Dalton: Riflessioni, idea d'infinito (1973)

Dalton Riflessioni Idea D'infinito 1973Sul nome Dalton regna una certa confusione essendo stato utilizzato consecutivamente da due gruppi della medesima area geografica tra il 1967 e il 1975.
 

La prima volta, lo si incontra su cinque 45 giri di stampo Beat pubblicati nel biennio 1967-69 (tra cui la popolare versione italiana di "Venus" degli Shocking Blue) e la seconda, in due 33 giri Rock-Prog rispettivamente datati 1973 ("Riflessioni: idea d'infinito") e 1975 ("Argitari").
Anche se la maggior parte della storiografia li mette in stretta connessione, sostenendo che il tastierista originale Temistocle Reduzzi avesse sciolto i primi Dalton nel 1969, per poi riformare il gruppo nel 1973, tra le due bands non vi è assolutamente alcuna relazione.

Anzi, è piuttosto sorprendente come numerosi autori che scrivono libri anche recenti sul Prog, riportino ancora una tesi del tutto falsa.

Come invece sostengono
documentabilmente i miei colleghi Augusto Croce ed Alessio Marino, i primi Dalton sono originari di Brescia, si chiamavano originariamente Kamasutra, fecero da backing band per Maurizio Arcieri e annoverarono per un certo tempo nelle loro fila Mauro Pagani.
Reduzzi, impegnato invece con gli Squali '66, non vi suonò mai.

I Dalton degli anni settanta di cui parleremo, si formarono invece a Bergamo verso la fine del 1972 (questa volta davvero per opera di Reduzzi) e l'anno successivo, pubblicarono un disco per la minuscola etichetta "Music".
Dalton: Riflessioni Idea d'infinito 01Intitolato "Riflessioni: idea d'infinito", questo Lp è oggi tra le rarità più desiderate dai collezionisti di Pop Italiano e, a differenza di molte altre produzioni omologhe, vanta una qualità decisamente superiore.
Dotato di una copertina apribile, un adesivo promozionale nelle prime copie e di una essenziale veste grafica, l'album è una breve ma intensa raccolta di brani a matrice Rock con numerosi sconfinamenti nel Blues, nel melodico e a volte nel Prog.

Nei 30 minuti scarsi del disco, i Dalton snocciolano con grinta tutto il loro ventaglio di sonorità con risultati tecnicamente lodevoli anche se non del tutto omogenei stlisticamente.
Apre l'ascolto un cadenzato Blues lento ("Idea d'Infinito") con larghi riferimenti ai Jethro Tull ed ancor più ai Led Zeppelin e già da qui, spicca la corposità della band con una prevalenza per le tonalità medie tipiche del Rock: flauto, voce, chitarre elettriche e batteria.
Unica curiosità: l'attacco dell'assolo di chitarra è praticamente identico a quello di "Dazed and Confused" dei Led Zeppelin.
Segue una ballata Pop Rock ("Stagione che muore") che di per sé potrebbe essere un brano dei New Trolls se non fosse per le invenzioni Prog che la rendono molto più personale.


Dalton: Riflessioni Idea D'infinito La varietà timbrica dispiegata finora è più che esaustiva e si rivela anche azzeccata l'idea di legare tutti i brani con un tema fisso di sapore medioevale.
Molto meno stuzzicante, per non dire opinabile, è il terzo pezzo "Cara Emily": una ballata melodica che per la sua stucchevolezza, rappresenta un vero e proprio stop qualitativo.

Fortuna vuole che il suo cattivo sapore venga immediatamente cancellato dalla strumentale "Riflessioni": un hard boogie dalla grande energia che mette in luce tutta la potenza dei Dalton, pur se palesemente debitore ai virtuosismi dei primi Ten Years After ("I'm going home").
 

Per quanto concerne il penultimo brano, "Un Bambino, Un Uomo, Un Vecchio", vale lo stesso discorso di "Stagione che muore" e a questo punto, dopo un blues Zeppeliniano, una simil-cover dei TYA, due brani in stile New Trolls e una brutta ballata melodica, si potrebbero risvegliare le lingue più malevole riguardo ad una certa inconsistenza del lavoro.Dalton: Riflessioni, idea d'infinito  

Genialmente però, i Dalton scelgono di chiudere il disco con piatto forte: un mini-medley live di due brani (l'inedito "Dimensione Lavoro" e la reprise di "Idea d'infinito") che non solo li restituisce nella loro dimensione più trascinante, ma ci regala anche un po' di quella loro innegabile magia dal vivo che altrimenti sarebbe andata perduta.Concludendo, un disco non memorabile da punto di vista dell'originalità, ma tecnicamente limpido e soprattutto suonato con impegno e convinzione dall'inizio alla fine: un biglietto da visita che non fu conflittualmente rilevante, ma permise al gruppo di continuare la sua attività con ulteriori produzioni, anche se non tutte imprescindibili.

rock progressivo Italiano

18 commenti :

Anonimo ha detto...

