Alberto Fortis & PFM: Alberto Fortis (1979)
ESEMPIO DI COME ALCUNI GRUPPI STORICI DEL PROGRESSIVO ITALIANO,
SI RICICLARONO RAPIDAMENTE NEL CANTAUTORATO.
Alberto Fortis nasce a Domodossola il 3 giugno 1955 in una famiglia dalla lunga tradizione medica. Cattolico di origini ebraiche, dimostra presto un’accesa propensione per la musica.
A soli cinque anni comincia a suonare la batteria, e a tredici fonda il suo primo gruppo, I Paip’s: dal nome di un locale dove si era esibito, e influenzato dai grandi del rock anni Sessanta. Beatles, Chicago, Ten Years after e Vanilla Fudge.
Sedicenne si esibisce in Rai con una nuova band, I Raccomandati, e due anni dopo inizia a suonare d’intuito il pianoforte. La sua prima composizione sarà una suite di 20 minuti destinata a diventare la title track del suo secondo album Tra demonio e santità (1980).
Abbandonati gli studi di medicina, nel 1974 si trasferisce a Roma dove, pur avendo firmato un contratto discografico con la It di Vincenzo Micocci, gli viene negata la possibilità di incidere.
Oggi Alberto stesso annovera quell’incontro con Micocci (scomparso nel 2010) tra "le cose belle della sua vita", e nutre ancora per lui stima e rispetto. In fondo era pur sempre un grande: fu lui a scoprire Morricone, De Gregori, Gaetano, Venditti, più i gruppi prog Pierrot Lunaire e Capitolo Sei, ma all'epoca il suo comportamento proprio non gli andò giù. E infatti dedicò a lui e a Roma due tra le più feroci invettive della canzone italiana, Milano e Vincenzo e A voi Romani, poi leading tracks del suo primo album.
Inutile dire che la seconda, in cui la città eterna e i suoi abitanti vengono coperti di ingiurie, gli procurò non pochi problemi. Si beccò dell’”incivile” da Pippo Baudo, e nei suoi primi concerti romani preferì cambiare le parole in “A voi caimani”. In più, per molti anni dovette costantemente giustificarsi: “Non ce l’ho con i romani, ma con le forme di potere e le burocrazie accentrate nella capitale”. Molti lo compresero, ma altri non lo perdonarono mai.
Migrato a Milano, lo accolse invece la Polygram che lo scritturò con la formula dei "tre album più due" e si mise subito all’opera per lanciarlo adeguatamente: produzione esecutiva del suo mecenate milanese Alberto Salerno e di Mara Maionchi; direzione artistica di Claudio Fabi; come backing band la PFM post-Pagani al gran completo e, per studio di registrazione, il prestigioso Stone Castle di Carimate.
Lo scopo iniziale era quello di vendere almeno 5.000 copie, ma il resoconto finale fu di 20 volte tanto, e "Alberto Fortis" diventò uno dei più fortunati dischi d’esordio per un cantautore italiano. E in effetti, gli ingredienti c’erano tutti.
Per cominciare, una produzione tecnico - musicale tanto qualificata quanto affiatata, che compattò le qualità di Alberto in nove piccoli gioielli sonori. Musicalmente evidenziando la voce e la grinta del protagonista, tecnicamente con un’incisione impeccabile, e graficamente con una copertina azzeccata in cui il nostro versava un caffé a se stesso e ai ragazzi della Premiata.
L'album si aprIva con la feroce leading track anticapitolina A Voi Romani e la gettonatissima Milano e Vincenzo: altro brano in cui Alberto ribadiva il suo disprezzo per Roma e dichiarando nel contempo il suo amore per Milano. Due pezzi insomma, che forse non furono il miglior biglietto da visita per una futura star nazionale, ma che a parte i contraddittori, vendettero bene a livello di singoli e fecero molto parlare di sé.
E’ però nel terzo splendido brano Il Duomo di notte che emerge il vero Fortis: sensibile, intenso, dalla voce particolare e con quella sua poetica curiosa, ermetica, spirituale, ma capace anche di stupire con incursioni terribilmente realistiche se non addirittura trash quali “la tua mano nella la mia nel frullatore” o l’insalata preparata con il seno tagliato alla sua misteriosa amante.
Un linguaggio aggressivo che però fece presa su un pubblico orfano degli anni Settanta, e all’alba di quegli anni Ottanta in cui il "cripticismo da stilisti" era all'ordine del giorno, e dove spesso il “significante” contava più del “significato”.
