiano, in cosa consistesse, in quanto vada ripreso e rivalutato. L'abbaglio della valutazione di Bandiera Bianca di Battiato ha reso Figli delle Stelle un brano pezzente, cosa che andrebbe rivista (nell'album ci sono anche pezzi pianistici e ballate)

Simo ha detto...

Caro John,potrei sapere da che fonti hai appreso le collaborazioni della violinista Talia Marcus dato che ho cercato un po nel web ma non ne ho cavato fuori granchè, mi faresti un grande favore
grazie, con affetto
Simo

Pietro55 ha detto...

Dovrebbe essere TONI MARCUS,
se ricordo bene.

Simo ha detto...

Grazie Pietro in effetti avrei potuto arrivarci da solo dato che cercando il nome Talia compariva sempre abbinato a Toni...ora quadra tutto, certo è che ha davvero un notevolissimo elenco di featuring in svariati generi quindi un nome da approfondire per quanto mi riguarda.
Un saluto a John

JJ John ha detto...

Ciao Simo. Personalmente già sapevo della collaborazione con Alan, ma se vuoi una bio di Talia Antoinette Marcus, detta "Toni", questa mi sembra tra le migliori:
http://twogoodears.blogspot.it/2010/08/missing-talia-antoinette-toni-marcus.html
Oggi, credo sia su Facebook come Toni Talia Marcus.
A presto, John

Anonimo ha detto...

Non centra veramente nulla ma mi è venuto in mente leggendo queste sottigliezze sui nomi Toni e Talia. Ma lo sapevate che la moglie di Robert Fripp, Toyah Wilcox è l'attrice che fa la voce introduttiva di ogni puntata dei Teletubbies, quella nelle scene con il sole che ride e i conigli nel prato, praticamente un inno alla droga.

Ciao
Michele

Anonimo ha detto...

Porca miseria... ho scritto centra senza apostrofo. Scusate.

ugo ha detto...

anche i ricchi piangono si chiamava un vecchio serial tv io aggiungo anche le persone illuminate e colte come lei esimio dr. neri può sbagliare.nella vita contano i contenuti non certo le forme.
ve lo dice un ANTIESTETA ugo
poi l'errore rende tutto più umano e scevro di rigide forme precostituite

claudio65 ha detto...

Un mio intervento su Alan Sorrenti, personaggio non banale del rock italiano e che, forse, è stato maltrattato più di quel che effettivamente si sia meritato. I suoi albumi "progressivi" sono di prima grandezza: non facili, ma di livello assoluto. Poi, a partire dal 1977, è passato al Funky ed alla Disco. Però, occorre dire, che non è stato certo il solo. In fin dei conti, nel 1977, il progressive rock era già in coma profondo. E, se si ascolta un brano come "Canzone d'amore" delle Orme (anno 1976), non siamo poi tanto distanti da "Figli delle Stelle", anche se il brano delle Orme a me piace molto di più. Comunque, se nelle trasmissioni domenicali e nei revival da serata di Capodanno, Sorrenti è conosciuto solo per la sua produzione "easy", gli esperti di rock progressivo possono apprezzarlo per i suoi primi lavori, che comunque lo collocano in una posizione di assoluto rilievo.

Simo ha detto...

Inoltre ci terrei a ricordare che funk non é sinonimo di spazzatura..non sto parlando ovviamente di Alan(a parte Aria non ho ascoltato nulla di lui)

Pietro55 ha detto...

Ancora su Alan
È come se d'un tratto Mozart (e non avrei mai voluto scomodarlo)
decidesse di cambiare genere, e passasse alla canzonetta...
Vabbe che tra Mozart e Alan c'è un abisso ma, mi chiedo, dopo
ARIA e l'Incensiere, è ancora lecito parlare di Arte?


Anonimo ha detto...

Toyah Wilcox... me la ricordo quando faceva Jubilee di Derek Jarman... 1977 o giù di lì. Come ha fatto a sposare Fripp è per me un mistero.

taz ha detto...

