Panna Fredda: Uno (1971)

Panna fredda Uno

NUOVA VERSIONE
Siamo a Roma nel 1969 quando sulle ceneri dei "Figli del Sole" e dei "Vun Vun" (dal nome di un celebre locale Beat della capitale), si forma il quartetto dei "Panna Fredda", inizialmente votato al psych-melodico e successivamente approdato a un aristocratico Pre-Prog.
I suoi componenti sono il cantante/chitarrista Angelo Giardinelli, il bassista Carlo Bruno, il tastierista Giorgio Brandi e il batterista Filippo Carnevale

Scritturati dalla Vedette di Armando Sciascia grazie a una raccomandazione del cantante Roby Crispiano, esordiscono nel 1970 con due 45 giri assai raffinati dal punto di vista strumentale: Strisce rosse / Delirio (quest’ultima scritta da Silvio Settimi, cantante dei popolarissimi Jaguars )" e "Una luce accesa troverai / Vedo lei".
 "Strisce rosse", ebbe diversi passaggi a Per Voi giovani, rimase un mese al primo posto della classifica di Bandiera Gialla, ma infelicemente nessun altro brano ebbe pari riscontro malgrado le lusinghiere apparizioni del gruppo ai Festival Pop di Caracalla, Kilt Club e Viareggio Pop.
 
Fortunatamente però , quel minimo di visibilità ottenuta con i due singoli fu sufficiente alla band per incidere un intero album, anche se a costo di un radicale rimpasto della formazione: Lino Stopponi sostituì Brandi, passato dopo il servizio militare ai Cugini di Campagna, Filippo Carnevale si sposò lasciando il posto a Roberto Balocco e Carlo Bruno venne rimpiazzato da Pasquale Cavallo detto “Windy”, successivamente nei Cammello Buck, primo nucleo dei“Rustichelli e Bordini
Della formazione originale rimase dunque il solo Angelo Giardinelli, che a quel punto, da grande fan degli Uriah Heep e dei Vanilla Fudge qual’era (i dischi pare li avesse avuti in regalo dalla figlia dell’ambasciatore americano in Tunisia di ritorno dagli USA), decise di virare decisamente verso un sound più sperimentale e proporre “qualcosa di nuovo e di mai sentito in Italia". 

Uscì così nell’inverno del 1971 l'unico album dei Panna Fredda intitolato "Uno”, corredato di una solida copertina in cartoncino pesante, di un look accattivante e di una grafica efficace pur se mutuata dal disco live di Paul Butterfield del 1970

All’interno della copertina apribile compaiono i testi i cui titoli sono tradotti in inglese e sul retro, c'è anche un’accorata presentazione del disc jockey Paolo Giaccio che apparentemente non solo fu un grande estimatore della band, ma fu probabilmente l’uomo senza il quale “Uno” non sarebbe mai uscito.
Infatti, poco dopo che Sciascia accettò di scritturare i Panna Fredda sperando di aver trovato in loro i nuovi Pooh (che nel frattempo se ne stavano andando via dalla Vedette), dovette rendersi conto che le intenzioni del Giardinelli erano tutt’altro che melodico-commerciali e cominciò ad osteggiare il gruppo in tutti i modi possibili. Il tutto al punto di bloccare l’uscita del disco che era già prevista nel 1970. 

Storica in questo senso fu una sonora litigata tra Sciascia e Giardinelli che si mandarono a quel paese mentre l’interfono acceso amplificava i vari improperi in tutto lo studio. 
Furono solo Mario Luzzatto Fegiz e in particolare Paolo Giaccio di Per voi Giovani a supportare il quartetto dando loro la possibilità di spiegare le cose in interviste dal vivo. La Vedette fu messa sotto pressione e alla fine il disco venne pubblicato.

Ormai però si era fatto il 1971 e la band si era praticamente sciolta dopo aver provato invano a supplire la dipartita di Roberto Balocco - passato ai Capsicum Red - con Francesco Froggio Francica(RRR, Procession e Kaleidon)

In più, l'album non venne neppure promosso e il risultato fu che Uno passò totalmente inosservato.

