Banco: Banco (1975)

banco banco english 1975Poco dopo le registrazioni di Io sono nato libero anche il Banco del Mutuo Soccorso (diventato per l'occasione semplicemente "Banco") subisce il suo primo rimpasto nella formazione: esce Marcello Todaro ed entra l’ex chitarrista degli Homo Sapiens Rodolfo Maltese che già da tempo collaborava con la band.
Inoltre, in prospettiva di un lancio sui mercati esteri, nel 1974 il gruppo abbandona pur se temporaneamente la storica discografica Ricordi per esaminare alcune proposte contrattuali che nel frattempo erano arrivate dalla Warner Bros e dalla Manticore Ltd.

Alla fine, la spunta la label di Greg Lake e Keith Emerson che non solo pare avesse fornito maggiori garanzie economiche e artistiche, ma che aveva già avuto una certa dimestichezza con il nostro Prog avendo lanciato oltremanica la Premiata Forneria Marconi.

Così, mentre il Banco rallentava la sua attività dal vivo in Italia
per collaudare la nuova line up (segnaliamo i concerti del 31/1/74 al Piper di Roma – data d’esordio di Maltese - e del settembre 74 a Villa Pamphili), partiva il progetto in lingua inglese che avrebbe visto la luce l’anno successivo col titolo di “Banco”, comunemente ricordato anche come “Banco IV”.
Dotato di un'allegra copertina monocromatica raffigurante il solo Di Giacomo, il disco comprende sette brani di cui sei già editi nel primo e nel terzo LP e un inedito, “L’albero del pane”.

Per l’occasione, il gruppo ri-arrangia e re-incide praticamente tutti i pezzi editi salvo la conclusiva “Traccia II” che viene ripresa pari pari da “Io sono nato libero”.

I testi sono tradotti in inglese dalla musicista statunitense Marva Jan Marrow, già collaboratrice di diversi artisti italiani quali La Bionda, Tony Renis, Guccini, Finardi, Fossati e Premiata Forneria Marconi di cui era sentimentalmente legata al bassista Patrick Djivas.

In sintesi la tracklist risulta così composta:

1. Chorale [riarrangiamento del tema di “Traccia II” – da “Io sono nato libero”, 1973]

2. L'albero del pane [Inedito]

3. Metamorphosis [originale: “Metamorfosi” – dal “Salvadanaio”, 1972]

4. Outside [originale: “R.I.P.” – dal “Salvadanaio”, 1972]

5. Leave Me Alone [originale: “Non mi rompete” – da “Io sono nato libero”, 1973]

6. Nothing's the Same [originale: Dopo... niente è più lo stesso – da “Io sono nato libero”, 1973]

7. Traccia II [Ristampa – da “Io sono nato libero”, 1973]


manticoreCertamente agli osservatori più attenti non sfuggirà il fatto che nessun pezzo è stato estratto da Darwin e sinceramente ci sarebbe anche da chiedersi il perchè, visto che il secondo 33 giri del gruppo venne considerato uno dei suoi lavori migliori.
Personalmente non ho notizie a riguardo, ma ritengo plausibile supporre che la band non avesse voluto mettere in discussione l’assoluta organicità di quell’opera e di non dirottarne alcun brano in un nessun altro contesto.

Certo è che a mio avviso, una versione inglese di “750.000 anni fa l’amore...” o di “Ed ora io domando tempo al tempo...” non avrebbero affatto sfigurato nel nuovo progetto, visto anche le ottime doti di traduttrice della Marrow.

Comunque sia, la prima rappresentazione del nuovo lavoro ha luogo al Teatro Malibran di Venezia - con Keith Emerson presente - e la pubblicazione del disco raccoglie consensi praticamente ovunque, sia in Italia che in Europa.
E non a torto.
In effetti, Banco IV è veramente un lavoro molto ben confezionato che alterna sonorità sapientemente “english-oriented” (“Chorale”) con il proverbiale prog mediterraneo che raggiunge il suo apice nell’”Albero del pane”.

banco IV 1975Pur se le versioni inglesi risultano più fluide e meno aggressive di quelle in italiano (soprattutto nei dettagli acustici), ciò che salta subito piacevolmente all’orecchio è che nulla della primigenia freschezza delle composizioni originali viene snaturato né dai nuovi arrangiamenti, né dai testi, e a questo proposito occorre dire che la Marrow compì un lavoro davvero eccellente.
Encomiabile per esempio è la traduzione di “Non mi rompete” che nel suo omologo “Leave me alone” non perde nemmeno per una sillaba la sua potente poetica :
Let me keep on sleeping deep into this slumber /
sleep that’s peaceful as a baby’s sleep / that’s roaring like a drunk with snores like thunder”.