Tra le canzoni svettò infine la Sedia di Lillà, tragedia psico-medica considerata da molti (ma non da me) il suo capolavoro, e degna chiusura dei suoi live show, là dove nel finale Alberto oltre a ringraziare il pubblico, declamava una lista fin troppo lunga dei suoi ispiratori: Lennon, Cristo, il Papa, Gandhi, Kennedy, Madre Teresa di Calcutta ecc.
Nelle ore piccole dei primi anni Ottanta, incontravo spesso Alberto al Magia di Milano, quando stava ancora con Rossana Casale e gravitava con i Volpini Volanti. Poi però scomparve dalla circolazione dopo l'album West of Broadway (1985), l'ultimo per la Philips. Se ne andò in America, perse molti fans della prima ora, e a chi gli chiese il perché di questa fuga, lui rispose sempre seccamente: “Siete voi che non mi avete seguito”.
Chissà? Forse aveva ragione, ma è anche vero che mai come nell'85 occorreva costantemente apparire per non perdere pubblico, e comunque, a prescindere da cosa sia successo veramente, 3 dischi in 15 anni non contribuirono certamente a mantenere viva la sua popolarità.
Un vero peccato, che però valorizza ancor di più i suoi lavori del periodo 79 - 84: tutti a mio avviso e per sempre, gemme imperdibili della musica italiana.
35 commenti :
bentornato john e grazie per questa scheda che tutto sommato mi aspettavo tu facessi!ho sempre amato questo disco però purtroppo mi vien da dire che la magia presente in questi solchi è sparita subito dopo benchè io abbia i suoi primi 7 lp dato che mi son fermato al disco "carta del cielo".
dicevo la magia di questo disco resta irripetibile sarà pure per via degli arrangiamenti con la pfm e anche per l'ottima incisione che ha,a mio avviso, anticipato quella dei cd che di li a pochi anni(nel 83) avrebbero invaso il mercato discografico!di questo disco adoro tutto persino la copertina davvero simpatica.a proposito io ne ho due copie una con i testi e l'altra(la ristampa)senza di essi ma entrambe chiuse!mica ti risulta che la prima stampa fosse apribile?son rimasto sempre con questo dubbio!i miei pezzi preferiti restano almeno 3 ossia: 1)IL DUOMO DI NOTTE affascinante sia come testo che come musica poi 2)LA SEDIA DI LILLA dove l'estensione vocale del ns.si spiega a vele aperte un pò come la RUGGIERO dei MATIA fece nel 76 nel brano stupendo CAVALLO BIANCO(a mio avviso il + bel pezzo POP ITALIANO di sempre!)infine una nota di merito ai due brani L'AMICIZIA e SONO CONTENTO DI VOI.poi degli altri lavori di ALBERTO preferisco il suo terzo album LA GRANDE GROTTA non fosse altro per il brano SETTEMBRE che adoro come pure la NENA DEL SALVADOR.gli altri dischi dovrei risentirmeli perchè non me li ricordo piu ma con tutto il materiale che ho mi sa che lascerò questa terra senza avermeli piu potuti sentire!!!un saluto e bentornato carissimo GURU DEL PROG ma anche delle realtà circostanti che tu sempre ben descrivi come hai fatto x l'EXPO! fortunatamente non mi ha mai attirato manco l'idea di visitarlo e poi con tuttlo lo schifo che c'è stato nella fase preparatoria(mi riferisco al giro di tangenti)credo di non essermi perso granchè tranne forse il fatto che era stato imperniato tutto o quasi sul discorso CIBO-TERRITORIO-AMBIENTE! a proposito ma a voi visitatori qualche assaggio è stato riservato oppure vi hanno fatto pagare pure l'aria come di recente sta accadendo in italia? un saluto a tutti i PROGSTERS ITALIANI BY UGO'S PROG STUDIOS.
Anch'io mi aspettavo questo post. Alberto Fortis è stato uno dei grandi cantautori rock italiani di fine anni settanta, se non il più grande. Un personaggio che non guardava in faccia a nulla ed a nessuno. Quante volte ho pensato alla sua "A voi romani" mentre infuriavano le inchieste su "Mafia Capitale"! Di lui, oltre all'immortale "Milano e Vincenzo" ed a questo spettacolare primo album, ricordo un altro gran bell'album di rock melodico e raffinato dal titolo: "La grande grotta" (anno 1981).
