Salis: Dopo il buio, la luce (1979)
Mai del tutto convincente in ambito rock, la Sardegna degli anni Settanta è stata invece una grande fucina di talenti folk e soprattutto jazz: Paolo Fresu, Cadmo, Antonello Salis, Marcello Melis, e i fratelli Salis che a cinque anni di distanza da Seduto sull’Alba a Guardare pubblicarono nel 1979 il loro terzo album Dopo il Buio La Luce, considerato unanimemente il loro capolavoro.
All’epoca il gruppo è spesso stanziale in quel di Cremona, ha dimenticato le ingenuità e la forma cantautorale degli esordi, ha rivoluzionato più volte la formazione (ora accanto a Francesco e Antonio Salis ci sono Antonio Lotta alle tastiere e Antonio Sardu alla batteria) e probabilmente stimolato dall’assidua frequentazione con Mauro Pagani, ha ormai intrapreso un discorso jazz rock a tutti gli effetti pur se con ampie aperture verso la fusion.
Registrato per la piccola discografica IAF già label dei Dalton, il nuovo disco dei Salis rivela una maturità tecnica e compositiva sorprendente, sia per la qualità della registrazione che sostiene senza cedimenti la potente dinamica delle otto composizioni, sia da un punto di vista musicale là dove le indiscutibili qualità dei musicisti riescono sempre a dare il meglio di sé senza alcuna prevaricazione.
Si prendano ad esempio i fluenti chiaroscuri della leading track Novembre in cui una ritmica seduttiva e cadenzata fa da tappeto a un continuo call and answer tra chitarra e tastiere, oppure la successiva Rapsodia per Emigrazione dove una solida architettura ritmica palleggiata tra etnica e crossover, disvela una straordinaria fantasia cromatica.
Per tre quarti strumentale, Dopo il Buio La Luce non presenta cali di tono neppure nei due brani vocali che anzi restituiscono ulteriori prospettive sonore. La prima ambasciata da Diablo che in un incantatorio groove arabeggiante omogeinizza sapientemente tastiere e chitarre, e l'altra dalla conclusiva Yankee Go Home: una ballata ludica e solare che giusto per non farsi mancare nulla, sferra un’orgogliosa zampata antimperialista paragonando la colonizzazione dei territori indiani del Nord America a quella operata in Sardegna dai mercificatori continentali.
Unico punto debole, la data di pubblicazione dell’album che lo rese un prodotto fuori tempo e purtroppo anche fuori mercato. Poco appetibile per i fan del rock progressivo ormai defunto da tre anni, e vista la sua pessima distribuzione, anche per coloro che in quel 1979 dominato dalla disco-music, dal punk e dalla new-wave, cercavano disperatamente musiche di profilo più elevato.
Non a caso, fatta eccezione per qualche zona della Sardegna, l’ultima fatica della band prima dello scioglimento non solo venne praticamente ignorata, ma ristampata per la prima volta solo trent’anni dopo grazie all’interessamento della Giallo Records di Carate Brianza.
Un vero affronto alla musica di qualità che però nulla toglierà mai al valore intrinseco del disco. Un gioiello di nicchia che dimostrò come, anche nella terra di Maria Carta, Marisa Sannia, Clara Murtas, Piero Marras e del cantu a chiterra, vi fosse già dai primi anni Settanta una decisa volontà di contaminazione stilistica. La stessa che a partire dal 1990 verrà condensata nel cross-jazz di Paolo Fresu, e diverrà fiore all’occhiello per l’Italia intera.
16 commenti :
john appena potrai potresti fare una scheda sui SHOWMEN considerando sia gli esordi come SHOWMEN che quando poi divennero SHOWMEN 2 e virarono al progressivo!poi volevo pure sapere come mai non hai mai considerato il disco de LE SENSAZIONI autori di un unico album nel 1981 dal titolo DR.FAUST SUITE
perlomeno il lato A lo trove eccellente magari il lato b + piu pop banale ma la suite è davvero notevole ciao ugo
circa questo disco dei SALIS di cui ho la ristampa in cd ti farò conoscere un mio parere non appena lo avrò riascoltato poiche non me lo ricordo affatto a presto ugo
Le Sensazioni sono decisamente fuori tempo massimo. Gli Showmen 1 e 2 non so quanto fossero progressivi... però ci penso.
....e per i CACAO gruppo rock-blues guidato dall" ex JUMBO dario guidotti vale lo stesso discorso delle SENSAZIONI tra l'altro non erano manco prog giusto john?
Per carità...
L'ascolto di quest'album ce l'avevo in coda da tempo, ma dopo la recensione di JJ ho deciso di ascoltarlo subito.
Ne è valsa la pena. Una piacevolissima sorpresa. Se fosse uscito nel 1975 sarebbe potuto diventare un classico del Prog Italiano, secondo me.
Davvero bella Novembre. Una piacevole riscoperta. Un disco meritevole di scheda, secondo il mio punto di vista, é Overground di Sandro Brugnolini del 1970. Ascoltate la deliziosa Adrie's dream.
lo riascoltato davvero un bel disco fluido e scorrevole.piacevole nel suo alternarsi di chitarre/tastiere e un suono di chitarra davvero unico.
pure la voce non dispiace nei suoi due brani cantati.
unica nota stonata il libretto della giallo records privo di notizie o credits
per chi non lo avesse consiglio la ristampa in vinile della AMS
Un disco che scorre fluido, con chitarra e tastiere in evidenza.
Apprezzabilissimi gli interventi pianistici.
"Yankee go home" mi ha fatto venire in mente i tempi della "base missilistica" a
Comiso. Di quando sui muri di mezza Sicilia c'era scritto "miricani itavinni"
Un disco che non aggiunge niente di nuovo e alla lunga anche un po' monotono.
Almeno da un primo ascolto, ma pur sempre meglio di tutta quella spazzatura che
verrà a sostituire la "Musica di qualità".
Anche a me non dispiacerebbe una scheda sugli Showmen 2.
ciao pietro sono ugo spero di conoscerti un giorno per scambiarci un caffè-progressivo ciao
Ma certo, con piacere. Quando si presenterà l' occasione.
Dalle nostre parti si dice: "a ddisposizioni"
Ciao
Ciao....Se pensiamo al loro primo lavoro "Sa vida ita est", passando poi per "Seduto sull'alba...", i ragazzi sono maturati parecchio come musicisti!!!...bravi e interessanti già nel loro primo LP...chissà, uno o due anni prima, e con qualche promozione in più...non ci saremmo dimenticati di loro....bel Jazz-rock!!!..bella scheda!.......Scusa se uso questo spazio ma, penso, che non sarebbe male che tu analizzassi gli ultimi lavori di gruppi storici come Osanna o Rovescio della medaglia.....ciao
Taz, se per "ultimi lavori" intendi quelli recentissimi io passerei volentieri la mano. Magari al Capitano Stratosferico che di queste cose si ciba.
..Of Course.....capito.!!.....chi è il Cap. Strtosf.?? ciao.
Il mio buon amico Capitano Stratosferico è il webmaster di questo grande sito:
http://verso-la-stratosfera.blogspot.com/
Mi raccomando però: dopo che lo avrete visitato ricordatevi sempre che esisto anch'io.
Un grandissimo disco !
Raffinato, evocativo e arrangiato splendidamente .
I Salis dimostrano di aver raggiunto la loro definitiva maturazione stilistica .
Michele D'Alvano
Indubbiamente il capolavoro dei Salis !
Michele D'Alvano
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