Pink Floyd: The Endless River (2014)

the endless river
Lo spacciano come il “nuovo album” dei Pink Floyd, ma in realtà, nei 18 brani di The Endless River di nuovo non c’è nulla. 
Anzi, per almeno venti minuti sembra di ascoltare dei take inediti di Wish You Were Here. Identiche le atmosfere, e c'è persino un'imbarazzante somiglianza in certe sequenze armoniche. 

 Dicono poi che sia il canto del cigno della band e, a questo punto, sarebbe veramente meglio che lo fosse. 
Naturalmente non per l’immensa professionalità di Gilmour e Mason o la grafica mozzfiato dello studio Hipgnosis e del diciottenne egiziano Ahmed Eldin. Non certamente per l'impeccabile produzione che vede complice anche l’ex Roxy Music Phil Manzanera, e nemmeno per la magnificenza dei suoni, addirittura in dolby 5.1 nel blu ray dell’edizione de luxe

Ciò che realmente fastidia, è il voler ad ogni costo considerare proponibile all'infinito un modello osoleto ormai da vent’anni: resuscitando in questo caso addirittura vecchie incisioni dei primi anni novanta. 
Certo, l’espediente dell’omaggio ai compagni scomparsi ha funzionato eccome!, e una valanga di prenotazioni lo ha confermato. Del resto è anche vero che Syd Barrett ci ha lasciato nel 2006, Richard Wright nel 2008, e cinque anni dopo è stata la volta di Storm Thorgesron. Ma basta tutto questo per giustificare quattro facciate di pura apatia? O si tratta piuttosto dell'ennesimacopia di mille riassunti” per prolungare l'agonia del nome Pink Floyd

the pink floyd
 La risposta valida è la seconda, naturalmente, ma solo se si omette un particolare, e non di poco conto: questo è il disco di Rick Wright. É lui il protagonista: la stella assoluta, il nostro angelo nel firmamento del rock. 
La metà dei brani di Endless River lo vede coautore e tre sono solo suoi, tra cui quella Autumn 68 che sembra scandire l’incedere delle stagioni a distanza di quarant’anni da quella Summer 68 contenuta in Atom Heart Mother

Qui, più che mai percepibili, risuonano e vengono valorizzate dalla tecnologia - e dal rimpianto dei superstiti - quelle preziose architetture sonore che sono state non solo il marchio di fabbrica della band ancor prima di The Piper, ma capaci di sostenerne il sound anche quando i suoi colleghi erano ai ferri corti. 

Bello, signorile, sempre dissimulato ma essenziale, Rick non avrebbe mai potuto essere sostituito da nessuno, nemmeno da un Tony Banks perché aveva sicuramente un plusvalore umano inestimabile, oltre naturalmente alla tecnica e all'inventiva che tutti conosciamo.

rick wright pink floyd
Ed è infatti sopravvissuto alla dipartita di compagni che si pensavano fondamentali come Barrett e Waters, ed anche agli stessi Pink Floyd riciclandosi nella band di Gilmour. Inciampò solo su se stesso quando la cocaina prese il sopravvento ai tempi di The Wall, ma fu solo un incidente momentaneo. E difatti si rialzò alla grande.

 Ed è con questo presupposto - pensando a lui, appunto - che The Endless River acquisisce improvvisamente un senso, si illumina di magico, sfalda ogni malignità che lo vorrebbe una mera operazione commerciale e suona davvero magnificamente. 
Perchè, è vero che, come dice Polly Samson, moglie di Gilmour in “Louder than words” , “la somma delle nostre parti, il battito dei nostri cuori sono stati superiori a qualunque parola”.
Per il resto però, citando un altro poeta: "l'infinito... finisce qui".

 Personalmente - ma questo lo avrete già capito - per me la band si è fermata a The Final Cut, se non addirittura ad Animals, ma ciò non toglie che sin dal 7.11.14, primo giorno di pubblicazione, avevo già in casa The Endless River in edizione de luxe, che mi sono ascoltato persino con grande piacere nella versione dolby 5.1. 
Perché... chi ci ha dato tanto / si merita tanto
Sempre.

Ora tocca a voi.

30 commenti :

taz ha detto...