Un vero peccato perchè sin dal primo brano "La paura", Uno si rivelò per l'epoca un vinile strabiliante e magico: il sound è  limpido e compatto, la voce piena e grintosa e il groove dei brani sembra anticipare di almeno un anno quello che sarà il Progressive maturo. 

La strutturazione dell’ LP è in forma di “concep" e, come annotato in copertina, racconta del ”giorno in cui l’amore uccise l’odio”. 
Un disco dunque in pieno stile “undeground” ma che a differenza di certi sottoporodotti fu ben lungi dall’essere autoreferenziale. 

La parola "monotonia" non esiste e ogni sezione del disco profuma di novità: dal sapiente accorpamento di tastiere e chitarre, all’uso del clavicembalo ne "Il vento, la luna e pulcini blu"; dalla reprise dell'inno italiano in "Scacco al re Lot", sino agli effetti di sintetizzatore curati da Enzo “Titti” Denna, più tardi storico fonico di Battiato negli anni 80. 

La poca effettistica disponibile ai tempi viene usata con una modernità sorprendente e diciamo pure che a parte qualche debito con i Gracious di Heaven (1970) in "Un re senza reame", i Panna Fredda si distinsero davvero per coraggio.
In quegli anni, in fondo, imperavano pur sempre Massimo Ranieri e Iva Zanicchi.

47 commenti :

V I K K ha detto...

Uriah Heep??!! Gia questo basta per fasre scattare l'ascolto!

Anonimo ha detto...

Vermente un bel disco, soltanto in alcuni punti la voce a me piace poco..

Andy

Anonimo ha detto...

Questo disco è proprio un gioiellino!L'altro giorno l'ascoltavo e mi chiedevo come mai non l'avessi ancora recensito,non ti sfugge niente!Trovo che sia uno dei capolavori "nascosti" del nostro prog,chi non ce l'ha se lo procuri di corsa...

Andrea LR

Gianni Lucini ha detto...

Vero tutto, ma i componenti no stavano insieme neppure se li incollavi... questione di carattere :-)

isidax ha detto...

ognitanto ricordo questa pass....

Giampaolo ha detto...

Sul libro della Giunti si dice che l'album fu fatto uscire per merito di Renzo Arbore e che qualche pezzo fu fatto ascoltare al programma "Per voi giovani".
Un pò di promozione c'è stata...
anche se non è servita a niente.
Ciao e magari stasera ascolto l'album.

Anonimo ha detto...

Si è proprio così, ma fu "spinto" solo il brano "Delirio". Gli altri purtroppo, non furono altrettanto considerati.

Anonimo ha detto...

Il disco è bello,niente da dire,la matrice degli Uriah si avverte in alcuni punti,ma ci mettono tanto del loro.
Bella,e vera (almeno per me) la frase che chiude questa recensione.

Anonimo ha detto...

Curiosità: Giorgio Brandi il tastierista ha poi avuto luminosa (?) carriera nei Cugini Di Campagna....

Anonimo ha detto...

Onorato di avere contribuito a questo magnifico sito!

L'ho scoperto oggi per caso e ci sto sguazzando da ore...

davide ha detto...

ciao a tutti.
si, bel disco, coraggioso ed innovativo per l'epoca.
però pesano un paio di plagi clamorosi. uno ai gracious di "heaven", l'altro ai quatermass.
peccao veniale, direte. si, forse. però volevo rimarcarlo, per dire che non tutto è farina del loro sacco!

Giulio ha detto...

Ciao John,ho trovato questa lunga dichiarazione di Angelo Giardinelli.Secondo me molto eccitante, toccante, commovente...
La riporto per intero per restituire un minimo di giustizia(lo so, ormai i giochi son fatti...) a un gruppo VERAMENTE sfortunato e sottovalutato.