Arte??.....cos'è l'Arte....chi decide che un opera o un quadro o un brano musicale possa chiamarsi "Arte" ??...per me Arte e quello che mi piace...non quello che gli altri mi dicono che è.....Sorrenti l'ho amato nel periodo prog e apprezzato nel periodo più esay.....ancora oggi, ogni tanto, si unisce a sua sorella Jenny(vista dal vivo quest'estate.....è una stella a parte della musica "donna" Italiana....ha una voce unica!!!) per cantare vecchi brani di Aria....rifacesse per intero le due suite dal vivo......chiamerebbero subito la croce rossa!!!.....sono cose che "devono" restare in quegli anni.....

Pietro55 ha detto...

Sembri appena schizzato da una bottiglia di gassosa, appena stappata,
caro Taz. Ma, naturalmente, scherzo.
Secondo il mio modesto parere c'è un solo Alan, quello sperimentale.
Quello che ha avuto il coraggio di intraprendere un certo discorso
musicale, facendo gridare al miracolo.
"Sembra avere inghiottito un moog"
Si diceva allora. E sono ancora orgoglioso di ciò che ha fatto.
Il resto non saprei come definirlo.
Un saluto

Pietro55


ugo ha detto...

@pietro55
il resto lo si capisce da una sola cosa e cioè che il PROG nei 70 veniva apprezzato solo dai veri conoscitori di musica visto che di mezzi di diffusione ne esistevano pochi in altre parole chi aveva i soldi si cpmerava i dischi non cìera internet per cui o avevi una certa cultura per apprezzare quella musica oppure nulla.poi diciamo pure che,forse,continuare su quella strada sarebbe stato molto difficile e,particolare non trascurabile,non avrebbe venduto tutte quelle copie che invece gli fruttarono i due lp "figli delle stelle/la&nY)cavalcando l'onda della disco music che tanto andava in voga di quei tempi.per me che nel 77 anno di figli delle stelle avevo appena 12 anni era molto piu facile sentirmi quel disco che non certo ARIA che ho apprezzato qualche anno piu tardi.onestamente il secondo alan sorrenti per me era gradevole poiche perlomeno i suoi session-man suonavano per davvero e quella disco era perlomeno gradevole dunque non mi sento di bocciare il secondo alan.ovviamente i suoi primi tre dischi(si ci metto pure il terzo)erano fatti di tutt?altra pasta come pure alcuni critici d'oltralpe hanno potuto apprezzare.poi in certe scelte secondo me gioca non solo la bocca da sfamare ma pure certe pressioni che le case discografiche ti fanno della serie o cambi genere e vendi qualche copia oppure appendi le scarpe al chiodo in tal caso dovremmo dire la voce in cantina ugo

ugo ha detto...

ad ogni modo qualche anno fa andando ad una convention del vinile qui da me a salerno incontrai la grande JENNY sorella di ALAN che mi disse che stava cercando di riportare il fratello sui sentieri di quel prog che ce lo ha fatto apprezzare tanto.spero tanto ci riesca sebbene mi è capitato di ascoltare alan in un concerto di musica prog dove intervenne con uno stralcio tratto dalla suite ARIA e,onestamente,non mi ha granchè impressionato per cui.....credo che il primo alan appartenga alla prei....oops alla storia dei 70!
del resto provate a sentire che ne so il disco della R.R.R. si formalmente non è male anzi direi perfetto ma manca di quella originalità che invece aveva il disco del 72 insomma rassegniamoci ma per poter sostenere quel livello musicale oltre al periodo storico bisogna pur avere una certa energia che i ns.beniamini non hanno piu data anche la loro età...vi pare?
inutile sperare che tutto ritorni come prima sarebbe assurdo ed impossibile per cui godiamoci quei tre due o come nel caso dei DE DE LIND dell'unico gran bel disco che ci hanno lasciato.riguardo il NEW-PROG vale lo stesso discorso del disco della R.R.R. non potrà mai eguagliare la magia dei gruppi dei 70's.un saluto ugo

Pietro55 ha detto...

Sono d' accordo sulla bocca da sfamare e su certe pressioni delle discografiche
Ma che cavolo c' entro io con tutto questo?
Io non posso, né voglio "regredire" per sfamare Sorrenti.
Onore a Jenny, e scusa se a volte sono un po' pesante.
Un saluto
Pietro55

Pietro55 ha detto...