Già che ci sono, insieme ad Alberto, ci tengo a menzionare un altro grande di quell'epoca di transizione: Gino D'Eliso. Meno fortunato di Fortis, ma ugualmente bravo.
Allo
I have this one in my lp colleczione ! There are truly great melodies in it !
Sosgotcha
ciao john non credi sia il caso di partorire una scheda su SUGO di FINARDI e una pure su un lp a tuo piacere del grande IVAN GRAZIAN spesso dimenticato?
e perchè no una pure sull'indimenticabile RINO GAETANO? a risentirci JOHN
Bella scheda come sempre. Grazie john.
A me di Fortis piaceva parecchio anche "El Nino" del 1984 con la splendida ballata "Svegliati amore con me" e la futuristica "Plastic Mexico".
Quell'anno ammetto di aver preso anche una cotta per "Fiore di maggio" di Fabio Concato...
Grazie dear Sisters and Brothers e bentornati anche voi.
Io vi confesso che il mio album preferito di Alberto è "Tra demonio e santità", da cui "Dio Volesse" è una delle canzoni che porterei con me sulla fatidica isola deserta. Non fosse altro per lo splendido assolo finale di synth.
Finardi arriverà e probabilmente anche altri cantautori. In fondo, furono alcuni di loro a sostituire il prog nel cuore di molti ascoltatori, quindi non vedo perchè non se ne possa parlare.
grazie john hai proprio ragione quando dici che alcuni cantautori(sappiamo quali)riuscirono,almeno in parte,a rimpiazzare i grandi del prog dal 76 in poi quando il prog stesso andò in crisi per tutti i motivi che tu spesso hai elencato.lunga vita al ns "guru" ciao ugo
Ciao a te JJ e a tutti...disco imperdibile.... e non solo per chi ama Fortis...la scheda è "perfetta"...Quest'anno ha suonato a Bordighera, lui con il piano e basta, e devo dire che i posti si sono riempiti tutti...e anzi hanno aggiunto delle sedie....ha percorso la sua carriera e suonato alcuni pezzi del suo nuovo lavoro, molto ineteressante...cantautore con una voce molto particolare e riconoscibile alla prima nota....lo vidi per caso nel '92 , secondo me stava passando un periodo "religioso"..perchè lo vidi entrare nel Duomo e dirigersi verso un altarino con vicino il "porta candele" delle offerte..ne fece una..si mise in ginocchio per qualche minuto..segno della croce e....via a passo spedito fuori dalla Chiesa....Racconto questo fatto perchè mi colpii la velocità in cui fece il tutto.....cmq uno dei pochi coerenti con le sue idee....ciao
bravo ma non mi è mai sembrata una persona simpatica... jj tu che l'hai conosciuto che dici?
Più che "conosciuto" diciamo che lo "vedevo spesso" in quanto eravamo entrabi frequentatori del "Magia". Io assiduamente perchè ci abitavo a due passi, lui meno ma, ovviamente, in modo molto più profondo.
Sul carattere mi chiedi? Non so risponderti. Ho conosciuto molti artisti, e di norma li apprezzo principalmente per la loro arte. Poi, il fatto che ti trovi o meno in sintonia con il loro lato umano, beh, quello è un fatto soggettivo.
Diciamo che Alberto non era proprio un giovalone tipo Di Cioccio, Radius o Vasco, ma mi ha comunque restituito la certezza che fosse "se stesso". Intimo, spirituale e professionale. Che non è poco.
Che poi stia "simpa" o "anti", ripeto, è una questione di compatibilità.
Ho scoperto che recentemente Domodossola lo ha eletto cittadino onorario.
Quanto può centrare col prog italiano non lo so...forse sono limitato io :) Ma di sicuro artista sopravvalutato e vagamente altezzoso, e infatti il pubblico l'ha lasciato a piedi 30 anni fa.