A conti fatti dunque, “Banco IV” fu sicuramente la migliore presentazione del nostro Prog in terra d’Albione.
Al di là dei giudizi tecnici o commerciali per esempio, non mi sentirei di dire che la la PFM avesse raggiunto un così alto livello di trasposizione e che anche in questo caso, il Banco si dimostrò sempre molto più raffinato


BANCO DELMUTUO SOCCORSO - Discografia 1972 - 1978:
1972: BANCO DELMUTUO SOCCORSO
1972: DARWIN
1973: IO SONO NATO LIBERO
1975: BANCO (english)
1976: GAROFANO ROSSO
1976: COME IN UN'ULTIMA CENA
1978: DI TERRA

23 commenti :

Anonimo ha detto...

Album splendido che conservo come una reliquia.....

Certo è "solo" un re-make dei primi album, ma mi pare che in questo lavoro il Banco raggiunga una maturazione tecnica e compositiva invidiabile.

Da una parte pezzi come "Outside" perdono l'elettricità e l'istintività del'originale(RIP), visto la mancanza di Todaro, ma sicuramente acquista in termini di maturazione e tecnica, grazie anche all'apporto a tempo pieno di Maltese.

Insomma in questo lavoro i Banco dimostrano davvero di non avere niente in meno (anzi) dei loro colleghi d'oltremanica, e (secondo me) superano (e di tanto) i lavori "inglesi" della PFM dello stesso periodo.

Grande band e gran prodotto, che forse però ha il difetto di essere stato lanciato in ritardo nel mercato internazionale.

Splendida "l'albero del pane", canzone tra l'altro che trovo molto originale, che si distanzia dal progressive inglese.....a dimostrazione che il Banco è una band dalla spiccata personalità....

Dello stesso periodo ho comprato da poco l'album live "seguendo le tracce", che consiglio vivamente a tutti gli amanti del progressive.....è un concerto del 1975 che è stato tra l'altro rimasterizzato bene, e che presenta il gruppo al top della forma, proprio nell'anno dell'uscita di questo disco all'estero.

Alex77

edulms ha detto...

La versione di Metamorphosis é sicuramente da non perdere !!

JJ John ha detto...

Ma secondo voi, perchè non hanno preso nulla da Darwin?

Anonimo ha detto...

Credo per lo stesso motivo che hai detto tu JJ nella scheda.

Darwin è un concept album, e forse credevano che le canzoni (prese singolarmente) poco si amalgamassero con quelle del primo e del terzo album. Anche se a pensarci bene "la danza dei grandi rettili" o "750000 anni fa...." secondo me si potevano adattare.......

Comunque quest'album inglese presenta i Banco al top della forma. Non c'è nulla fuori posto.

Le uniche (secondo me) "pecche" dei primi due lavori, ovvero chitarrista con tecnica scarsa (Todaro) e disco prodotto in maniera non perfetta, vengono proprio in questo quarto album superate, con professionalità.

Difficile per me trovare delle lacune ad un album così.....

alex77

Dario ha detto...

Davvero bello. Come sonorità forse la PFM era più "anglosassone", mentre il Banco era più originale. Tuttavia anche in inglese Di Giacomo è mondi superiore a Lanzetti, per me vero tallone d'Achille della Premiata in versione internazionale...

@alex77... non essere crudele con Todaro, non era poi così male. Certo non era un fuoriclasse come Mussida, ma si difendeva. E poi essere chitarrista in mezzo ai Nocenzi doveva essere dura :-)!

Anonimo ha detto...

X Dario:

ad essere sincero Todaro come chitarrista mi piace. Pur se tecnicamente era scarsino, aveva un suono molto elettrico, che dava alle canzone dei primi Banco quell'istintività tipica del rock.
In "RIP" il suo attacco mi fa venire ogni volta la pelle d'oca.