Col prog, caro Ugo, ci sono nato e pasciuto, ma non per questo vivo nella preistoria.
Pensa che se dovessi fuggire nella famosa isola, porterei con me non più di 20 30
dischi di prog italiano, ma farei affondare un transatlantico per quanto riguarda il
Rock straniero: Santana e Jefferson su tutti, tanto per citare i soliti Mostri.

Più un bel mazzo di musica classica, e jazz a volontà(vecchio e contemporaneo, ma
Solo perché non ho tempo per i nuovi).
Come vedi non sono monotematico. Però non posso accettare che si ascolti DARWIN
adesso, e Figli delle stelle fra 40 mn.
Ho questo difetto.
Tutto qui.

MarioCX ha detto...

@Pietro55: non accettare l'eclettismo negli ascolti non so se sia un difetto, ma sicuramente è una cosa che non capisco.
Comunque nel Titanic dei Mostri oltre a Jefferson e Santana mettiamoci anche i Grateful Dead che mi annoiano non poco.

Pietro55 ha detto...

TI GIURO CHE HO DIGITATO ANCHE I GRATRFUL, MA SCRIVEVA FRATERNO, E COSÌ HO
SORVOLATO. PER IL RESTO VOGLIAMOCI BENE.

Pietro55 ha detto...

Comunque se sei quello dei "motivi drogheschi" e della "moglie cornuta"
ti preferisco sicuramente ai Grateful.

ugo ha detto...

tra l'altro pure SANTANA,almeno per me, ha inciso dischi favolosi come il primo oppure il più spirituale CARAVANSERAI e cose davvero tediose specie dopo il disoc del 81 ZEBOP una lunga serie di dischi noiosi e melensi!
poi il grande successo di SUPERNATURAL ma il vero SANTANA resta quello dei 70.
io adoro molto la b-side del 45 giri FLOR DE LUNA ossia TRANCEDANCE come pure OPEN INVITATION dove CARLOS dimostra cosa si può fare con una chitarra al livello di hard-rock!
pace e bene a tutti ugo

MarioCX ha detto...

@Pietro55: Ebbene si, sono io.
E su quel Titanic ci metto anche i Quicksilver Messenger Service...e tutta la congrega del folk inglese (tipo i Fairport Convention) che mi fa venire la pressione bassa.

Pietro55 ha detto...

Ugo e Mariocx, sono d'accordo con voi in tutto e per tutto,
ma a questa ora ho le pile scariche, e se non vado a nanna
poi sono cavoli miei.
Pace e bene a tutti

JJ John ha detto...

Eh no. Il gusto e l'Arte sono due cose ben distinte. La prima attiene al soggettivo ed è un'"impressione", la seconda all'universale ed è un'"espressione". Confonderle è un grave errore, così come è da ritenersi scorretta la classica frase, "è bello ciò che piace".
Semmai: "è bello ciò che è bello, e piace cio' che piace", questa è una distinzione corretta e fondamentale per chiunque si ponga davanti a una qualsiasi opera dell'ingegno umano.

Poi, che sia d'accordo o meno sui parametri che definiscono l'Arte, questo è un altro discorso. Ma a quel punto, o ci si sceglie una scuola di pensiero, o se ne elabora uno proprio, ma che sia analiticamente attendibile.

MarioCX ha detto...

E' vero quel che dice il sempre lucido JJ, ma noi si scherzava un po'.
Aehm...a proposito Pietro, se c'è ancora un posticino sulla tragica Arca destinata all'affondo lo riserviamo ai campioni del country-rock...

Pietro55 ha detto...

Per quanto mi riguarda, ho solo cercato di capire, o meglio, di dare un senso
all' opera di un artista. In questo caso Alan. E il primo Alan, siamo tutti
d' accordo, non si discute. Se è vero che ha saputo regalarci qualcosa di im
portante, e che a distanza di anni, riesce ancora a stupirci.
Il problema, semmai, è la svolta. Ma è un problema suo, non mio.
Per me il Sorrenti di un certo valore finisce con l' Incensiere. Se poi lui
vorrà anche cantare "Tu scendi dalle stelle" non sono affari miei.
Un saluto

JJ ha detto...