Si, forse questa scheda me la potevo risparmiare. Però ben dimostra come già nel 78-79 molti artisti Prog si fossero già abbondantemente riciclati nel sistema. O almeno quelli che potevano permettersi di farlo.
io invece trovo la scheda su FORTIS ampiamente giustificata non solo per il discorso sul riciclo dei gruppi prog dopo il 77 anno limite e spartiacque fra il prog e il resto del rock che poi sarebbe venuto ma trovo la scheda oltre che ben fatta(e questa è la solita conferma del piglio di JOHN)ampiamente giustificata non fosse altro che poi il gruppo in questione è proprio quella PFM che assieme alle ORME e al BANCO diede il via alla migliore stagione dellla ns.musica ossia il PROG ITALIANO per cui
B R A V O J O H N
tra l'altro trovo che questo di FORTIS sia un disco oltre che bello ottimamente inciso sembra quasi di sentire un cd ante-litteram come all'epoca i cervelloni di AUDIO-REVIEW definivano quei dischi incisi con molta perizia tutto l'opposto di alcuni dischi incisi da quelle major(vedi la DISCHI RICORDI) che utilizzavano lacche viniliche scadenti ed al primo ascolto il vinile già presentava dei disturbi o fruscii di fondo!
eccezion fatta per quelle etichette indipendenti come la CRAMPS (ottimo vinile ed ottima carta utilizzata per le copertine) e l'ULTIMA SPIAGGIA.
secondo te JOHN al di la del valore artistico quali sono i due tre album del PROG ITALIANO meglio incisi? o che hanno avuto una resa sonora brillante? ciao ugo
I tre dischi meglio incisi del prog? Questo bisognerebbe chiederlo a Analoguesound. Personalmnte ho l'impressione che dopo il 74 ci fu un innalzamento generale della qualità ma, più in generale, posso dirti che mi hanno sempre ben impressionato le produzioni della RCA e della Ricordi. E se devo invece fare nomi, beh, forse La Locanda Delle Fate potrebbe stare ai primi posti.
Il primo di Fortis è un capolavoro anche se non mi pare abbia nulla a che vedere col Prog.
Sono contento che questo blog si diriga anche in altre direzioni.
Peccato che il primo fu anche il migliore in quanto Fortis non si ripeté più a questi livelli.
Non ricordavo della lista (ingenua) degli ispiratori che ricorda tristemente le Jovanottate con 20 anni di anticipo.
son d'accordo con te MARIOCX purtroppo la magia di questo esordio è svanita subito dopo e anche se,come dice john,almeno fino al 1984 il ns.ha prodotto altri bei dischi nessuno di questi ha il fascino dell'esordio.
io all'esordio farei seguire tra demonio e santità e poi la grande grotta.poi già con fragole infinite qualcosa si spezza e non torna più come prima.
sarà per l'arrangiamento della pfm sarà per i testi ed anche per il falsetto e gli acuti(voce unica come quella del grande IVAN)questo disco non mi stanca mai tant'è che ne possiedo due copie ciao ugo
Ciao Ugo, a proposito di Ivan: finalmente è stato messo su CD lo splendido "Parla Tu..." album live del 1982.
Imperdibile in quanto mirabile sintesi del suo periodo migliore che arriva proprio al termine di esso.
Impreziosita dalla dimensione live particolarmente congegnale al Nostro.
Ogni pezzo ci guadagna e che pezzi! da "Monna Lisa" a "Digos Boogie", da "Agnese" a "Isabella Sul Treno" passando per "Lugano Addio" e "Paolina".
E poi "Fuochi Sulla Collina" il cui ascolto è quasi insostenibile tanto è radiante la sua bellezza.
Dischi del genere oggi non esisteono più.
pensa tu ho il doppio vinile arancione con tanto di autografo quando venne qui a BATTIPAGLIA ad esibirsi nel parco comunale un concerto indimenticabile!
Lo comprai all'epoca e una ventina di anni fa lo imprestai incautamente ad un emerito idiota.
Mai più visto nè lui nè il disco.
Intorno al 2000 lo trovai per 5 Euro in un negozio i dischi oggi scomparso ancora sigillato!
scusa mario ma la tua copia si apre?le mie due son entrambe chiuse di cui una coi testi e l'altra no volevo capire se esiste una stampa apribile oppure no!
doppio vinile arancione??? e che roba è?
Per Ugo: le mie copie sono entrambe apribili nel classico formato "Gatefold". D'altronde il vinile è doppio e sono ben rari gli album doppi con i vinili infilati nella stessa busta.
Mi viene in mente una ristampaccia di "Eat the peach" degli Allman che ho qui.
Niente testi.
Ignoravo esistesse una ristampa in vinile di "Parla tu..." con i due dischi infilati in una sola busta chiusa.
