Prog Italiano anni 70 e politica: una questione irrisolta.

Alla recente Convention del disco di Milano sono stato gentilmente invitato a presentare la performance della band savonese il Cerchio d’Oro, poi rivelatasi eccellente. 

Ho approfittato allora dell’occasione per tirare un po’ le somme su un argomento che mi sta a cuore: i rapporti tra Prog Italiano e politica negli anni ’70, ribadendo infine la mia nota teoria secondo la quale Prog, gruppi e movimenti andarono di pari passo

Il nostro Rock Progressivo cioè, non avrebbe mai avuto l’importanza che a tutt’oggi gli viene attribuita, se non fosse stato veicolato dal movimento dell’Underground e dalla Controcultura

In altre parole: se non ci fosse stata la spinta e il consenso della base antagonista, se non fossero nati i Festival Pop alternativi e la controinformazione, se migliaia di persone non avessero aderito alla filosofia del “nuovo ad ogni costo” e lottato per abbattere le barriere del consenso borghese, il Prog italiano non sarebbe mai esistito. O comunque sarebbe stato meno conflittuale, e questo si può dimostrare. 

Eppure, una volta terminata l’esibizione del Cerchio D’Oro, sale sul palco un famoso musicista - di cui non faccio il nome perchè lo rispetto ed è una bravissima persona - dal quale mi tocca subire due attacchi piuttosto decisi:

 “Il presentatore (cioè io, ma lui non mi conosceva) ha parlato di politica!”, dice il tipo, “Ma che non si venga mai a dire che la PFM era di sinistra”, e “Demetrio Stratos non si era mai occupato di politica”. 
 “Ai tempi”, chiude il famoso musicista “noi volevamo fare musica e basta” e a quel punto, io sono raggelato: gli ho puntato contro la mano a mo’ di pistola e gli ho fatto: “Pum, pum! Questo è quello che ti sarebbe successo se avessi parlato così quarant’anni fa”. 
Capisco di essere stato provocatorio, ma questo è ciò che penso davvero. 

Tanto per cominciare non ho mai detto che “la PFM fosse di sinistra”, anzi: lo era semmai il solo Pagani che teneva i rapporti col movimento e spesso anche con difficoltà come dimostrano le sue infuocate polemiche contro Franco Fabbri degli Stormy Six, pubblicate all'epoca su Re Nudo. 

La Premiata dimostrò poi una notevole ingenuità quando pensò di esprimere solidarietà all’OLP palestinese e conquistare simultaneamente il mercato americano dove tutto management era in mano agli ebrei, anzi, "sionisti", precisò lo stesso Pagani

Che poi Demetrio non si occupasse di politica questo è tutto da verificare. 
A parte la costante militanza nel circuito alternativo con gli Area, si pensi solo che quando uscirono gli Aktuala con il loro sound fatto di pifferi e percussioni, lui disse che “arrecavano offesa al proletariato indiano". Più politico di così. 

Lo stesso Patrizio Fariselli degli Area criticò aspramente la PFM che cantava "Dolcissima Maria" mentre nelle strade la gente si sparava addosso. Ma a prescindere da questi ed altri aneddoti che potrei raccontarvi, volete spiegarmi come avrei mai potuto affermare che la PFM era di sinistra

arbeit macht freiChe poi loro, come tanti altri, “volessero fare solo musica” questo è plausibile, ma a partire dal 1973 nessuno poteva far finta che la gente non si ammazzasse, venisse picchiata, arrestata o stesse lottando duramente per la propria casa, il proprio posto di lavoro o per i propri diritti civili. 
E in ogni caso, chiunque a quei tempi abbia avuto un pur minimo indotto dalla musica, lo dovette in gran parte alla galassia movimentista e questo a prescindere dalle sue innegabili contraddizioni. 

Comunque, al di là di questo piccolo scontro che poi si è risolto con un amichevole charimento, ciò che più mi è parso impressionante di tutta la faccenda, è come in molti, persino gli stessi protagonisti di quegli anni, abbiano dimenticato o vogliano rimuovere il fatto che dovettero necessariamente interagire con una situazione socio-politica. Quasi come se il nostro Rock Progressivo si fosse evoluto per inerzia o solo ad imitazione dei modelli stranieri

Non fu affatto così. Il Prog Italiano anni 70 fu un’espressione consapevolmente artistica e culturale, profondamente legata ai mutamenti del suo tempo storico e come tale ne riflesse tutti i suoi aspetti: anche musicalmente come ho spesso acclarato su questo sito.

Curiosamente, nessuno delle decine di libri pubblicati sul Prog ha ancora trattato questo argomento: tutti hanno parlato di musica, e citato i fatti della storia e della politica solo in modo enciclopedico. Il solo Giordano Casiraghi è andato intelligentemente oltre.
Per cui, quando qualcuno metterà realmente in relazione Prog, società, politica e movimenti, magari usando il linguaggio e le multiformi visuali degli anni 70, beh, io credo che ne vedremo delle belle.

38 commenti :

Piero Cavina ha detto...

Penso che tu abbia perfettamente ragione (complimenti per la pronta risposta al musicista :-)
Forse il punto è che oggi c'è una tale disaffezione, o meglio disgusto, per la politica, che alcuni artisti preferirebbero non avere più alcuna associazione con essa.