Io comunque non sparerei ad Alan Sorrenti solo perché a un certo punto ha abbandonato la sperimentazione. Primo, perché credo che dopo l'Incensiere avesse esaurito le sue potenzialità in quell'ambito. Nel senso che non so cosa avrebbe potuto sortire da un terzo album uguale agli altri due.
Secondo, perché malgrado la mercificazione, ha mantenuto un profilo molto alto. Almeno per ciò che concerne la produzione e la scelta dei musicisti. Figli delle Stelle, nel suo genere, fu un prodotto perfetto, che piaccia o no.
Semmai parlerei di parabola discendente dopo e durante Angeli di Strada quando cadde in preda alla cocaina. Li sì che potremmo parlare di vera crisi creativa.
Ma quella del 74 fu semplicemente una scelta. Criticabile quanto si vuole, giustificata in modo non propriamente credibile, però lucida, coraggiosa e soprattutto consapevole.

Rilancio l'appello: c'è qualcuno di voi che posside "Angeli di Strada"? Grazie

Pietro55 ha detto...

Per chiuderla JJ, poteva almeno cercare altre strade, e non la più conveniente.
Mi capitò di vederlo cantare in tv, con tante ragazzine che gli saltavano at-
torno, e mi è andata di traverso. Forse perché avrei voluto esserci io al posto
suo.
Un saluto

Pietro55 ha detto...

MarioCX ben vengano i campioni del country-rock, ma per affondare completamente
facciamo salire pure il mitico Neil Young, il selvaggio Jimi. E per finire
"RUSIDDA" ovvero la mia adorata Rosa Balistreri, e stavolta si salvi chi può.

frank ha detto...

In linea teorica, meritevole di stima è l'artista che sceglie la via della sperimentazione.
Il problema è che ci sono esperimenti riusciti, altri no.
Nella prima categoria, tanto per rimanere in Italia, spadroneggia(va) incontrastato, in ambito vocale, un certo Demetrio Stratos... ma ci sono anche quelli "minori", meno conosciuti, ma comunque degni di nota, tipo Prima Materia, ad esempio.
Sorrenti, non me ne vogliate, appartiene alla seconda: un artista sopravvalutato, spesso stonato in modo imbarazzante, pallido e patetico tentativo di emulare Tim Buckley... Senza il notevole spiegamento di strumentisti con i c*glioni alle sue spalle, rimarrebbe il nulla.. e mi sto riferendo ad "Aria" ed "Incensiere"... i "lavori" successivi non li considero nemmeno....

MarioCX ha detto...

@JJ: qui ce n'è in vendita una copia autografata:
http://www.ebay.it/itm/ALAN-SORRENTI-angeli-di-strada-LP-orig-AUTOGRAFATO-45-LOTTO-prog-psych-/150775363500
Maldestro il "thanks to" alla moglie Tony Lee: "Per avermi lasciato in pace" visibile nella inner sleeve.
L'anno dopo gliela farà pagare con gli interessi.

@Pietro55: Facciamo così, se ci sono ancora due posti oltre a tutti quelli che abbiamo detto mettiamoci Carmen Consoli e rappresentare la Sicilia e Ligabue a rappresentare i giornalisti musicali sordi e dico "sordi" per una questione di rispetto che porto a JJ e a questo sito che giustamente non tollera caciara.

ugo ha detto...

personalmente,ma è il mio personale parere magari non condivisibile,io butterei agli squali tutta la musica reggae e simili tipo ska non fosse altro perchè priva di qualsivoglia originalità ma solo monocorde.facendo eccezione per il grande BOB MARLEY e pure qualcosian di PETER TOSH quando incidfeva per l'etichetta dei ROLLING STONES.
RIGUARDO IL COUNTRY ROCK non condivido appieno l'analisi poichè intanto NEIL YOUNG ha svariato su vari generi e poi era diciamolo pure l'aspetto quasi dark del country e basterebbe ascoltare il disco TONIGHT'S THE NIGHT pregno di atmpsfere malinconiche non certo melenso come un JOHN DENVER.poi salverei pure i POCO che ancor piu degli EAGLES hanno scritto belle pagine di country-rock e ovviamente il mitico supergruppo C.S.N.Y che,vi piaccia o no,perlomeno DEJA VU me lo porterei sull'isola altrochè!