Ciao JJ.....difficile per me scindere dalla critica onesta sul disco.....che asciugare la "bava" alla bocca in attesa di un segnale...un suono per un "one more time" dei Floyd....personalmente lo sempre vissuti sulla pelle, piuttosto che nelle orecchie...ogni loro suono mi alzava i pochi peli delle braccia...il mio cuore batte per loro come per un'amante di Vivaldi o Mozart batte per una loro opera...li ho sempre considerati una band di musica classica del XX secolo...certo ci sono dischi "duri" come The Final cut...ma......ma un fans secondo me doveva ascoltare anche questi "provini"...se poi loro ne hanno fatto un disco dei PF....bè...con tutte l'emozioni che mi hanno dato posso chiudere un'occhio...secondo David questo è il loro tributo a Rick ma anche il loro Canto del Cigno....lui dice che questo è il lucchetto che chiude la loro carriera come >Floyd...Nick invece dice "mai dire mai"...un po' enigmatici lo sono sempre stati...senza RW non sono forse i veri Floyd...questo non lo voglio "giudicare"...dall'altra parte David con la sua chitarra ha dato il Sound Floydiano negli ultimi dischi senza RW...concludo, scusate se sono stato lungo, dicendo che in questi ultimi anni non ho comprato un disco...solo uno che mi abbia emozionato veramente...c'è una discografia "piatta"...poche emozioni e tanto bussines e talent show..le case discografiche si arrampicano sugli specchi "virtuali" della rete per poter vendere qualche artista...si gira tutto intorno ma non si va al "succo del nocciolo" (frase tratta dal libro di E.Bennato di qualche hanno fa.....ma tanto attuale)..ciao

UGO ha detto...

DEL RESTO SE JOHN,DALL'ALTO DELLA SUA COMPETENTE VENA CRITICA,HA RICEVUTO A CASA PROPRIA ADDIRITTURA L'EDIZIONE DE LUXE QUESTO CI FA CAPIRE CHE I PINK FLOYD VANNO POSSEDUTI ANCHE SE NON "CONSUMATI"A DOVERE COME FACEVAMO QUANDO ERAVAMO RAGAZZI.POI CONDIVIDO IL DISCORSO DI TAZ SUL "PIATTISMO".PER ME SON FINITI CON THE WALL VISTO CHE "THE FINAL CUT" LO VEDO COME UNA CODA DI QUEI PEZZI GUERRAFONDAI SITUATI SU THE WALL.TRA L'ALTRO è INUTILA ASPETTARE PER L'ACQUISTO DATO CHE I P.F.NON ANDRANNO MAI IN "SPECIAL PRICE" COME SUCCEDE PER ALTRI GRANDI GRUPPI PURE IMPORTANTI OSSEQUI UGO

Marco Verpelli ha detto...

Premesso che ho tutti gli album precedenti e che non penso di comprare questo, vorrei precisare che salvo (miei) errori nel leggere le critiche si tratta di "avanzi" da The Division Bell e non Wish...

Anonimo ha detto...