Alcuni ricordi di Angelo Giardinelli, febbraio 2005

GLI INIZI
Dopo il periodo del gruppo VUN VUN (prendemmo nome da un locale del tipo Piper, Titanus e Kilt, ognuno di questi locali aveva un suo gruppo cosi noi diventammo i Vun Vun), a quei tempi facevamo musica funky e rhythm & blues, avevamo tre fiati e l'esperienza fu per alcuni di noi più noiosa che divertente.
Tutti i gruppi facevano quel genere e noi volevamo fare un quartetto rock e blues ma non essendo commerciale dal punto di vista delle serate, tutti ci sconsigliavano di farlo.
I Panna Fredda sono nati di nascosto del nostro impresario, di nascosto dei nostri sassofonisti e trombettisti e di nascosto della direzione del Vun Vun che ci voleva cosi.
Io ero tornato da una tournee in Tunisia due anni prima con degli LP quasi introvabili in Italia o per lo meno molto sconosciuti, di Vanilla Fudge, Jimi Hendrix, Moody blues e King Crimson. Me li aveva regalati la figlia dell'ambasciatore americano in Tunisia appena ritornata dagli States. Mi sono innamorato subito di quella musica ed ho sentito un richiamo speciale. L'ascoltavo giorno e notte (compresi i Pink Floyd).
Ogni volta che cercavo di farli ascoltare ad altri musicisti mi prendevano per matto dicendo che quella musica non avrebbe mai attaccato in Italia. Finché, avendo bisogno di un nuovo bassista conobbi Carlo Bruno con il quale divenni subito grande amico e appassionati della stessa musica cominciammo a fare i piani per un nuovo gruppo.

Giulio ha detto...

...A quei tempi, un quartetto senza fiati era quasi impensabile. Era la fine degli anni '60 e anche se dall'America e dall'Inghilterra arrivava musica nuova, in Italia imperversavano Wilson Pickett e James Brown. Suonai "Hey Joe" per Carlo Bruno e anche per lui fu amore a prima vista.
Riuscimmo a convincere Giorgio Brandi, il quale era stufo degli strumentisti a fiato più per motivi di personalità che musicali. La parte più dura fu convincere Filippo Carnevale, il batterista, fratello del sassofonista Giulio del quale era vittima subordinata. Quindi per lui non fu solo una scelta di cambiare genere musicale ma anche quella di staccarsi dall'influenza dominatrice di suo fratello maggiore.

Giulio ha detto...

PANNA FREDDA
Alla fine, di nascosto avendo trovato un posto segreto dove fare le prove, nacque il quartetto.
Avevamo bisogno di pezzi da incidere per un provino. Io conoscevo Roby Crispiano, cantautore alla Bob Dylan, considerato di "protesta", il quale aveva già inciso dei dischi e gli andava piuttosto bene. Io e Carlo ci recammo da lui, che si offrì di diventare il nostro manager discografico, e ci fece ascoltare dei pezzi molto melodici che non rispondevano ai nostri desideri.
Io e Carlo decidemmo di provare ad arrangiarne qualcuno, in particolare scegliemmo Strisce Rosse. Pensavamo di arrangiarlo alla Vanilla Fudge con un po' di chitarra distorta alla Jimi e dare alle voci una vibrazione che somigliasse al Leslie dell'Hammond. Arrangiammo il pezzo e ne trovammo un'altro, Delirio di Silvio Settimi dei Jaguar, un quartetto di chitarre abbastanza famoso a quei tempi che si rifaceva molto agli Shadows. Anche Silvio si stava appassionando a Jimi Hendrix e perciò considerato pazzo dal resto del suo gruppo.
Con Filippo e Giorgio arrangiammo i due pezzi che sarebbero stati il nostro provino alla Vedette Records, Roby ci aveva procurato un audizione con il Maestro Armando Sciascia.
Decidemmo che io avrei cantato Strisce rosse e Giorgio Delirio. Il provino fu rifiutato dal Maestro Sciascia con la scusa che non era commerciale. Noi, io in particolare, ci arrabbiammo moltissimo e, chiusi nello studio di registrazione lo accusammo di essere retrogrado e incompetente. Non sapevamo che la nostra conversazione che pensavamo privata tra di noi, era invece monitorata da un microfono del quale il maestro Sciascia si serviva per ascoltare dal suo ufficio ciò che succedeva negli "studios".
All'improvviso sentimmo la sua voce che ci chiamava da uno speaker "Uno di voi venga su in ufficio da me, devo parlarvi".
Tutti guardarono me, cosi andai io. Premetto, come ha detto Giorgio nella sua intervista, che tra di noi non c'era un vero e proprio Leader, però guardavano tutti me quando c'era qualche problema con qualche proprietario di locale o qualche lavoro "sporco" da fare. Andai nel suo ufficio, io capellone, arrabbiato e pieno di cose da dirgli, lui musicista classico famoso ma soprattutto imprenditore ricco e ben vestito. Io, un ufficio cosi l'avevo visto solo nei film.
Senza stringermi la mano mi indicò la sedia e prima che io iniziassi a dirgli di tutto mi disse: "Facciamo uscire un 45 giri e vediamo che succede. I Pooh non stanno vendendo più (i Pooh erano con la Vedette record a quei tempi e dopo Piccola Katy non avevano azzeccato un pezzo giusto) e la Vedette ha bisogno di un nuovo gruppo".