MarioCX ha detto...

E' chiaro che Pietro ed io stiamo un po' cazzeggiando stivando il Titanic pronto ad essere accolto negli abissi di personaggi che non amiamo.
Non c'è pretesa di critica, è evidente.
Il country-rock classico, roba tipo Flying Burrito Brothers, ma anche la svolta country dei Byrds (o meglio di ciò che restava di quella grande band) lo detesto in modo inconciliabile, però certo alternative-country (aka "American Gothic") invece mi intriga.
Ho adorato il primo irraggiungibile album di Jim White "Wrong-Eyed Jesus (The Mysterious Tale of How I Shouted)" e pure "Secret South" dei 16 Horsepower.
A proposito: per quanto riguarda il primo disco citato, butta un occhio a questa recensione che scrissi ormai molti anni fa:
http://www.discoclub65.it/i-nostri-preferiti/rock-mainmenu-52/837-jim-white-wrong-eyed-jesus-warner-1997.html
Non mi piace il reggae nè musicalmente nè men che meno a livello concettuale, quindi Bob Marley e compagnia per me possono tranquillamente trovare posto sul mitico battello senza neppure pagare il biglietto, beninteso: di sola andata.
Ah! Dimenticavo: cuccette di terza classe a tutti i campioni del rap.

ugo ha detto...

JOHN perchè non ci partorisci la scheda sul primo album solista di JENNY SORRENTI "SUSPIRO" dove oltre ad un primissimo PINO DANIELE ci suona pure un membro dei R.R.R. oltre a PETER KAUKONEN già fratello di JORMA ciao ugo

Pietro55 ha detto...

Raga', vivo ai piedi degli Iblei, monti cari a "Montalbano sono",
e soprattutto a me. E visto che oggi è una giornata splendida, e
che fuori mi aspetta un esercito di amici "scalatori", che se fra
3 sec. non li raggiungo...

claudio65 ha detto...

Sul fatto che Alan Sorrenti abbia sempre tenuto un profilo comunque alto, sono d'accordo con J.J. "Figli delle Stelle" è un brano "easy", ma ben fatto, con basso e chitarre che funzionano alla grande e la voce di Alan sempre "giusta". Altre cose che ha fatto, erano un po' dozzinali, ma i tempi erano molto cambiati da quel magico 1972 di "Aria". In Italia, la strada per chi ha tentato di proporre altro rispetto alle consuete sbobbe sanremesi è sempre stata fortemente in salita. Perché, chi fa Musica, lo fa anche per avere qualche buon riscontro in termini di vendite e non solo complimenti e pacche sulle spalle da parte della critica.
Come Sorrenti, molti altri sono andati sul facile per vendere un po' di più. Senza scandalizzare alcuno, potrei dire che certi lavori del Banco degli anni ottanta erano francamente da pop non dozzinale, ma sicuramente commerciale. Per tacere delle Orme. E l'elenco potrebbe continuare, ma non dilunghiamoci.
Forse l'unico che è riuscito in Italia a trovare il giusto compromesso tra sperimentazione artistica ed accessibilità al grande pubblico è stato Battiato. Ma, qui parliamo di un genio straordinario, forse unico.

MarioCX ha detto...

Se negli anni '80 il Banco si è limitato a fare dischi inutili, le Orme sono andati oltre: hanno perso la dignità.
Me li ricordo con acconciature alle Spandau e movimenti robotici a scimiottare il sinth pop allora imperante con brani imbarazzanti come "Rosso Di Sera" (bel tempo si spera!, gran testo!).
Guardare per credere (e rabbrividire):
https://www.youtube.com/watch?v=qhmLunwGNdA
Allora meglio l'Alan pop-crooner di "Non o che darei".

Pietro55 ha detto...