È un album vecchio e nuovo al tempo stesso. Dice bene John, The Endless River ricorda in maniera palese (ma consapevole, come aveva ammesso lo stesso Mason nella sua autobiografia) vari momenti della storia della band, da Whish you were here a Saucerful of secrets, fino a The Wall; ma non credo sia questo il punto. È sorprendente ciò che ho provato al primo ascolto e anche successivamente, una sensazione di malinconia e tenerezza insieme, quando penso che i Pink Floyd mi hanno regalato un’ultima opportunità di rincontrare degli amici perduti in un tempo lontano, di ritrovare questi tre immensi musicisti che suonano insieme, senza rancori o dispotismi, con una coralità inattesa e d’altri tempi. Li immagino in studio di registrazione, in quel lontano 1993, mentre giocano con il loro incredibile passato, rielaborando temi e stili, per riproporli in vesti nuovamente vitali... Per me contava questo, non avrei potuto pretendere di più dagli archivi della band, che finalmente ha deciso di dare il giusto riconoscimento al talento di Richard Wright, e il suo ricordo domina infatti su tutto il materiale proposto in The Endless River. Inoltre, sono a mio parere da sottolineare alcune intuizioni presenti in questo album che, se sviluppate vent’anni fa, probabilmente avrebbero contribuito a ridefinire la fisionomia del genere Ambient (come lo stesso Wright farà magistralmente in Broken China del 1996, di cui Endless river risulta lavoro propedeutico). Purtroppo all’epoca si optò per la composizione di brani forse più schematici e convenzionali, quelli che avrebbero costituito The Division Bell. Rimango dell’idea che la produzione di Martin Glover dei The Orb abbia valorizzato a dovere il piglio Ambient di quelle sessioni di registrazione, pur incomplete e inevitabilmente solo abbozzate. Ma forse, visto l’apprezzabile risultato finale, è proprio quell’incompiutezza che rende il disco un esperimento affascinante alle mie orecchie. E poi mi piace sottolineare che quei primi venti minuti, così indubbiamente vicini al sound di Shine on you crazy diamond, riescono a infondere un indeterminato senso di levità e delicatezza, che si può riscoprire solo accogliendo pazientemente ogni nota, ogni suono, penetrandone le sfumature. È un album che traccia un bilancio, è un saluto, un ultimo inchino. Io lo ascolto e mi sento un po’ nostalgico, ma profondamente contento.

Pietro

Marco Verpelli ha detto...

Ascoltato, non comprato, per citare Ford Prefect si sarebbe dovuto intitolare: Mostly Harmless. Non toglie e non aggiunge nulla.

MAURIZIORYCO ha detto...

I Pink sono sempre i Pink...facciamoci passare la nota commerciale ma resta pur sempre grandi...Anche un qualsiasi loro rumore andrebbe inciso...!!!
Situazioni commerciali ( vedi i DEAD e non solo...!!!) sono all'rodine del giorno. Perciò , secondo me smettiamola di pensare che cosa hanno fatto, quando lo hanno fatto. Godiamoceli. Altrimenti che senso ha creare eventi del tipo PROG a Roma oppure in Giappone e poi pubblicarli e pubblicizzarli? Non fanno pur sempre le stesse cose? Ben venga tutto questo...EDDAI!!!

taz ha detto...

Ciao ...Ho visto il video....più bello della canzone!!!!...semplice...movimenti della telecamera "lenti"...sembra che il particolare interessi più del risultato finale....un video che poteva anche durare 10'....per la pelle d'oca dovro' riascoltarlo...c'è un'immagine tenerissima di Rick che che saluta con la mano...sono in uno studio...di registrazione.....e loro sono giovani.....che brutto invecchiare!!!

rael ha detto...

Da ammiratore della band (dischi preferiti Animals e Wish you were here) dico con vibrante fermezza che sto disco era evitabilissimo.

aliante ha detto...

Se mi fossi imbattuto in questi provini per caso su You Tube ok, ma che l'abbiano spacciato come un disco ufficiale pur con tutti gli aggiustamenti vari proprio non mi va.

Rael, anche io come te apprezzo tantissimo Animals, secondo me uno dei loro episodi migliori e dove emerge forse per l'ultima volta il talento di Richard Wright.

UGO ha detto...

CHE NE DITE LO METTERANNO IN SPECIAL PRICE? DIREI PROPRIO DI NO BAH IO ADESSO,NON ATTRAVERSANDO UN PERIODO POSITIVO AL LIVELLO MONEY, NON MI PREOCCUPO DI POSSEDERLO MA MI LIMITO A SENTIRMELO IN LOW-FI SU YOUTUBE E VA BENE COSI!RIGUARDO GLI ALTRI DISCHI BE DIREI ANIMALS LA SOLA DOGS UN MEZZO DISCO CHE ADORO POI I SOLITI W.Y.W.H. THE DARK SIDE THE WALL MA DOVENDO SCEGLIERNE UNO BE VI SPIAZZERO MA IO SCELGO ATOM HEART MOTHER E SAPETE PERCHE? PERCHE DIRE UMMAGUMMA è SCONTATO POICHE ALMENO IL PRIMO LP è STUPENDO MEDDLE ADORO LA SOLA ECHOES LE DUE COLONNE SONORE LE ESCLUDEREI THE FINAL CUT MI SEMBRA LA PARTE DICIAMO WAR CHE GIA TROVIAMO SU THE WALL INVECE ATOM HEART MOTHER è UN DISCO BLUES PSICH E ANCHE ROMANTICO BASTA ASCOLTARE IF E SUMMER 68.PER SEMPRE MERAVIGLIOSI PINK FLOYD MA QUESTA APPENDICE LA TROVO DAVVERO EVITABILE E DIREI LA CLASSICA MOSSA COMMERCIALE USCITA NEL MOMENTO PEGGIORE CHE VIVE L'UMANITA!IS THE ANYBODY OUT THERE?SALUTI U G O