Giulio ha detto...

...Poi si alzò mi strinse la mano e disse "La mia segretaria vi farà firmare una opzione e poi vi invierà il contratto".
La conversazione era terminata e mentre stavo per andarmene ancora un po' frastornato mi chiese: "Come vi chiamate?". "Angelo" risposi. Lui fece una faccia strana e chiese: "Il gruppo si chiama Angelo?". Mi resi conto che non avevamo ancora pensato a come chiamarci. "Cambieremo nome" dissi , e lui "Fate una lista e mandatecela al più presto, potremo consigliarvi anche noi e vedrai che non sono poi cosi retrogrado".
Eravamo sotto contratto per tutta l'estate in un club a Caorle (Venezia) eravamo in 6 ma noi quattro ci riunivamo spesso per discutere il nome da inserire nel contratto e nel disco che sarebbe uscito a settembre. Gli altri due non sapevano ancora niente del nostro contratto ma già era nell'aria la divisione.
La lista che mandammo alla Vedette aveva una ventina di nomi diversi, tra cui, uno degli ultimi era appunto Panna Fredda, un po' nella falsa riga dei Vanilla Fudge (Dolce alla vaniglia) ai quali a quei tempi ci ispiravamo. Dopo pochi giorni la Vedette ci chiamò al telefono per dirci che a loro piaceva molto il nome Panna Fredda. Un mese dopo eravamo sotto contratto

Giulio ha detto...

I SINGOLI
Dopo poche settimane dall'uscita di Strisce rosse eravamo nella classifica di "Bandiera gialla" (La Hit Parade di quei tempi condotta da Boncompagni e Arbore). La seconda stampa del disco aveva la bandierina gialla in un angolo della copertina con scritto "4 settimane 1° a Bandiera Gialla". La Vedette ci comunicò che, come da contratto, avremmo dovuto produrre 2 singoli e un LP ogni anno, ci mettemmo subito al lavoro e prima dell'estate del '70 usci Una luce accesa troverai e Vedo lei. Le mie prime composizioni.
Giorgio ricevette la chiamata alle armi già rimandata con qualche espediente, ma stavolta doveva andare. Cercammo un organista, ne provammo tanti. Nello stesso periodo venni a sapere che Carlo stava provando con altri musicisti. Ci parlai e capii che voleva andarsene. Voleva suonare con un gruppo che faceva Black Sabbath, Cream etc.
Eravamo dimezzati e dovevamo lavorare sul LP. Trovammo l'organista Lino Stopponi un ragazzo con una profondità interiore con il quale strinsi subito un'amicizia profonda che sostituì quella con Carlo. Lino dimostrò subito una saggezza umana che ci conquistò tutti, trovammo Windy [Pasquale Cavallo], un bravissimo bassista che avevamo conosciuto a Caorle il quale fu felicissimo di venire con noi.

