Le Orme: Verità nascoste (1976)
Sin dalle prime note della opening track “Insieme al concerto”, si capisce che nelle Orme qualcosa è definitivamente cambiato.
Il Rock di maniera ha preso il posto del Progressivo e il sound, pur se onesto, raffinato e restituito con la maestria di una formazione americana, non ha più nulla che evochi i complessi intarsi della “Porta Chiusa” o di “Felona e Sorona”.
Il drumming è scarnificato e sempre meno empatico, e le chitarre hanno un retrogusto di AOR con tanto di raddoppi sugli assoli.
I breaks sono ancora pregevoli ma didascalici se non autoreferenziali, e francamente, neppure la modernizzazione dei suoni brilla per originalità.
Dei tempi andati restano il pathos nei testi ma con con un ulteriore pizzico di buonismo in più, e la poetica giace proprio fuori luogo in un momento storico che avrebbe richiesto analisi ben più concrete.
Anzi, in certi frangenti sembra persino di trovarsi in pieno clima Underground:
“sentirsi uniti agli altri ancora...felicità... sera di luna piena...”.
E’ evidente che il lavoro di semplificazione voluto dalla band in “Smogmagica” - e accelerato dalla presenza di Tolo Marton - ha i suoi frutti, che neppure il nuovo arrivato Germano Serafin avrebbe potuto dissimulare il passaggio del sound a territori più commerciali.
Detto questo, il quartetto di Mestre non fu l’unico a misurarsi con l’imperante tendenza alla melodizzazione che investiva le formazioni storiche del Prog. Vedasi ad esempio la PFM, ma fu tra i sicuramente tra primi a sostituire il gusto della deframmentazione con l’omologazione all’airplay.E' pur vero che Le Orme ci avevano abituato da sempre all’alternanza tra “hits” e “avanguardia”, ma a questo punto il passaggio a canoni più elementari appariva ancor più evidente con la scomparsa dell'alternativa storica e dei festival Pop.
Ora le attenzioni del gruppo sono molto più rivolte a quella che si appresta ad essere la "prima generazione radiofonica" e la distanza tra coloro che avevano vissuto il Prog storico e chi semplicemente lo aveva captato di riflesso sta diventando sempre più incolmabile.
Non a caso, molti recensori che pur amando il Prog non hanno mai introiettato a pieno il triennio ‘71 - ’73 -o lo hanno semplicemente iconizzato-, coprono ancora oggi “Verità nascoste” di lodi sperticate quali “musica da antologia!”, “una perla!” o peggio si lasciano andare ad amenità quali “anticipatore di sonorità post-Punk!”.
Fortunatamente, critici più esperti del calibro di Giordano Casiraghi si limiteranno a dire che “le Orme sono rientrate nella forma canzone”.
Piu pietosamente, Riccardo Bertoncelli o Manuel Insolera preferiranno non esporsi nemmeno.
Chissà invece quale misteriosa scuola analitica avrà ispirato Riccardo Storti quando parlò di “canzoni vicine al pop contemporaneo, ma attente e critiche ai cambiamenti sociali come nel caso del rapporto col movimento Punk in “Regina al Toubadour”, uno dei 45 giri più venduti del ’76.
A me spiace dover remare contro Riccardo, ma nella super-hit delle Orme non leggo alcun “rapporto critico” nei confronti del Punk, ma solo un affresco pervaso da un’untuosità tale da richiamare il peggior paternalismo conservativo del pre-68:
“I buchi nei blue-jeans / Anelli e perle al naso. Hai preso tutto in fretta lasciando la famiglia che ti voleva ricca ed ora sei regina / Facile, facile”.
Un antistoricismo borghese da far sembrare progressista persino il più severo patriarca dell’ ottocento.In ogni caso, sarà proprio lo stesso Storti a ravvisare più correttamente che “alcuni brani anticipano l’imminente svolta acustica” e non certamente quella dei Post-Punks che delle Orme non sapevano proprio che farsene.
Registrato a Londra con le migliori tecniche disponibili, “Verità nascoste” è comunque un album formalmente e stilisticamente perfetto che non mancherà di affascinare anche eminenze della critica Prog quali il mio stimatissimo amico Augusto Croce.