522 ha detto...

ERRATA CORRIGE IS THERE ANYBODY OUT THERE?

Anonimo ha detto...

Ma in Animals Wright suona? No perché mi pare di sentirlo solo nell'intro di Sheep...

Pietro

rael ha detto...

Pietro...ci suona ECCOME! Dal moog al VCS3 al clavinet al rhodes...gran parte del disco sono out-takes di Wish you were here tra l'altro.

giuseppe ha detto...

Ci credereste che, a parte gli incrollabili del periodo psichedelico, The Piper, Meddle, eccetera, alla lunga il mio preferito è Wish you were here?
The wall... mai piaciuto. I successivi, men che meno, Animals: fortissimo, ma gli mancava "quel non so che", Dark Side, splendodo, ma non ne posso più di ascoltarlo.
Wish you invece continua ad affascinarmi in tutti i sensi... che dite?"

Anonimo ha detto...

Rael, mi sono permesso di fare un po' di ironia, giusto per evidenziare che quello è l'album in cui meno si avverte il tocco peculiare di Wright. Suona nelle tre tracce principali, è vero, ma a me sembra relegato a un compito troppo scolastico, di maniera... niente di paragonabile al contributo che dà fino a Wish you were here. Anzi, di sicuro i pezzi di Animals nei live del '74 hanno una libertà espressiva che mancherà completamente tre anni dopo in studio.
Lo stesso Rick disse in un'intervista che in quell'album si limitò a suonare, quasi da session man, ma la maggior parte della musica non era di suo gradimento.

Giuseppe, di recente ho avuto il tuo stesso "problema" con Dark side. In questo periodo adoro senza riserve Wish e Atom heart mother. Il primo forse è quello più maturo sotto diversi aspetti, si avvicina non poco alla mio ideale di perfezione. :-)

Pietro

UGO ha detto...

be io direi che i P.F. siano finiti con THE WALL visto che THE FINAL CUT è un disco del solo ROGER WATERS tra l'altro dove gli altri tre fungono quasi da accompagnamento e poi rapresenta il disco della loro crisi e delle dispute legali però quel geniaccio del ROGER che caratteraccio!!!poi il gruppo è andato a finire nelle mani del solo GILMOUR.a proposito lancio un sondaggio ma dei loro SOLO ALBUMS voi cosa ne pensate?allora io ci metto AMUSED TO DEATH di WATERS come il suo miglior disco visto che ne RADIO KAOS e ne THE PROS AND CONS non mi hanno mai preso poi di WRIGHT adoro quello del 78 WET DREAM come pure il primo OMONIMO di GILMOUR dove si racconta che fu lasciata fuori la traccia CONFORTAMBLY NUMB poi ripresa e perfezionata su THE WALL mentre ABOUT FACE non l'ho mai digerito! quello di MASON? be direi un disco jazz-rock concepito da CARLA BLEY che tra l'altro non possiedo neppure!riguardo il mitico SYD BARRETT direi che tralasciando OPEL(che ritengo + che altro una serie di scarti e outtakes)i suoi due primi dischi THE MADCAP LAUGHS E OMONIMO(quello con gli insetti )siano stupendi ed allucinati com'era lui del resto....la storia continua....a presto.....U G O

UGO ha detto...

tra l'altro come il ns.maestro JOHN ci dice che in THE ENDLESS RIVER si notino dei passaggi simili a WISH .....ma perchè pure nel disco del 95 NON LI NOTATE QUEI PASSAGGI SIMILI A WISH?