Anonimo ha detto...

L'LP
Il gruppo era più forte e più unito che mai, cominciammo subito a lavorare al repertorio composto maggiormente dai pezzi che avremmo inserito nel LP. Comporre La Paura diede una svolta al nostro genere, volevamo scioccare il pubblico. Il più scioccato fu proprio il maestro Sciascia che non ne volle sapere di registrare brani come Il vento la luna e i pulcini blu o Scacco al re Lot.
Cosi inizio la battaglia tra quello che noi volevamo fare e quello che la Vedette voleva che noi facessimo. Loro volevano dei nuovi Pooh e noi non lo eravamo.
Filippo Carnevale si sposò e decise di lasciare il gruppo. Windy propose il suo ex batterista Roberto Balocco, solo 17 anni ma bravissimo, che si fuse subito con noi.
Mentre preparavamo i pezzi per il LP (eravamo decisi a farlo anche contro Sciascia) suonavamo in molti club e discoteche in Italia, viaggiavamo molto e riscuotevamo un notevole successo con la presentazione live dei nostri nuovi brani e il nostro nuovo stile. Ci convincevamo sempre di più che dovevamo farlo uscire.
Ottenemmo dalla Vedette lo studio e un piccolo budget per produrre il disco. Ci aiutò molto una donna responsabile del settore estero della Vedette. Era un'americana e fu lei a convincere il maestro Sciascia a produrre almeno una "lacca" (si chiamava cosi il prodotto non finalizzato su materiale sintetico che poteva essere suonato con un giradischi).
Nel frattempo in Italia si organizzavano concerti POP sulla scia di Woodstock e Isola di Wight. Noi partecipammo a molti di loro e conoscemmo Paolo Giaccio e Mario Luzzatto Fegiz che a quei tempi avevano ereditato da Arbore e Boncompagni la trasmissione radiofonica "Per voi giovani" e la avevano resa veramente "Avant-Garde".
Giaccio prese la nostra situazione a cuore ed inizio a fare pressioni alla Vedette per fare uscire il disco. Ci organizzò delle trasmissioni radiofoniche Live dove noi potemmo dire come stavano le cose e gli ascoltatori cominciarono a protestare contro le case discografiche che impedivano lo svilupparsi della musica progressiva in Italia.
Il risultato fu che la Vedette decise di pubblicare l'album sul quale inserimmo, nella copertina, una lettera di Paolo Giaccio.

Giulio ha detto...

DOPO L'ALBUM
L'album non fu un grande successo per due motivi principali: 1) la Vedette non spinse neanche un po per farlo distribuire. 2) il fatto più triste, entrammo in crisi.
Windy voleva andarsene per fare una musica più psichedelica (dopo aver suonato insieme ad Arthur Brown per un paio di concerti Windy andò in crisi e voleva assolutamente fare quel genere).
Io tenni insieme il gruppo con altri elementi visto che avevamo dei contratti di serate già firmati e dovevamo comunque mantenerli, ma il gruppo ormai si era sciolto. "La Panna Fredda si è sciolta!" scrisse un giornalista di una rivista musicale.
La Vedette voleva farmi rispettare il contratto e chiese che io continuassi anche da solo a scrivere e che avremmo trovato i musicisti per registrare, ma il momento "magico" era finito.
Ma la voglia di musica in me non è mai morta. Adesso ho 10 figli, sia mia moglie che la maggior parte dei miei figli sono musicisti, con loro ho girato mezzo mondo e abbiamo suonato in molti posti.

Giulio ha detto...

lunga ma stupenda...

JJ John ha detto...