Una perfezione però - dico io -, ben oltre i limiti dell’autoreferenzialità e sempre meno propositiva rispetto al passato: una scarnificazione artistica che non sancì ancora il definitivo distacco delle Orme dal mondo dell’avanguardia, ma che inaugurò però una pericolosa e irreversibile tendenza alla commercializzazione, contagiando anche quei gruppi che sino ad allora erano rimasti fedeli ad una linea più indipendente.
Chiaramente questo "regresso progressivo" non fu tutta colpa di Pagliuca e soci, anzi: il mondo andava ormai in direzione di un mercato nuovo e accanto al Punk (da cui Le Orme si tenevano ben distanti) imperversavano generi ben più commerciali, ma questo non fu un buon motivo per abbassare la guardia.
Con “Verità nascoste” le Orme confermarono senza dubbio il loro straordinario animo tecnico, ma dal 1976 in poi, per scorgerne il lato più nobilmente Prog, ci si sarebbe dovuti voltare indietro.
Molto, ma molto indietro.
LE ORME - Discografia 1969 - 1976:
1969 - AD GLORIAM
1970: L'AURORA DELLE ORME
1971: COLLAGE
1972: UOMO DI PEZZA
1972: FELONA E SORONA
1974: IN CONCERTO
1974: CONTRAPPUNTI
1975: SMOGMAGICA
1976: VERITA' NASCOSTE
26 commenti :
Sono il primo ad aprire le danze dei commenti di questa stagione? Bene!
Allora onestamente quest'album l'ho trovato a suo tempo un pò modesto.....degli album degli anni 70 è quello che mi piace di meno insieme a quello del 79 (che comunque fu interessante)...probabilmente si salvano i testi e qualche pezzo da un punto di vista musicale, ma Le Orme hanno fatto di meglio....non so perchè molti valutano quest'album come il migliore dopo "Felona e Sorona". Tu confermi?
Di Punk non ne sento la presenza, anzi.....e anche di progressive...c'è più prog nell'album successivo.
Buona serata!
Le Orme anticipatori delle sonorità post punk? Ma cosa si è fumato questo?
questo disco è meglio non ascoltarlo mai, soprattutto se uno ha già ascoltato "Felona e Sorona"...piatti a livello vergognoso..noiosetti e pure ripetitivi..molto meglio i due album "Florian" e "Piccola rapsodia dell'ape", non prog al 100% ma di certo interessanti.
Per me è e rimane il miglior disco della seconda metà anni'70 dei gruppi prog italiani.
Che possa piacere o meno la svolta sonora verso altri terreni più "canzone" e meno suite è la strada che intrapresero in quegli anni tutti o quasi i gruppi progressive stranieri genesis su tutti.
"...la svolta sonora verso altri terreni più "canzone" e meno suite è la strada che intrapresero in quegli anni tutti o quasi i gruppi progressive stranieri genesis su tutti".
Questo è assolutamente vero.
Personalmente però, tra "A trick of the tail" o "Interview" e "Verità nascoste" continuo a vederci un abisso di creatività, tecnica e consapevolezza.
La differenza che passa insomma tra due percorsi differenti: quello di chi ha creato uno stile e quello di chi lo ha imitato.
NEL 76 LE ORME FECERO QUESTO LP E IL LORO 45 GIRI + FAMOSO DAL TITOLO CANZONE D'AMORE/è FINITA UNA STAGIONE POTENDO E DOVENDO SCEGLIERE PREFERISCO DI GRAN LUNGA IL 45 GIRI!!!UGO
John, accetto la tua idiosincrasia
per Le Orme, però da come scrivi sembra quasi che il gruppo veneziano sia l'unico in Italia ad aver imitato le band anglosassoni.
Senza polemica, ci mancherebbe.
E' solo dare a Cesare quel che è di Cesare.
Per quanto riguarda "Verità nascoste" io non lo vedo come un disastro di tecnica e creatività.
Certo, alterna momenti felici a spunti deboli, ma la cosa riguarda anche gli stessi Genesis del 76...
"Dance On A Volcano" e "Entangled" ottime, ma "Squonk" o "A Trick Of The Tail" già meno convincenti a mio avviso.