J.J. JOHN ha detto...

Tra l'altro, ieri stavo riascoltando "The Edless River" in macchina con la mia dolce metà, ultrapatita da secoli dei Floyd (ecco perchè riesce ad ascoltarlo, perché a me da solo non passa neanche per la testa).

Così, mi sono accorto di aver scritto un'imprecisione: ho parlato infatti di "passaggi simili" a "Wish you were here", ma avrei dovuto dire "identici", non solo "simili".
Uno in particolare è proprio la stessa scala dell'attacco di "Shine on you crazy diamond".

Alla fine, siccome il viaggio era lungo, ci siamo divertiti a citare tutti gli album che ci venivano in testa ascoltando "River".
Allora: nei primi venti minuti impera "Wish you were here"; proseguendo, c'è molto di "The Wall" e qualcosa di "Dark Side". Meno di "Atom" e quasi nulla dei precedenti.

Poi, per mia fortuna siamo arrivati a casa, e adesso non voglio più ascoltare i Pink Floyd almeno per un mese altrimenti sbrocco. Mi dedicherò agli Yes :-)


A proposito, l'avete comprato Gast(rock)nomia vero? Mi raccomando. E se non lo trovate in libreria, prenotatelo!
E se vi è piaciuto, regalatelo agli amici per Natale. Thanx.
JJ

Anonimo ha detto...

un buon disco da ascoltare mentre si legge un buon libro, niente di più o di meno.
I Pink Floyd sono finiti con Animals, tutto quello che è venuto dopo è roba di scarso interesse
JOHN THE GUN

Anonimo ha detto...

Grandissimo articolo John, ti faccio i miei complimenti perché sei riuscito, mettendo in luce gli aspetti positivi e negativi di "The Endless River," a conciliare i punti di vista di chi lo scredita e di chi lo elogia.
Era da tanto tempo che non commentavo un post sul tuo blog e devo dire che mi fa strano farlo per un album a nome Pink Floyd. :)

Edoardo

ugo ha detto...

a proposito di pink floyd ma secondo te,JOHN,a parte il disco di PAOLO FERRARA che è praticamente introvabile quale lavoro del prog italiano anni 70 ma pure siccessivo anni 80/90 magari nel filone neo-prog ritieni più pinkfloydiano o perlomeno psichedelico? ciao ugo

taz ha detto...

L'avevo chiesto per Natale e invece e arrivato per il mio compleanno...scartato e ascoltato stamattina....sono arrivato alla traccia 15, sicuramente non è un disco da ascoltare con bambini intorno ...quindi aspetterò di stare solo a casa per "godermelo"...i suoni sono i suoni Floydiani degli ultimi anni senza W.....c'è lo stampo DG su tutto...direi forse troppo....direi che chi ama incondizionatamente i Floyd lo deve possedere...chi li ama ogni tanto lasci perdere e si ascolti un the best dei Pink Floyd......ciao

MarioCX ha detto...

E chi non li ama affatto venda su ebay la sua copia di Dark Side comprata a 15 anni perchè "tutti ce l'hanno e tutti ne parlano bene dev'essere bellissimo" completa di poster ed adesivi e investa il ricavato in un best dei Monkees.

Marietto l'irriverente.

UGO ha detto...

per chi non li conoscesse ma pure per chi li conosce già consiglio l'ascolto di questo magistrale disco di prog-metal uscito nel 88 da parte di un gruppo americano dove si trovano ben mischiati,a mò di suite,elementi dei PINK FLOYD (quelli di THE WALL) e dei grandiosi RUSH il disco che gode di testi davvero affascinanti ed apocalittici si intitola: QUEENSRYCHE"OPERATION MINDCRIME"consiglio tutti PROGGOMANI E METALLARI di ascoltarlo ne restere affscinati...UGO!

roberto ha detto...

Guardavo un documentario sui Pink Floyd (si trova su Youtube, "Pink Floyd The Story"), e verso la fine del racconto dell'album "Wish you were here" c'è un breve intervento di Wright che mi ha fatto venire la pelle d'oca. Saranno passati almeno 10/15 anni dal disco, a giudicare dall'aspetto di Wright, Mason e Gilmour nel documentario.