Grazie Giulio, il racconto è in effetti molto bello.
Una sola cortesia: quando riportate questo genere di documenti, citate sempre la fonte.
In questo caso, l'intervista ad Angelo Giardinelli del Febbraio 2005 è del mio amico Augusto Croce e pubblicata su (http://www.italianprog.it/)

Giulio ha detto...

certo, scusami.Faro' piu' attenzione in futuro.

Anonimo ha detto...

Ho scoperto per caso il Vs.sito solo per caso e non riesco più ad uscirne.

Il disco dei Panna Fredda è eccezionale.

Anonimo ha detto...

uhm...i Panna Fredda mi lasciano perplessi...secondo me c'era poca voglia vera di fare 'quella' musica a parte forse per Angelo Giardinelli fra l'altro, secondo me, tra i dischi che gli avevano regalato, oltre a quelli da lui citati nell'intervista, c'erano Gracious e Quatermass e pure il primo dei Black Sabbath...

Luciano

eldopop ha detto...

Panna Fredda,boníssimo rock progressivo!!!I´m from Brasil.
Listen www.eldopop.com.br
abraços,
Halfeld Carioca

amsterdam_focus@hotmail.com

giody54 ha detto...

Ottimo disco,uno di quelli che tutti coloro che amano il prog italiano dovrebbero ascoltare assolutamente

DogmaX ha detto...

Album davvero gradevole, ma in certe parti NON E' FARINA DEL LORO SACCO. Un Re Senza Reame, per esempio, presenta un doppio plagio, anzi, un plagio e mezzo diciamo.

Ascoltate le note del "diciamo" ritornello di Un Re Senza Reame e Heaven dei Gracious, pubblicato un anno prima... IDENTICHE!!

Il finale poi, è smaccatamente ispirato a Gypsy degli Uriah Heep, ma fino a qui, ci può stare... ma il plagio di Heaven no, davvero. Cioè quando vi dico che sono IDENTICHE, SONO DAVVERO IDENTICHE!!

Un Re Senza Reame (minuto 1:31) >>> http://www.youtube.com/watch?v=PreffDpNor0

Heaven (minuto 0:45)>>> http://www.youtube.com/watch?v=AJpBtSmWgRk

Cioè, praticamente identiche!! I Panna Fredda hanno fatto una versione cantata di Heaven in pratica... forse è semplicemente una cover, se no è un plagio davvero di proporzioni cosmiche.

JJ JOHN ha detto...

Caro DogmaX... credo tu abbiareso bene il famoso concetto di derivatività...
Assolverei comunque i Panna Fredda che comunque ci hanno messo anche del loro.
Altrimenti seppelliremmo tutto il Beat Italiano e il nostro amico Alessio Marino cadrebbe in depressione.

DogmaX ha detto...

No ma assolutamente, è un bel disco questo dei Panna Fredda, ma quando ho sentito Heaven dei Gracious! per la prima volta m'è preso un colpo!

Cioè uno dei plagi più smaccati che abbia mai sentito, avessero fatto una cover, non c'è nulla di male, ma no, non lo è, Heaven inizia così e continua in tutt'altra maniera.

Comunque consiglierei agli utenti di Classik Rock gli stessi Gracious!, uno tra i gruppi "misconosciuti" del calderone inglese prog; soprattutto il primo album credo meriti menzione particolare, anche se spesso tende ad autoironizzarsi troppo.

giancarlo ha detto...

Un ricordo personale. Era il 1971 ed invitammo i panna fredda al mak pi 100 del liceo scientifico di cassino. Suonarono all'hotel florida di cassino, seguiti dai pooh
Ciao
Giancarlo

Anonimo ha detto...

Ciao, un saluto caro, se mi legge, a Robertino Balocco, personaggio unico, bravo e simpaticissimo. Abbiamo suonato insieme nel 1980 nel gruppo Funky "Balck Out" a Torino. Mio contatto: alexmia@tiscali.it. Roby, fatti vivo...

Anonimo ha detto...