UN DISCO A DUE FACCE IL LATO A + CHE BUONO MENTRE IL LATO B AD ECCEZIONE DEL BRANO REGINA AL TROUBADOUR è DAVVERO SCARSO ED INCONCLUDENTE!SE CI AVESSERO MESSO SUL LATO B I BRANI SERA(DELL'ANNO PRIMA)E I DUE BRANI DEL 45 GIRI (CANZONE D'AMORE/è FINITA UNA STAGIONE)NE SAREBBE USCITO UN GRAN BEL DISCO MA I SALMONI IL GRADINO+....E RADIOFELICITà FANNO QUASI RIDERE!!!DEL RESTO SIAMO NEL 76 ANO DELLA DISCO E DEL PUNK!
No dunque, vorrei fare chiarezza una volta per tutte sulla mia posizione riguardo alle Orme.
Malgrado mi piacciano molte cose, di loro ho sempre stimato più quel sano senso di coraggio che non la musica; la tecnica piuttosto che l'onestà ideologica.
Saranno fatti miei, ma li ho sempre percepiti come nebulosi, poco chiari e ancor meno sinceri anche nei momenti in cui trasgredirono di più: dal loro primo periodo beat al prog inoltrato.
Innovarono. Questo è vero, ma nelle loro innovazioni, non so perchè, percepivo sempre qualcosa di stonato: dal buon Beat di "Fiori e colori" al finale oratoriale di "Ad Gloriam". Da quel capolavoro che fu "Uomo di pezza" a quegli abomini controrivoluzionari come "Gioco di Bimba", "Una dolcezza nuova" o la "Fabbricante di Angeli".
Ovvio, poi c'è chi la pensa diversamente e io lo rispetto.
Ma nel contesto di allora quel gruppo così famoso e straordinario non finì mai di piacermi. Opinione che ho conservato e consolidato sino ad oggi.
Aliante: sulla querelle "Verità Nascoste" e "Trick of the tail" - che i francesi giudicarono allora "le meilleur album du monde" e che anticipò uno dei più acclamati album dal vivo della storia del rock - la pensiamo proprio in modo diverso.
Per ora non mi addentro, ma possiamo cartamente parlarne.
Una cosa sola Ugo: nel 76 in Italia, il Punk non sapevamo nemmeno che cazzo fosse.
John, ti riformulo la domanda:
Solo Le Orme imitavano i gruppi stranieri o anche altre band italiane?
E' questo che mi interessa sapere, poi ognuno è libero di apprezzare o meno Le Orme, ci mancherebbe altro.
Per quanto riguarda i francesi, secondo me non avevano bisogno di guardare troppo ai Genesis, visto che in casa avevano nei '70 gli ottimi Ange.
Se è per questo i francesi avevano anche i Magma e tutto lo Zeuhl, ma sai com'è, i Genesisi erano molto più popolari.
Le Orme no, non furono gli unici imitatori dei gruppi stranieri, ma non è quello il punto.
La qualità del nostro Prog credo fu soprattutto una questione di consapevolezza e, in questo senso, le Orme furono più strumentali.
SI IN EFFETTI PENSAVO ALL'ESORDIO DEI RAMONES DEL 76 MENTRE TUTTO IL PUNK SAREBBE ESPLOSO NEL 77 COI VARI DAMNED SEX PISTOLS CLASH ETC. e comunque ,COME GIà SCRISSI IN PRECEDENZA LE ORME HANNO SEMPRE ALTERNATO COSE EGREGIE AD ALTRE DISCUTIBILI O PERLOMENO COMMERCIALI!CHIAMALI FESSI PERò NON HANNO AVUTO,CON QUESTA DOPPIA FILOSOFIA,L'AUTOREVOLEZZA E LA RADICALITà DI ALTRI GRUPPI VEDI GLI OSANNA PER ESEMPIO!
per quanto le Orme mi piacciano e per quanto l'eta' mi permetta confronti e giudizi piu' ponderati,lo trovo irritante perfino in alcuni testi,( su tutti regina al troubadour) e seppur tecnicamente ben fatto per gli standard dell'epoca,stucchevole e di maniera,nella ricerca di una forma canzone che stranamente scorreva spontanea ed ispirata ai tempi di collage od uomo di pezza,quando veniva affrontata ,ma che in questo album risulta quasi sempre confusa e incerta e sostanzialmente priva di ispirazione. apprezzo album come Florian e perfino per certi aspetti smogmagica,ma quest'album mi pare uno dei loro punti piu' bassi.