Però ad essere onesti io trovo che la pecca del primo Banco è da una parte proprio questa: in un complesso prog rock,che si basa anche molto sulla tecnica (visto che bisogna affrontare lunghe galoppate strumentali), avere uno strumentista scarsamente tecnico può portare dei disagi, anche se nel caso del gruppo in questione ci pensavano poi i Nocenzi a rendere sublime e perfetto il tutto.

Sul salvadanaio (che comunque io reputo un super album prog italiano) gli assoli individuali di Todaro mi lasciano un pò perplesso.....trovo che un pò rovinino la perfezione musicale dei due tastieristi.....

Sarei curioso di vedere cosa ha combinato Todaro in un complesso come i Crystals.....il suo modo di suonare forse era più adatto per un genere più hard rock

alex77

Marta ha detto...

Scarsino Todaro?

Anonimo ha detto...

Uè io parlo solo di tecnica.....

dal mio punto di vista Todaro stona un pò in mezzo a due mostri sacri come i Nocenzi. Però ribadisco è solo un mio pensiero, e comunque come chitarrista mi piace, ha un suono molto rock.....per questo dico che secondo me avrebbe fatto più figura in un complesso hard rock che in un complesso molto tecnico come i Banco....

alex77

marta ha detto...

Sarà, ma io sono una di quelle che non crede che Noel Redding o Mitch Mitchell fossero solo dei comprimari.
Non sono una chitarrista (suono il sax) ma credo che se Todaro fosse stato tecnicamente scarso sarebbe stato allontanato ben prima di fare tre capolavori come i primi del Banco.
Anzi, a dirla tutta per me Maltese ha alleggerito molto il loro sound.
Come dire, scegliendo lui si sono aperti a una strada sempre meno progressiva.

Dario ha detto...

Sono d'accordo con Marta, ma la posizione di Alex è adesso più chiara e tutto sommato condivisibile (fermo restando che Todaro non era scarso!).
Ad ogni modo credo che il prog italiano in generale a livello strumentale abbia messo in mostra più "grandi" tastieristi (intesi come fenomeni e non semplicemente ottimi musicisti) che chitarristi (escluso forse Mussida, per me unico "guitar hero" del prog italiano). Questo forse si deve al fatto che il prog italiano era in generale più centrato sulle tastiere (Orme, Banco, Balletto di Bronzo) che sulle chitarre (PFM, Rovescio della Medaglia).
Probabilmente il perché risiede nel fatto che i songwriters nei gruppi italiani erano più spesso tastieristi che chitarristi...

Voi che ne pensate?

taz ha detto...

Alla presentazione del disco, in concerto a Venezia, fù interessante l'intervista di Keith sul perchè scelse anche il Banco nella "sua" etichetta:..venni in Italia con gli ELP per dei concerti e mi fecero ascoltare Darwin!, appena uscito....ne rimasi subito affascinato e m'interessai subito al gruppo...ma la Manticore non esisteva."Del concerto": ...mi piaceva la fluidità delle composizioni, non esisteva frammentarietà...il loro discorso era continuo e si evolveva come una sinfonia...l'unica cosa che ho trovato un pò così sono i bis, troppo lunghi...il pubblico deve uscire dal concerto con ancora la voglia di ascoltarli...Sono contento del successo della PFM ma il successo dei ragazzi dei Castelli romani non è subordinata all'altro gruppo italiano della nostra etichetta...Bè parole che fanno bene alla musica prog italiana..Per me il Banco, con i primi tre dischi, raggiunse un livello mai più raggiunto da altri gruppi Italiani...(a parte gli Area)...ottimi musicisti tutti, una spanna sù i Fratelli Nocenzi, poi ognuno porta quello che ha nel suo strumento....Mussida grande chitarrista ma secondo me molto sotto a Nico Di Palo, molto più "fantasioso" e talentuoso...e cmq se ne possono fare di nomi di ottimi chitarristi Italiani...ciao

J.J. JOHN ha detto...

Grazie Taz.
E' proprio ora di fare un sondaggio, vero?

taz ha detto...

direi di si JJ......Per la nota dell'intw è tratta da "Musikbox"...ciao

DogmaX ha detto...

A parte R.I.P. che in questa versione non si può ascoltare, tutto il resto è ben fatto, vengono riprese le atmosfere dei brani originali senza snaturarle con testi ridicoli o diversi dagli originali, come succedeva con Contamination e Photos Of Ghosts di RDM e PFM.

Molto bella anche "Nothing's the Same", soprattutto nella traduzione :)

fmasta56 ha detto...