L'album dei Panna Fredda non sarà molto originale nello stile, ma è sicuramente ben suonato e merita un plauso, se non altro per la bravura dei musicisti. Peccato, perché di questa band promettente, rimane solo un singolo che a me è sempre sembrato orribile: "Delirio/Strisce Rosse". Molto meglio l'album.
In quanto a Sciascia, uno capace di regalare i POOH alla CBS per totale incapacità di capirne le potenzialità e di sfruttarle adeguatamente, cosa volete che lanciasse o promuovesse? Buttato via l'album "Contrasto", rimaneggiato malamente "Memorie" (che poteva essere un grande album "concept" e non lo è stato soprattutto per i "suggerimenti" del patron che lo hanno snaturato e de-potenziato), alla fine Facchinetti &c lo hanno salutato. Forse, i Panna Fredda dovevano fare altrettanto, finché erano in tempo.

JJ ha detto...

Le manchevolezze di Sciascia credo andassero ben oltre i Pooh. Roba di "conti economici" insomma. Bisogna però riconoscere che la "sua" Vedette ci ha davvero aperto le porte a tanti mondi.

E poi... perché non ti piace "Strisce rosse"? E' tanto carina. Devi solo pensarla come una canzone underground che comunque, per quei tempi e per l'Italia di allora, era quasi avanguardia.

MarioCX ha detto...

La Vedette era una piccola etichetta dalle potenzialità finanziarie limitate e comunque inadeguate al lancio in grande scala di un artista. Anche l'Equipe iniziò con la Vedette per poi andare alla Ricordi.
Mi ricordo i dischi Vedette "6 Phase Super Stereo" compilation che oggi definiremmo "lounge" in cui la stereofonia veniva enfatizzata al parossismo.
Un po' come i dischi "Deramic Sound" della Decca (etichetta Deram), una linea che nata inizialmente con l'intento di avvicinare l'utenza alla sterefonia esagerando l'effetto stereo. Il primo album prog dei Moody Blues fa parte di quella linea.

JJ ha detto...

La Deramic Sound coinvolse anche David Bowie. So cantare a memoria tutte sue le canzoni di quel periodo. Una delle mie preferite è "There is a happy land". Ci sono proprio cresciuto con la sua musica nelle mie campagne dell'Essex.
Poi sono arrivati i T.Rex, e da allora è stato amore puro e mai rinnegato.

Tra gli artisti della Vedette Italiana ricordo anche Doors (ho ancora il loro 45 giri), Roy Orbison, Bread, Metamorfosi, Gaber, Inti Illimani e persino i Cadmo.
Diciamo che fu un etichetta non molto stabile commercialmente, ma davvero eroica.

MarioCX ha detto...

...e i LOve come già ricordato.
Gli Inti-Ilimani incidevano per una sotto-etichetta della Vedette: "I dischi del sole" diretta da Virgilio Savona del grande Quartetto Cetra.
I Cadmo! Incisero un album intitolato "Boomerang" come quello dei Pooh ma l'anno precedente.

Paolo ha detto...

Insieme ai Doors in quel periodo la Vedette pubblicò anche gli altri Elektra Records Rhinoceros, tra l'altro non menzionati nella pagina wiki della Vedette.
Credo siano le uniche US rock band che hanno distribuito, forse in generale le uniche rock band.

Paolo ha detto...

I LOve è vero, che fesso, oltretutto è pure quotato, come del resto anche gli LP dei Doors su Vedette costano un botto.
Dal 66 al 70 erano distributori Elektra per l'Italia quindi.
Chissà quante chicche nascoste.

MarioCX ha detto...

Se la Vedette dsitribuiva per l'Italia l'Elektra, dovrebbero allora esserci anche i dischi di Tim Buckley...ma non credo. Forse era ritenuto inadatto per il mercato italiano. vediamo se J.J. ne sa qualcosa.

MarioCX ha detto...

Errata Corrige: "Dischi dello Zodiaco" e non "del sole". Evidentemente il colpo di sole l'ho preso io.

http://it.wikipedia.org/wiki/I_Dischi_Dello_Zodiaco

frank ha detto...