Le Orme erano Xian rock, non dimentichiamocelo. Piú vicine allá All Saved Freak Band che agli ipercitati EL&P . non si esposero piú di tanto per prudenza ( una virtú sai per i greci che per I cristiani).
probabilmente se le ORME avessero fatto più materiale strumentale avrebbero risosso consensi maggiori di quelli attuali.
mentre sulla voce io la adoro è proprio quella che li rese particolari magari si era poco rock ma è proprio li il bello un po come lo fu battisti che con la sua voce a volte afona poi è divenuto quello che è stato!
Alzi la mano chi nell'Italia del 1976 conosceva la All Saved Freak Band. Forse il solo Tagliapietra? O forse sono io che mi sono sempre interessato poco di Christian Music internazionale?
John, non li conoscevano, è chiaro. Si incarico di accomunarli lo Spirito Santo.
Devo aggiungere che mio zio Lauro possedeva " My poor generation" ( gran disco).
Es io lo registrai. Su ampex
Quindi, se mio zio Lauro conosceva ASFB Ed io pure, non è poi cosí incredibile che le Orme lo conoscessero. Teoria della probabilità. Ripassa John.
Ah be', allora se tu e tuo zio Lauro li conoscevate, io mi faccio da parte. Semmai, quando avrò ocasione di sentire Tagliapietra, gli chiederò se ne sa qualcosa anche lui.
Durante una conversazione con Michi dei Rossi (erano presenti Michele Bon e Francesco Sartori) domandai lumi sui testi di "Regina al Troubador" e "Vedi Amsterdam" (poi su "Storia o Leggenda").
Entrambi i testi arrivano da situazioni di disagio giovanile e da lamenti accorati di genitori angosciati.
"RAT" nasce da una madre veneziana che li implora di avvisare la figlia fuggita a Londra di cui l'unica notizia che hanno è che vive al "Troubador" che loro effettivamente trovano in un bordello (T.) e cercano di riportare a casa ("ti ho portato un dono che tu mai troverai se resterai") e l'altra ("VA") era un monito ai tanti ragazzi che partivano per l'Olanda e che non facevano ritorno... i genitori non ne capivano il motivo ("le madri non sanno"..."fermate qualcono in tempo")
Mestre è una cittadina raccolta e pianeggiante; conoscersi era facile e la comunicazione verbale a quei tempi era molto semplice...
Tutto vero, ma forse il giudizio è un po' severo. Nel senso che nel 1976, oramai, la facevano da padroni la Disco Music e gli Abba e spazio per un certo tipo di rock, oramai, non ce n'era più. L'AOR americano di Boston, Toto, Reo Speedwagon e Foreigner, con la partecipazione degli Asia, l'avrebbe fatta da padrone (ma io considero i Genesis post-Gabriel già di fatto inseriti in quel filone).
Le Orme si erano un po' "adattate"? Non c'è dubbio. Ma, forse, era inevitabile. I tempi stavano cambiando e la musica pure. Di lì a poco se ne sarebbe accorto anche il grande Battiato ... Comunque, in quel disco, c'erano ancora belle canzoni. Forse parlo perché sono un po' di parte e le Orme, insieme ai Pooh e ai New Trolls, sono state, per me un punto di riferimento assoluto.
Secondo me, la svolta pop-melodica delle Orme si sente già tutta nel singolo dell'Autunno 1975 "Sera". Quel singolo è ancora in casa mia e lo ricordo benissimo, perché quella canzone, pur avendo appena 10 anni d'età, mi piaceva moltissimo. Già lì si sente un approccio più morbido, più orecchiabile. Più commerciale, ancorché sempre raffinato.
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Per me un altro loro disco mediocre e in alcuni testi decisamente irritante
Michele D'Alvano
A conti fatti questo è un altro loro disco ben suonato anche se non esaltante
Michele D'Alvano
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