Se posso sintetizzare in pochissime parole, penso che è un disco con qualche idea interessante ma piuttosto acerbo e poco rifinito. Meglio di molti altri comunque.

Andy

Anonimo ha detto...

.....noooo....ascoltatelo non è male, come dice JJ, il secondo è da dimenticare o quasi...ma Riflessioni non è male, c'è di peggio è c'è di meglio..lui ci naviga in mezzo con "dignità", il flauto e suonato bene e i testi non mi dispiaciono..bravi.ciao

Anonimo ha detto...

Ricordo che Paolo Barotto anni fa mi aveva consigliato quest'album fortemente...ad un ascolto attento invece mi risultava più un feticcio da collezionisti che altro.
Di per se non è male,ma troppo rock convenzionale per i miei gusti,addirittura preferivo il più melodico e poppeggiante "Argitari" che,malgrado me lo avessero sconsigliato,mi sembrava molto più fresco e piacevole del primo,se non altro per una bella versione de "L risposta"(Blowin'in the wind).
La connessione con i 45 giri tardo-beat degli omonimi di Temi Reduzzi e soci,tra l'altro,puzzava pure a me...ma ora che mi confermi che non c'è nessuna attinenza tra i due complessi ti credo.

Anonimo ha detto...

Su Enciclopedia del rock, di Cesare Rizzi, ho trovato più o meno le stesse tue informazioni, sui Dalton, dico questo perchè alcune volte mi sono trovato un pò in disaccordo con le sue "critiche" ad alcuni gruppi, un pò troppo interessate mi sembravano....Cmq al di sopra di tutto ci sono le "nostre orecchie", solo loro hanno ragione.... sui nostri gusti....

Anonimo ha detto...

Concordo sul tuo giudizio rispetto all'opera di Barotto,è un tipo in gamba e comunque da elogiare,ma anche io non approvo certe sue opinioni un po' forzate,spesso più riferite alla rarità di un disco(cosa molto comune tra i collectors)che al suo valore musicale.
Nel suo libro venivano trattati con leggerezza dischi bellissimi e viceversa osannati altri mediocri o di basso livello artistico,secondo un criterio tutto suo(mah!)
In ogni caso è stato il primo a trattare in modo articolato l'argomento e di questo gli va dato atto.
Forse non sapete che inizialmente il mio libro sul beat(che poi è uscito come MANIFESTO BEAT)ed il suo "Ritorno del pop italiano" dovevano uscire in un volume unico,infatti io stavo analizzando gli anni 60 e lui quelli seguenti...poi fu lui a voler dividere l'operazione e i due volumi uscirono separati...fu meglio così o no?Difficile dirlo,ma secondo me dividere gli uni dagli altri non ha molto senso,perlomeno storicamente,dopodichè sui gusti di ognuno si può anche discutere.

marco ha detto...

Beh,visto che la mia donna è fuori per qualche giorno,butterò giù qualche rigo eheheh
Questo disco lo considero abbastanza valido e con dei buoni spunti,in definitiva lo trovo un prodotto davvero godibile che mi ha convinto sin dal primo ascolto.
Per quanto riguarda Barotto mi trovo pienamente d'accordo con voi,d'altronde anche la sua lista personale dei dischi consigliati non l'ho capita propria
Però se è stato uno dei primi ad affrontare il progressive italiano in modo articolato,come ha scritto Ursus,allora tanto di cappello

JJ JOHN ha detto...

Caro marco, per quanto riguarda l'ottimo amico Paolo Barotto e tutta la crema dei collezionisti italiani, ti invito a stamparti questo mio articolo:

http://classikrock.blogspot.com/2009/05/cacciatori-di-prog-parte-1.html

E' una specie di "lettura da spiaggia". Dopodichè, saprai tutto sul collezionismo in Italia.
E anche di più. JJ

marco ha detto...

