Formula Tre: Dies Irae (1970)

formula tre dies irae 1970Febbraio 1970: top ten della rivista "Giovani". Tra i vari Morandi, Modugno, Ranieri e Sinatra, fa capolino il 45 giri di un anomalo terzetto di musicisti, già noti per essere stati il gruppo di accompagnamento di Lucio Battisti nel 1969.
Il disco, celebre anche per essere stato il primo 45 giri di un gruppo edito dalla "Numero Uno" (la discografica dello stesso Battisti) ha per titolo "Questo folle sentimento".
Il gruppo si chiama "Formula 3": Alberto Radius, Tony Cicco e Gabriele Lorenzi.


Radius è già un rinomato chitarrista. Nativo di Roma, inizia la sua carriera (settemila lire al mese) con l'orchestra di Mario Perrone per poi unirsi ai napoletani Campanino (successivamente Big Ben). Appena maggiorenne poi, si ritrova a Milano a militare nei Simon and the Pennies. Questi ultimi però, chiudono brutalmente la carriera a Torino quando durante il concerto di capodanno, il cantante Simon declama ubriaco una serie di insulti all'Italia di fronte al questore locale.
Rimasto disoccupato, Radius però non demorde e si ricorda dell'invito del vecchio amico Franz di Cioccio ritrovandosi prima nei Quelli e successivamente nella PFM in sostituzione del coscritto Mussida, venendo sbattuto via malamente al suo ritorno.
Infine, grazie all'impresario Franco Mamone e allo sponsor Amati (proprietario del club L'Altro Mondo di Rimini) che mette a disposizione due mesi di vitto, alloggio e impiantistica, assembla la Formula Tre con l'ex "Samurai" Gabriele Lorenzi che conosceva già ai tempi dei night clubs e il fratello del suo amico napoletano Ciro Cicco: Tony, un giovanissimo e biondissimo batterista prodigio il cui talento lo porta nei primi anni '60 ad esibirsi nelle balere di mezza Europa.
Lorenzi, dal canto suo si distingue invece come ottimo tastierista rock-blues e che all'occorrenza si cimenta anche al basso.
In pochi lo sanno, ma mentre i nostri si godono la loro prima hit e sfornano successivamente un successo dietro l'altro (tra cui "Sole Giallo sole nero", "Io ritorno solo" e la splendida "Se non è amore cos'è"), stanno contemporaneamente realizzando sotto l'egida di Battisti, un Lp destinato a far storia.

Di fatto, dopo pochi mesi dall'ultima affermazione a 45 giri, fa capolino sugli scaffali il loro primo album l'album "Dies Irae" con tanto di splendida copertina in puro stile psichedelico e 37 minuti di musica intensissima.
Otto brani che non solo consolidano il definitivo spartiacque tra "vecchio e nuovo", ma che ribadiscono quanto fosse praticabile l'evoluzione del post-beat in un linguaggio "underground", moderno ed autotoctono.


L'LP si apre con il brano omonimo: sette minuti e mezzo "presi a prestito" da un vecchio 45 dei "Samurai" di Lorenzi ("Dies Irae", appunto), ed è' subito un terremoto timbrico con tanto di chitarre in larsen, percussioni pesantissime, tastiere barocche e cori tenebrosi.
Il tutto a far intendere che, anche se la Formula Tre veniva considerato un gruppo commerciale (per non dire fascista),i tre musicisti dimostravano di avere le idee ben chiare su come si sarebbe evoluto il rock negli anni a venire.
Ad esempio, il finale di "Dies Irae", asciutto, corposo e pesante traccerà anche la strada per quello che sarà il capolavoro prog della Formula, "Sognando e risognando" (1972).

Il resto dell'album, composto principalmente da cover riarrangiate in chiave hard, ci fornisce ulteriori dimostrazioni di capacità creativa (vedi la stralunata versione di "Non è Francesca" di Battisti, l'assolo di batteria in "Sole giallo, Sole Nero" ecc.) mettendo di volta in volta in luce le indiscutibili e poliedriche capacità esecutive dei singoli musicisti che, tra l'altro, ebbero mano libera nella realizzazione degli arrangiamenti.