....su vedette pure il primo degli stooges, nonché kick out the jams degli MC5....

Jj ha detto...

Kick out the jams? Wow lo voglio!

frank ha detto...

haha! kick out the jams è più che un semplice disco rock.... è Istigazione Alla Rivoluzione.... ce ne vorrebbero oggi di dischi così! Vibes, man, Vibes!

claudio65 ha detto...

Mi ha veramente impressionato la testimonianza di Angelo Giardinelli, il chitarrista e compositore dei Panna Fredda. Checché se ne può pensare di questo gruppo (ma il loro album "Uno" è sicuramente valido, anche se qualche citazione c'è e non potrebbe essere altrimenti), fa davvero specie e fa riflettere il comportamento del signor Sciascia. Subito li ha messi alla porta malamente, poi ci ha pensato un attimo ed ha detto: "Siccome i Pooh non vendono più, proviamo un po' con questi se vendono." A parte che i Pooh non vendevano più soprattutto per colpa dello Sciascia medesimo, io penso che non si devono trattare gli artisti come fossero tappabuchi. Ogni artista, ogni gruppo, ha la propria personalità e soprattutto la propria dignità. Questi discografici trattavano e tuttora trattano i giovani musicisti come fossero merce da supermercato: se ne prende un tanto al chilo e si vede se va. Se non va, si butta via. Questo blogspot è pieno di dischi bellissimi fatti incidere da discografici che forse non li hanno mai ascoltati e che non si sono nemmeno presi la briga di distribuirli. E se un disco non viene distribuito e lanciato è solo un pezzo di plastica, che alimenta soltanto illusioni. Un immenso spreco di talento, di nobili intenzioni, in definitiva di Arte, nella migliore delle ipotesi. In quella peggiore, c'è forse di mezzo qualcosa di poco limpido (per non dire di poco legale).

claudio65 ha detto...

Notizie freschissime su Angelo Giardinelli chitarrista e leader del mitici Panna Fredda! Oggi gestisce un quotatissimo ristorante (italiano, ovviamente) a Bandon nell'Oregon. Il locale si chiama "Angelo's Italy restaurant". A quanto pare, questi progressive rockers hanno, come seconda passione il buon cibo ;-)
Se andate su questo sito:

http://all-opening-hours.com/02083489/Angelo's_Italy

E cliccate sulla crocetta verde, vedrete comparire il faccione di Angelo. E su youtube, c'è pure lui che, nel ristorante, canta con chitarra a tracolla, in onore dell'anniversario di matrimonio (pare abbia avuto 10 figli!!). Come potete vedere, appare in ottima forma e riconoscibilissimo:

https://www.youtube.com/watch?v=O2rtXnpAHEc

Fa piacere, in mezzo a tante bruttissime notizie trovarne qualcuna buona. Se dovessi passare per qualche motivo da quelle contrade lontane, me ne ricorderò.

Anonimo ha detto...

Ciao John ti scrivo per dirti che Angelo Giardinelli cantante e chitarrista dei Panna Fredda è deceduto nel 2018 . A tal proposito ti invio il link del profilo instagram del ristorante fondato da Angelo Giardinelli e ora gestito dalla famiglia a Banton in Oregon , in cui è scritto che è deceduto nel 2018 . Cordiali saluti e complimenti ancora per il tuo sito
Michele D'Alvano

angelositaly
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Angelo Giardinelli
From Rome, Angelo brings his mother's traditional Italian recipes to Bandon, OR. After Angelo's passing in 2018, his family posts on #angelositaly.
www.angelositaly.com

peter patti ha detto...

R.I.P.
Con i Panna Fredda ci ha regalato non una ma diverse perle musicali. Rock. Underground. Progressive.

Parlo dei Panna Fredda proprio oggi su Prog Bar Italia (Facebook).

Anonimo ha detto...

Lavoro discreto, con atmosfere cupe e raggelanti .

La voce di Giardinelli è appassionata e grintosa

Michele D'Alvano