L'album (che ho la fortuna di avere in originale) raggiunge livelli epici: ma fra tutte io preferisco proprio L'ALBERO DEL PANE (l'ho riscoperta solo qualche annetto fa e me la sono ricordata tutta a memoria!). Semplicemente stupenda, che dire di più?!

Anonimo ha detto...

L'albero del pane è una canzone stupenda.

Quest'album è il primo dei Banco che ho avuto la fortuna di ascoltare a 14 anni, grazie alla "classica" cassetta registrata dal vinile di mio cognato.

All'epoca facevo le superiori e mi ricordo di aver fatto girare questa cassetta praticamente tra tutti i miei compagni di scuola....molti dei quali poi me la restituiva qualche giorno dopo chiedendomi esterrefatto che tipo di musica strana ascoltassi....

Però la canzone albero del pane piacque praticamente a tutti e mi ricordo che la cantammo a squarciagola tutti insieme poco prima della maturità....tra lo stupore degli studenti delle altre sezioni e dei professori.

Grandissimi banco

alex77

Anonimo ha detto...

Riascoltato giusto oggi.
Ogni volta è come se provassi una sensazione di confusione e disordine.

Sarà perché sono restìo ad adattarmi a questa riproposizione in forma sparsa di brani che ero abituato a concepire come saldamente appartenenti al "Salvadanaio" o a "Io sono nato libero". Con la conseguente violazione della sacralità di quei due album...
O forse, per un (ingiustificato?) complesso di superiorità, mi scoccia ascoltare Di Giacomo che canta in inglese.
Non lo trovo credibile. Anzi, non voglio trovarlo credibile. Gabriel "italiano" l'avrei considerato inconcepibile, e allo stesso modo avrei preferito che la voce del nostro miglior gruppo Prog non avesse ammiccato al popolo anglosassone...

D'altra parte, è sempre un gran piacere ascoltare i guizzi tastieristici dei Nocenzi. Il disco inizia alla grande con Chorale, seguita dalla prorompente L'albero del pane...ma degna di nota è anche R.I.P., qui rimessa a lucido e che si avvale di un Rodolfo Maltese parecchio ispirato!

Ottima la registrazione, con un bel lavoro sui bassi.

Ciao. Pietro.

Angelo ha detto...

Comprato oggi a 13 euro; che dite , è stato un affare? La copertina è un po' sgualcita ma il disco essendo acquistato in negozio dovrebbe essere intatto.

Marco Verpelli ha detto...

Qui da noi devi morire per essere considerato. Quindi questa sera si può dire si hai fatto un affare.

angelo ha detto...

Avevo da tempo deciso di riascoltare i vecchi Lp e di cercare nei due negozi storici della mia città qualcosa di interessante; il Banco non potevo lasciarlo. Potrei comprare anche l'album solista di Francesco e quello del Banco con Moby dick ma dovrei spendere 50 euro.

ugo ha detto...

io del banco(sbagliando)ho tutti gli lp eccetto i quattro del periodo pop quelli degli anni 80 x capirci(ma possiedo i quattro 45 giri tratti da essi)e non voglio aggiungere altro che perlomeno i primi tre sono la quintessenza del prog italiano!però sapete qual'è la cosa squallida?è che adesso che il ns.carissimo BIG FRANCESCO ci ha lasciato i loro dischi verranno venduti a peso d'oro e questa forma di speculazione tipica dei commercianti che sfruttano una tragedia x arricchirsi è una COSA INDEGNA!intanto io mi tengo caro i miei dischi e x chi non li ha li invito a cercarli non solo e ne tanto su ebay dove se ne vedono delle belle ma rovistando nei tanti mercatini dove ancora oggi puoi trovare qualche venditore onesto.magari accontentandosi delle ristampe dove la copertina è sacrificata ma il suono è comunque discreto mentre x chi preferisce i cd allora il costo scende di sicuro!x chi non ha nulla consiglierei i primi tre x gli altri di completare la loro discografia dei 70's con affetto ugo!

Anonimo ha detto...

Questo fu il mio primo approccio col Banco, lo trovai nell'83/84 a mille lire da Mariposa...
Fabio 66

Anonimo ha detto...

Disco bellissimo !

Anche in lingua inglese, la magnifica voce di Di Giacomo dà sempre grandi emozioni !

Notevole il brano L'albero del pane .

Michele D'Alvano