MariuzzuCX, ora che ho fatto il pieno di ARIAiblea, chiarisco che per "farei
affondare un transatlantico" intendevo dire che l' avrei talmente caricato a
suon di meraviglie americane, da metterlo a rischio. Quindi mi scuso se non

sono riuscito a farmi capire. E, in ogni caso, nell' Isola che non c'è,
mizzica se non sarei sbarcato insieme a tutti quelli già citati. Anzi, ci
aggiungo pure Zappa, It's a beautiful day, gli sgangherati Fugs e David Peel
... u reggae mai!, u country mancu e cani, u rap all' inquisizione, e per
farla breve un pizzico dei bei cantori della civiltà hippie I. S. B. E ahimè,
quei bravi ragazzi del rock romantico, così colti, freddi e tecnici da meritarsi
una pallottola in fronte. A patto che nessuno mi tocchi i caini di In the
court...Foxtrot, Close to the edge e compagnia canterina.
Un saluto



MarioCX ha detto...

Perbacco!
Un caso di diametrale fraintendimento!
Io me li volevo togliere dalle palle per sempre, tu volevi sbarcare inseme a loro su un'isola per goderti le loro litanie ad libitum...beh, purchè l'isola sia ben lontana dalle mie orecchie!
Un caro saluto
MCX
P.S. Ora esco anch'io che qui a Savona sembra sia arrivata già la primavera...

Monica ha detto...

JJ ma perchè cerchi tanto Angeli di strada? Non mi sembra fosse un album memorabile... Bacio... sei sempre nelle mie lettture...
Monica

JJ ha detto...

@Monica:
Nostalgia allo stato puro. Mi ricorda momenti piacevoli, la passavo spesso in radio, e vorrei vedere che effetto mi fa oggi. Tutto lì.

@MarioCX:
Grazie della dritta.

ravatto ha detto...

Ciao John e ciao a tutti, a proposito di meteore progressive che ne pensate di Mu di Riccardo Cocciante?

ugo ha detto...

ciao ravatto(il tuo nome mi fa pensare ad un topo ratto scherzo eh!) sappi che già tempo fa indicai a JOHN questo disco ma lui mi rispose che era off-topic per cui..............nessuna scheda al riguardo!

J.J. JOHN ha detto...

Mah, visto che insistete, magari potrei anche pensarci. Anche perché in fondo ci ha suonato un ben di Dio di gente progressiva: Maurizio Giammarco dei Blue Morning, Canzoniere del Lazio e New Perigeo, poi con Furio Di Castri(Dedalus) nei Lingomania; Carlo Rustichelli (Rustichelli e Bordini); Joel Vandroogenbroeck (Brainticket), e altra gente del giro della Delta Italiana che ebbe tra i suoi artisti i Flea on The Honey e l'ex Metamorfosi Davide Spitaleri.
Devo avere il tempo di riascoltarlo però. A parte "Ora che io sono luce" (che mi piaceva poco o niente)non ricordo molto di quel disco. Vedremo.

PS: Ravatto "topo-ratto"? Ugo, che cretinata!
A me invece ricorda il Raval: oggi uno dei più vitali quartieri di Barcellona.

Anonimo ha detto...

In "Mu", a mia memoria, cantava anche il trio de "Le voci blu", che incise un discreto lp per la MiMo. Correggetemi se sbaglio!
Davide

JJ ha detto...

Davide, Credo fossero invece le Baba Yaga, poi diventate famose con Boncompagni & Co.

Anonimo ha detto...

Ho fatto una ricerca, cito wikipedia: "Sempre nel 1972 pubblicano il loro album, prodotto da Lilli Greco e Paolo Dossena, con cui si staccano dal pop dei dischi precedenti avvicinandosi al rock progressivo; nel disco vi è anche una canzone scritta per loro da Riccardo Cocciante, It's Over, It's Over, It's Over, e le tre ragazza partecipano all'incisione del primo album del cantautore, Mu (in cui sono accreditate non come gruppo ma con i nomi da soliste)".
Davide

JJ John ha detto...

Hai ragione Davide, mi sono confuso io (Cocciante non è il mio forte): in MU è presente la terza formazione delle Voci Blu, ma citate singolarmente: Elisabetta Leocata, Gianna Giovannini, Luisella Chiovacci.

Le Baba Yaga (Isabella Sodani, Rita Mariano, Patrizia Neri) sono state invece le coriste di Rino Gaetano in "Mio fratello è figlio unico" e per un altro esercito di cantautori.

Anonimo ha detto...