-"Penso a lui (Barrett), e penso a quando abbiamo cominciato.. Immagino.. Mi piacerebbe (I would love) che un giorno Syd entri nella mia stanza (e dica): «Son pronto per suonare nella band di nuovo, son pronto per tornare nella band»"

Oltre alla pelle d'oca, questo secondo me dice molto sul silenzioso, timido, riservato, geniale Wright.

Quando ascolterò questo disco (i Pink Floyd ce li ho nel sangue da prima che nascessi, quindi non ho ancora voluto ascoltarlo perché non sono emotivamente pronto a salutare Rick Wright "for good"), brinderò a lui...

Alachetué!




ugo ha detto...

ricollegandomi al discorso di prima sui BEATLES/R.STONES be invece debbo dire che di spazzatura vera e propria dobbiamo parlare sugli ultimi dischi dei PINK FLOYD e sapete perchè? perchè loro son stati cosi magniloquenti almeno fino a THE WALL disco da valutare nel suo insieme come,appunto,un opera rock!
dicevo dopo THE WALL per me son finiti primo perchè i loro dischi dei 60/70 resteranno immensi per sempre e perchè da THE FINAL CUT in poi son tutti dischi bruttini! THE FINAL CUT fu un disco del solo R.WATERS nel quale esprimeva tutte le sue paranoi sulla guerra e il padre mentre A MOMENTARY LAPSE resta un disco del solo GILMOUR troppo rock e per nulla psichedelico da definirlo un FLOYD-RECORD.poi pure THE DIVISION BELL migliore ma sempre un repechage del solito W.Y.W.H. mentre l'ultimo non lo ancora comperato pensa un po tu!insomma il livello dei primi BEATLES era cosi basso e banale per cui dopo si son riscattati alla grande! mentre il livello dei FLOYD era cosi MAGNILOQUENTE che alla fine per me avrebbero fatto bene a chiudere baracche e burttini dopo THE WALL. il solito UGO ciao

roberto ha detto...

Lo stesso Wright diede ragione a Waters (all'epoca una cosa da destare scalpore che manco la stretta di mano Kennedy-Kruscev...), nel dire che, in effetti, "A Momentary.." non era da considerarsi un disco dei Pink Floyd.
Beninteso, nemmeno "The Final Cut" lo è...

Alachetué!

ugo ha detto...

a distanza di un anno ho acquistato questo disco e debbo dire che mi ha colpito in positivo poichè le sonorità risultano alquanto fluide e piacevoli.ma debbo,allo stesso tempo,convenire che questa mi sembra una mera operazione commerciale visto che in esso ho ritrovato tracce di "wish you were here" "the wall" e specie certi umori "ambient" derivanti da "the division bell.dunque solo una speculazione commerciale visto che il "dio denaro" è sempre in agguato ed allora perchè non sfruttare un nome così glorioso?
a questo punto spero non esca più nulla altrimenti il nome PINK FLOYD finisce per sputtanarsi e questo manco lo trovo dignitoso!
un saluto e buon natale da ugo

ugo ha detto...

in risposta a roberto dico che i veri P.F. son finiti con THE WALL dato che la mente pensante ossia ROGER WATERS dopo quel disco non c'era piu!
in effetti già THE FINAL CUT era un disco del solo WATERS mentre A MOMENTARY... un disco prodotto dagli altri tre ma con predominio rock della chitarra di DAVID GILMOUR.
come pure THE DIVISION BELL e questo disco postumo non è altro che un repechage di frammenti sonori rimasti nel cassetto per anni dunque una mera operazione commerciale.

ugo ha detto...

guarda JOHN fosse uscito che ne so a fine anni 90 dopo THE DIVISION BELL lo avrei riconsiderato ma a distanza di 20 anni (1994/2014)non posso non pensare che sia stata una MERA OPERAZIONE COMMERCIALE senza per questo volerne sminuire la qualità e la gradevolezza della proposta.inoltre faccio una confessione il mio disco preferito dei PINK rimane sempre WISH YOU WERE HERE che amo oltre ogni limite per cui il ricalco di quel disco mi ha comunque fatto un gran piacere ugo