Per Anonimo: non è il vinile ad essere arancione (tipo "picture disc"), ma la copertina. Se la cerchi in rete la trovi.
Per tutti: il cd è singolo, ma contiene tutti i brani del doppio vinile dell'epoca.
Nessun taglio.
no scusami MARIO ma io parlavo del lp di ALBERTO FORTIS non di quello di IVAN DOPPIO APRIBILE CHE POSSIEDO PURE CON AUTOGRAFO DELLA STESSO AUTORE UGO
Ugo, scusa: se ho capito bene tu hai l'album "Alberto Fortis" in doppio vinile arancione? Puoi darmi un po' di dettagli in più? Anno di pubblicazione , etichetta, brani eccetera. non so nulla di questa edizione .Grazz.
NO SCUSAMI IO COME DOPPIO ARANCIONE MI RIFERIVO A QUELLO LIVE DI IVAN GRAZIANI.INVECE VOLEVO SAPERE SE IL PRIMO DI FORTIS ESISTE CON COPERTINA APRIBILE OPPURE NO? VISTO CHE IO POSIIEDO DUE COPIE DEL DISCO DI FORTIS DI CUI UNA COI TESTI E L'ALTRA NO TUTTO QUI UGO
Ah! Perbacco s'è fatta un po' di confusione!
Non ti posso risolvere questo dubbio caro Ugo perché io non acquistai il disco di Fortis all'epoca, ma soltanto un dozzina di anni dopo nel ben meno affascinante formato CD.
Oltretutto un CD dei primissimi anni '90 veramente ben poco eccitante.
Quando però io ho curiosità di questo genere adotto un piccolo trucco: vado su ebay e cerco il disco in questione mettendo magari "Original" (se voglio vedere com'è la confezione della prima stampa) e vedo le inserzioni con foto che vengono fuori.
Ciao
Mario
Il primo album di Fortis non è mai stato stampato gatefold. Semplicemente, le prime edizioni hanno i testi nella inner sleeve e le successive no.
Noto solo ora che il preferito di John è 'tra demonio e santita''... evviva... è anche il mio.
grazie mille RACONTEUR mi hai tolto un dubbio pazzesco!dunque non esiste una prima stampa gatefold ma solo le due chiuse(come le tengo io) di cui la prima coi testi e le altre no!
chissà se prima di quel disco FORTIS aveva già altro materiale che non ha mai pubblicato!circa gli altri be ci metto subito dopo "tra demonio e santità" e leggermente sotto "la grande grotta" poi "fragole infinite" sarà pur stato il suo successo maggiore ma già non mi convinceva più tanto.sotto certi aspetti mi convinceva di più "el nino" mentre "west of broadway" lo trovo proprio bruttino(ad eccezione della cover di "imagine" di JOHN LENNON).il resto non lo possiedo ad eccezione di "carta del cielo" che manco me lo ricordo com'è!peccato perchè all'inizio era proprio forte e "il duomo di notte" trovo sia una delle più belle songs mai scritte in italia! ugo
ho sempre pensato che Fra Demonio e Santità avesse dovuto essere il primo lavoro di A.F., probabilmente i discografici lo ritennero troppo complicato e oscuro per un album di esordio.
Bellissimo disco, che dimostra una volta di più,almeno secondo me, che la PFM in quel periodo dava il meglio come band di suppoorto, come dimostrano i due magnifici dischi con De Andrè. Anche per il secondo disco Fortis rimase in Italia, e pescò a piene mani dalla band che allora accompagnava Branduardi negli stadi (Surdi, Cappellotto, Ceroni, Puleo) cui si aggiunse il magico Mauro Pagani. Risultato "Tra demonio e santità", altro masterpiece. Poi si è messo a fare l'americano e..... chi lo ha visto ?
Buongiorno a tutti! Mi chiedevo se qualcuno sa il nome del fotografo che ha scattato la fotografia di copertina? Online non riesco a trovare questa informazione :(
Grazie a chi mi risponderà!
Ottimo esordio !
A voi romani, Milano e Vincenzo e La sedia di lillà sono i tre brani che preferisco di questo disco
Belli anche i successivi Tra demonio e santità e La grande grotta
Poi dopo Fortis non l'ho più apprezzato
Michele D'Alvano
La grande grotta è decisamente il mio disco preferito di Fortis .
Michele D'Alvano
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