Realizzato praticamente in presa diretta, "Dies Irae" ha stabilito a suo modo un "punto di non ritorno" della musica Italiana riuscendo a mutuarne perfettamente la tradizione melodica con le nuove pulsioni pop-rock pre-progressive.

Questo, beninteso, perdonando le inevitabili ingenuità dell'epoca e la derivazione non propriamente "movimentista" della produzione Battisti-Mogol.


Mai aderenti alle avanguardie politiche e conseguentemente snobbati dallla parte più trasgressiva dell'audience, ebbero comunque un loro preciso ruolo "a se stante" e seppero portarlo avanti più che dignitosamente fino allo scioglimento (1973).


Un album da suonare "a tutto volume", come caldamente consigliato sulla label del 45 giri "Se non è amore cos'è?".

FORMULA TRE - Discografia 1970 - 1973:
1970 - DIES IRAE
1971 - FORMULA TRE
1972: SOGNANDO E RISOGNANDO
1973: LA GRANDE CASA

17 commenti :

Gianni Lucini ha detto...

Insieme a "La grande casa" è l'esempio di come la Formula Tre sia stata un gruppo importante per il pop rock italiano. I tre si integrano alla perfezione e ciascuno ha il suo ruolo. Un gigante è Alberto Radius, ma
Gabriele Lorenzi secondo me è stato un po' troppo sottovalutato. Anni dopo l'ho rivisto proprio a Milano mentre faceva il pianista di piano-bar. I suoi compagni non s'erano ancora rimessi insieme ma lui escludeva una "ricongiunzione".

Anonimo ha detto...

E' vero, povero Gabriele. Poi ha fatto qualcosa con gli altri nel 1990 ma è riscappato subito. D'accordo che era il più "sostituibile" di tutti, ma probabilmente era anche il meno motivato a tirarla troppo in lungo.
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Scusa, ammesso che "Rapsodia di Radius" è un brano che amo alla follia, ma tu preferisci "La grande casa" a "Sognando e Risognando"???

Gianni Lucini ha detto...

Si. Mi sembra più geniale, più aperta a evoluzioni che poi non ci sono state

Anonimo ha detto...

Questo splendido Album lo posseggo in vinile originale del 1970! Proprio un bel Disco, dove si fondono un elegante Pop quasi mai scontato e qualche sonorità Prog! La mie preferite, oltre la title-track è "Sole Giallo, Sole Nero". Che dire poi di una personalissima versione di "Non è Francesca"?! Totalmente denudata dalla melodia Battistiana!!! Meno coinvolgente il successivo Album, ma comunque buona Musica!

Anonimo ha detto...

Gran bel disco.Il pezzo Dies Irae
ha secondo me anticipato molti gruppi che poi sarebbero andati oltre

Anonimo ha detto...

Molto "Sabbatico", aggiungerei...

Anonimo ha detto...

Un altro dei dischi italiani che amo alla follia,ho sempre ammirato in loro la capacità di coniugare la tradizione melodica con la ricerca d'avanguardia,eccezionali musicisti con Radius che resta senz'altro uno dei migliori chitarristi nazionali.

Anonimo ha detto...

Posso dire che Gabriele e´ stato veramente sottovalutato e toni sopravalutato.
Se la Formula 3 e´nata non e´ stato per merito di Alberto o di Toni.
Nell´ estate del 1968 ho fatto un gruppo assieme a Gabriele, Goran poi chitarrista di Vasco Rossi, ed un certo Aldo batterista molto valido anche.
Ci siamo sciolti in marzo o aprile del 1969, io non volevo assolutamente fare musica di cantautori italiani. Toni abitava nella stessa pensione assieme a noi, ed e´ li che Gabriele lo ha conosciuto. Abbiamo fatto poi ancora un supergruppo assieme ad un sassofonista, Claudio Pascoli, uno dei TOP in Italia ( Celentano, Ramazzotti, ecc.)Io e Gabriele abbiamo ancora contatti e la nostra amicizia vive sempre, anche se siamo lontani.
Io suono in Germania le Tastiere, Gabriele e` stato il mio maestro, con una Oldies-Band in concerti con Rinnomate Band come Procol Harum oppure Status Quo.