Grazie per il link John
Che dire...secondo me qui in Italia amiamo speculare sui vinili.
Ok...molti dischi di questi gruppi semisconosciuti venivano pubblicati in tiratura a volte esageratamente limitata ma è altrettanto vero che con l'avvento delle fiere del disco,molti ne hanno approfittato per sparare cifre folli anche sui dischi magari non proprio rari
In Olanda ci vado quasi ogni anno e lì hanno forse una diversa cultura.Il più delle volte trovi dei vinili usati degli anni '60/70 a cifre davvero ridicole.
Stand Up dei Jethro Tull del '69,con copertina apribile e relative sagome dei 4 musicisti,l'ho visto a soli 12€ per non parlare dei tanti vinili di gruppi meno famosi a prezzi stracciatissimi (la media si aggira sempre tra i 2 e 12€,15€ esagerando).Alcuni 45 giri di Springsteen dell'80 (The River,Hungry Heart,etc) li ho presi tutti a 2 o 2€ e 50
Non so,forse non mi intenderò molto di quotazioni dei vinili però la sensazione che si faccia "un pò di ricotta",e scusate il termine, qui in Italia è davvero forte

Anonimo ha detto...

UN SALUTO A TUTTI. DA ANNI COLLEZIONO VINILI MA NON MI SONO MAI INTERESSATO MOLTO DEL PROGRESSIVE. IERI SU UN MERCATINO DELL'USATO E NON SOLO A PONTE SANPIETRO VICINO BERGAMO HO AQUISTATO QUESTO DISCO DEI DALTON IN CONDIZIONI PERFETTE SIA IL VINILE CHE LA COPERTINA. VORREI CONOSCERNE UNA POSSIBILE QUOTAZIONE PER POTER CAPIRE SE HO FATTO UN BUON AQUISTO. VI RINGRAZIO DI CUORE PER LA COLLABORAZIONE. TIZIANO

Anonimo ha detto...

scusate, aggiungo i dati del disco per sapere se è originale o ristampa. music - superstereo de lux- LPM 2011 STEREO

JJ JOHN ha detto...

Caro Tiziano, dal n° di catalogo la tua sembrerebbe la copia originale, che comunque è quella della foto sul post.
Posso dirti che, al momento, una copia VG/VG+ (quindi non perfetta e senza adesivo) viene battuta da Vinyl Seduction a 1400 euro.
Fammi sapere.

Anonimo ha detto...

CONFERMO I DATI DEL DISCO E PARTICOLARITà CHE CREDO NE DIA L'AUTENTICITà, HA LA COPERTINA LUCIDA E NON RUVIDA, PERCHè SO ESSERNE USCITA UNA RISTAMPA UGUALE CON COVER RUVIDA. PURTROPPO L'ADESIVO NON è PRESENTE. IL DISCO è PERFETTO CON SOLO POCHI SEGNI DI ASCOLTO, LA COVER CON ANGOLI PERFETTI, SOLO UN PICCOLO SEGNETTO DI USURA SUL FIANCO D'APERTURA. VI RINGRAZIO ANCORA PER LA COLLABORAZIONE E LE INFORMAZIONI. tiziano

giody54 ha detto...

per me "Riflessioni.." è uno dei migliori lp di Pop italiano lo classificherei di sicuro nei primi 20,è anche molto aprezzato all'estero,"Argitari" è un gradino sotto ,anche se il brano "La donna e il bambino" è tra i miei preferiti in assoluto

fabrich ha detto...

Pensate che io ne possiedo una versione, prob. una demo, che riporta sulle due facciate i titoli rigorosamente scritti a mano inserita in una semplice busta. Credo fosse stata fornita a un proprietario di sale ticinesi per ev. ingaggio...

JJ ha detto...

WOW! Un pezzo di storia....

Richard ha detto...

//Richard
Sono di Bergamo, conoscevo bene Temi Reduzzi e il resto del gruppo e quindi trovo l'analisi più che corretta.
Voce del gruppo era Aronne Cereda, l'unico non bergamasco (provincia di Milano per la precisione).
E sempre per la precisione la MUSIC non era una "minuscola etichetta" ma una branchia della SAAR di Werter Guertler che negli anni 70/80 era addirittura un colosso svizzero/milanese con 70 dipendenti e distributore di grossi nomi.
Nonostante ciò il disco non ebbe grande diffusione forse perchè la band, per intoppi familiari e lavorativi, non era molto propensa a spostarsi troppo per fare concerti.
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- A proposito degli Squali di Temi Reduzzi, l'unico loro 45 giri per l'etichetta è una rarità storica. Pronto ad acquistarla da chi la avesse !!!

Anonimo ha detto...

Lavoro discreto e godibile

Cara Emily è un brano che non ho mai tollerato

Michele D'Alvano

Anonimo ha detto...

Indubbiamente questo è il miglior disco dei Dalton .

Nonostante tutto, il brano Cara Emily è stilisticamente organico al resto del disco, che è molto piacevole e ben suonato .

Michele D'Alvano