Nessun problema, JJ. A proposito, che ne pensi de Le voci blu? Ho da poco acquistato il loro lp ad un buon prezzo, e non mi sembrano affatto male.
Davide

MarioCX ha detto...

@ugo e JJ:

non conosco la provenienza geografica dell'utente "ravatto", ma in dialetto ligure "ravatto" significa qualcosa come "piccolo oggetto sgraziato e di poca importanza".

ravatto ha detto...

Esatto! Quella è la traduzione letterale, ma può essere anche un appellativo scherzoso, tipo GUNDUN! :))))))

MarioCX ha detto...

"GUNDUN" (da "condom", preservativo) viene usato per lo più per definire una persona furba, seppure in modo un po' maldestro, ma non particolarmente malevola o cattiva come lascerebbe intendere il termine "furbo" di per sè e comunque senza la volontà di arrecare danno agli altri.
Diciamo che se durante una sarata tra amici un uomo mette in atto una strategia per restare solo con una donna, venendo facilmente sgamato dalla compagnia si dice: "tiei in bellu gundun!" (sei un bel -)

claudio65 ha detto...

Da genovese, devo dire che qui si stanno usando "parole del gatto" :-) E non mi riferisco a "ravatto" ... Scherzi a parte, "gundun" si usa come forma bonaria di "testa di ..." Lingua strana il genovese, incrocio di mille idiomi che vanno dal francese, al piemontese, all'inglese (la parola "stocchefisciu" deriva direttamente da stockfish) e persino un bel po' di termini di origine araba.
Eppure, è una lingua molto musicale. La tradizione della canzone dialettale genovese non è meno florida di quella napoletana, anche se meno conosciuta.
Come nella Napoli di Alan Sorrenti, anche a Genova le influenze jazz e rithm&blues di provenienza americana hanno spianato la strada al rock, facendo di Genova e Napoli due autentiche capitali del progressive rock. Ed in entrambe le città, la vena rock si è innestata sulla tradizione dialettale, anche se a Genova non abbiamo avuto gente che ha avuto il coraggio di suonare rock in ... dialetto. Anche se, tra loro, i rocker progressivi degli anni settanta parlavano spesso tra loro in vernacolo, anche se parecchi di loro - dato curioso -erano di origine sarda (Marco Zoccheddu, Giorgio Usai, Nico Di Palo, tanto per fare tre nomi).

taz ha detto...

...per finire con parole dell'idioma Genovese dico:....Belin che due LP ha fatto Alan.....ciao

Anonimo ha detto...

Buon disco pieno di grandi musicisti come nel precedente !

Molto belle L'Angelo e Serenesse

Interessante anche il disco successivo omonimo del 1974

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Dignitoso ma non particolarmente significativo il disco Sienteme, it's time to land del 1976

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Poi dopo il buio, eccetto i brani Figli delle stelle e Tu sei l'unica donna per me che ho trovato sempre gradevoli anche se abbastanza trascurabili .

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Di Sorrenti consigliato anche il 45 giri del 1975 con il brano Le tue radici diviso in due parti ; I parte cantata sul lato A e II parte strumentale con vocalizzi sul lato B .

Carini ma trascurabili i singoli Non so che darei del 1980 e La strada brucia del 1981

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Il lungo brano finale Come un vecchio incensiere all'alba di un villaggio deserto per me è straordinariamente affascinante, pur nella sua frammentarietà . Stilisticamente visionario e lucidamente folle, è secondo me complementare al brano Aria del disco precedente, senza la magnificenza timbrica e l'ardore di quel brano, ma con un'intensità sperimentale e una sofferenza che ne risaltano la bellezza .

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Riascoltato oggi, a mio avviso questo disco, pur lontano dalla magnificenza del precedente Aria, si conferma un gioiello musicalmente intenso ed evocativo, davvero emozionante !

Michele D'Alvano

rael ha detto...

@claudio65 la madre di Nico di Palo era di Carloforte, ma ci teneva a ribadire di non essere sarda. Non tutti sanno che i carlofortini sono altezzosi e con la puzza sotto il naso, personalmente ne ho conosciuti una ventina e nessuno fa eccezione. Zoccheddu, Usai, Serra, Manca sono cognomi di origine sarda ma se ne trovano tanti in Liguria!