Anonimo ha detto...

Credo che sia "stupid " dire che Gabriele Lorenzi fosse il piu' "sostituibile . Ganriele ha avuto una musicalità che pochi musicisti HANNO e tutt'ora HA .Pensa che il dies irae è stato fatto in diretta senza prove con un assolo di pedaliera all'oragano Hammond...!pochi lo facevano a quei tempi. Simonetti è stato un grande estimatore di Gabriele e come tantissimi altri era emozionato quando l'ha incontrato la prima volta ...!Mi fermo qui ciao

J.J. JOHN ha detto...

Per carità, lo dicevo in senso traslato riferendomi al fatto che era il meno "personaggio" dei tre.
Intendi la cosa come quando Tony Stratton Smith ha detto che nei Genesis "tutti erano sostituibili tranne Tony".
Non me ne vogliate Tu e Gabriele che tra l'altro stimo moltissimo e saluto.

volteio ha detto...

Non vorrei essere frainteso o capito male.......
Tonino sopravvalutato si, ma indiscutabile sulla sua bravura, sia alla batteria che al canto.
Riguardo Alberto, e´ uno dei migliori chitarristi che abbiamo avuto in Italia.

Anonimo ha detto...

Approfitto del fatto di essere reduce (e molto soddisfatto) da un ascolto ad alto volume di Dies Irae per scrivere questo breve commento anche se vedo che il "dibattito" è fermo dal 2009: in effetti non ho molto da dire a parte che la Formula 3 è una bella scoperta/riscoperta; voglio solo farti i complimenti (JJ) perchè mi capita sempre più spesso di usare questo sito e mi sembra veramente fatto bene, una miniera di informazioni e curiosità che mi hanno fatto tornare voglia di ascoltare i vecchi vinili, inoltre i forum sono garbati, insomma bravo/bravi! Se avrò tempo in seguito magari darò il mio contributo, comunque intanto sappi che leggo spesso le schede sui dischi.
ciao
enrico

JJ JOHN ha detto...

Grazie Enrico per i complimenti.
Sappi che un tuo contributo è sempre gradito, per non dire necessario.

Sai, Classic Rock è in piedi da tre anni e molti post sono stati scritti e commentati a caldo tempo fa.
Essendo però diventato ormai il principale crocevia degli appassionati di Prog italiano, capita che, come in questo caso, delle monografie riprendano vita, intervengano i protagonisti (ce ne sono davvero tanti) e qualcuno commenti o si faccia vivo anche a distanza di anni.

Questo non può che rendermi orgoglioso perchè... insomma... 30.000 visite al mese non sono mica uno scherzo.

Mi fa anche piacere che tu abbia notato l'impostazione dialettica.
Niente insulti, offese, parolacce. Solo opinioni, pensieri e al limite conflitti, ma niente volgarità.
Di quelle, ne dobbiamo sopportare già troppe.
A risentirci prestissimo, quindi. JJ

giody54 ha detto...

Secondo me sono stati bravi a calibrare la canzonetta italiana con il rock,non li ho mai visti dal vivo,e questo mi dispiace un po',ottimi musicisti..Dies Irae è stravolgente

taz ha detto...

Effettivamente uno dei pochi gruppi Italiani che non ha bisogno di restare chiuso in sala di registrazione 2 mesi.....sicuramente il fatto di aver suonato "live" per molto tempo gli ha dato una compattezza strumentale unica.....e forse anche il fatto di essere "sotto" l'ala del duo Mogol/Battisti e la Numero Uno....ascoltatevi l'ultimo di Radius...ne vale la pena!! ciao

Ekphrasys ha detto...

Sicuramente il primo gruppo italiano ad andare "oltre".. Ma "dies irae" è una cover di un gruppo svizzero tedesco a nome "kiss inc.". L'originale si chiamava "(hey) Mr. Holy Man"... Cove rizzata da una miriade di gruppi mitteleuropei e dai nostri.. Anni dopo pure i famigerati squallor ne fecero una
Cover, uno dei loro primissimi pezzi: "indiani a Warlock". Saluti

Anonimo ha detto...

Lavoro discreto, musicalmente potente e con buone soluzioni melodiche

Michele D'Alvano