Banco: Io sono nato libero (1973)
Nel mondo del Rock capita spesso che dopo aver pubblicato un capolavoro, molti musicisti vi rimangano arroccati senza più riuscire a superarsi, a crescere o più banalmente a modificare il proprio impianto stilistico per trovare nuove soluzioni.
Eppure, il Banco del Mutuo Soccorso non ebbe questi problemi: raccolse gli stimoli di un mondo giovanile in cambiamento, fece proprie le nuove pulsioni sociali e politiche, superò quelli che erano ritenuti da molti critici i loro limiti (es: verbosità e frammentazione), trovò un concetto forte da sviluppare ("la libertà"), ne eviscerò tutti gli aspetti e dopo un lungo lavoro di selezione del materiale prodotto, diede alle stampe nel 1973 il suo terzo album "Io sono nato libero": un lavoro eccellente che si contende con "Darwin" il titolo di miglior disco della band e forse, di tutto il progressivo italiano.
E' naturale a questo punto che non ci dovremmo esimere dal fare dei paragoni tra queste due pietre miliari della nostra musica ma, nella realtà, "Io sono nato libero" andrebbe inteso non come l'antagonista di Darwin, ma come il suo superamento e per questo motivo, da ritenersi un'opera a se stante.
Di fatto, nel nuovo lavoro vengono oltrepassate tutte le barriere che avevano limitato l'album precedente.
Innanzitutto, viene sconfitta la "forma collage" tipica dei primi "concept", a vantaggio di una maggiore completezza dei singoli brani il cui svolgimento viene ora restituito non più in forma romanzata (ossia con un inizio ed una fine) ma maniera puntuale, cioè eviscerando e completando in ognuno di essi i diversi aspetti del tema portante.
Il risultato non è più quindi un "racconto", ma una "costruzione", intesa come un solido insieme strutturale delle molteplici componenti che la vanno a formare.
In questo senso, ciascuna delle canzoni ci rimanda a tutti gli aspetti del concetto di "libertà": quella negata da un certo tipo di politica in "Canto nomade per un prigioniero politico", oppure quella che viene spesso limitata e agognata all'interno di un sistema socio-produttivo metropolitano ("La città sottile") e infine quella preclusa a chi è coinvolto suo malgrado in un conflitto ("Dopo… niente è più lo stesso").
C'è anche e persino la libertà sognata ed immaginaria: quella di "Non mi rompete", vero e proprio cavallo di battaglia del gruppo e punto altissimo della musica Italiana di ogni tempo.
Qui, la sua evocazione richiama simultaneamente aneliti, voglia cieca, poesia e introspezione.
Il soggetto della canzone (la libertà, il diritto al "se") non viene citato direttamente, ma esplode liricamente nella forza di un desiderio che assurge così a diritto imprescindibile per chiunque.
Questo è un momento di sublime poetica che richiama il secondo punto di forza dell'album: in "Io sono nato libero" infatti, le liriche viaggiano su una strada nuova, dritta e priva di quei pur piccoli e forzati intoppi che appartennero al suo predecessore: il perfetto equilibrio tra il pregresso linguaggio aulico e una forma letterale diretta è pienamente conquistato, pur senza mai rinunciare alla poesia:
"Tu chi sei, città non città
che vivi appesa in giù alle tue corde d'aria ferma […].
I tuoi mille ascensori di carta velina […]
Sottile non città che reggi tutto su niente".
E infine, la musica.
Anche in questo caso i rigidi valichi delle strutture concettuali vengono glissati con classe e maturità. Non una sola nota sembra suonata per caso giacchè il gruppo ha completamente introiettato la sua dimensione stilistica.
Da una lato c'è la voce di Di Giacomo che ormai è più ferma e sicura che mai, dall'altro una band di sei elementi (nel frattempo si è aggiunto il chitarrista Rodolfo Maltese) che si è perfettamente adattata al suo granitico ruolo strumentale e compositivo in cui spiccano nuove le nobili pennellate armoniche del giovane Gianni Nocenzi.
Il Banco insomma veleggia ormai ad un livello internazionale che non è possibile confutare: certi breaks non hanno nulla da invidiare ai Gentle Giant e i testi sono a livello della migliore poesia Italiana. La coscienza e la sensibilità politica vengono inoppugnabilmente dichiarate a mezzo di una comunicatività fresca e sino ad allora inesplorata.
"Io sono nato libero" è un capolavoro assoluto.
Impossibile, ma davvero impossibile, pretendere di più.
IO SONO NATO LIBERO E' STATO GIUDICATO DAI LETTORI DI
CLASSIC ROCK L'ALBUM NUMERO UNO DELL'ANNO 1973
BANCO DELMUTUO SOCCORSO - Discografia 1972 - 1978:
1972: BANCO DELMUTUO SOCCORSO
1972: DARWIN
1973: IO SONO NATO LIBERO
1975: BANCO (english)
1976: GAROFANO ROSSO
1976: COME IN UN'ULTIMA CENA
1978: DI TERRA
