Anonimo ha detto...

E' impressionante come si censuri una parte della nostra storia solo perchè certe idee oggi sono scomode.
Ma la lotta continua vero JJ?

Paolo ha detto...

Io sono un "progger" dell'ultima ora in quanto quando il movimento si stava esaurendo io stavo nascendo.
Vivo però in modo attivo i nostri tempi, non mi lascio scivolare via gli eventi attuali e scoprendo ed ascoltando ciò che scrivevano allora non posso credere si possa pensare ad una non connessione tra politica e testi.
Drammaticamente poi i temi trattati allora sono ancora legati ad oggi, con l'unica differenza che oggi in generale li si ascoltano, allora è evidente si vivessero.
Come si può pensare che Stratos non credesse in ciò che cantava? Il solo pensarlo per me è un'offesa alla sua memoria, che poi fosse innanzitutto uno studioso, uno scienziato direi della voce sono il primo a crederlo, ma questo non implica disinteresse per il resto.
Poi ammetto essere di parte in quanto nella musica cerco e quasi pretendo un messaggio, vivendo l'appiattimento attuale che non mi si tocchi l'eccitazione intellettuale di allora vi prego!
Che il rock ci svegli! Dato che non ce la fa quello attuale almeno accompagniamoci con quello dei '70 ;)

taz ha detto...

Ciao....F.Mirenzi nei suoi due libri intitolati:" Storia del Rock P.Italiano" racconta per date quello che stava succedendo in quel periodo politico e civile in Italia.....e dopo parte con la storia dei gruppi che hanno fatto parte di quel periodo....insomma "un onda gigantesca"(il periodo)... che travolge tutto e tutti(cantava Faust'o in una sua struggente canzone....).....cioé senza una nn c'è l'altro...anche chi diceva e dice che voleva fare solo musica nn deve nascondere la sua "mamma" e da dove è uscito(Fetus di Battiato...)...tu JJ lo racconti e l'hai raccontato in maniera impeccabile(io ero in provincia e certi "fermenti" erano solo televisivi...)...ma quando vennero gli Area a Sanremo(Fariselli lo racconta nel libro di Casiraghi...) Demetrio a fine concerto(io ero nel camerino..sigh)si sfogo' in maniera "brutale" verso il pubblico che a suo dire nn aveva partecipato al loro happening....D: pubblico di merda...nn si puo' pretendere che poi ti seguano per altre storie se nn partecipano neanche ad una canzone..."..Insomma quel musicista che è salito sul palco(disco del Banco) ha rimosso dai suoi ricordi qualcosa che la sua pelle nn scorderà mai!!!!!....diciamo solo che il "cantautore" lo spiegava con le parole e una chitarra...I gruppi con le chitarre elettriche e i capelli lunghi....e anche qualche parola....ciao

SHRC ha detto...

Concordo con argiasbolenfi;
"storicamente" hai ragione tu, ma proprio perchè troppo "politica", la musica progressive anni '70 è ancora oggi oggetto di una specie di tabù, per cui non se ne parla mai.

Gli unici rimasti nell'immaginario popolare sono quelli che hanno saputo svincolarsi da questa etichetta e ricrearsi una loro immagine completamente apolitica, tipo Franco Battiato o la PFM.

Dato che nella stragrande maggioranza dei casi, però, i dischi dell'epoca non fanno riferimento diretto alla politica ed ai partiti, secondo me se vogliamo rivalutare artisticamente quel periodo (e ce ne sarebbe davvero bisgono) è necessario sorvolare sul periodo storico e concentrarsi sulla qualità della musica, che era altissima.

taz ha detto...

Credo che quando si parli di politica il rif. sia a quella degli anni 70...cioè oggi gli "anziani"(detto in maniera affettiva..) musicisti(nn tutti pero'..) rinnegano quel periodo...ripeto sono convinto che era il cantautore che doveva "giocare" di più con le parole per denunciare "qualcosa o qualcuno", si prestava di più il "cantastorie" piuttosto che la band a percorrere quei "famigerati" anni...ma dire che nn erano politici mi sembra una parolaccia...anche lo stile di vita puo' essere politico e nn ho bisogno di cantarlo...o almeno è mia opinione. Ciao

Anonimo ha detto...

Nessun libro? In questo l'argomento è trattato...

http://www.amazon.it/Rock-Progressivo-Italiano-introduction-Progressive-ebook/dp/B006HKI6DA

ugo ha detto...

in un'epoca come quella attuale dove è il "SOLO DIO DENARO" a contare e dove assistiamo ad una continua "spersonalizzazione" e "frammentazione" delle ideologie a favore di un benessere quasi preteso e non voluto inseguito e sudato come avveniva in passato è chiaro che chi sale sul palco "pretende" di fare queste assurde affermazioni!tutt'altro negli anni 70 era tutto un insieme di fermenti politici e dischi e testi a parte basterebbe la sola "pistola" che si trova all'interno del primo disco degli AREA a dimostrazione del grande fervore politico e delle lotte avutesi in quegli anni!forse solo i centri sociali negli anni 90 avevano ripreso un certo discorso ed io che son campano ricordo benissimo ciò che rischiai ad un concerto dei 99 POSSE tenutosi dentro,per l'appunto,ad un centro sociale!per me anche le lotte della sinistra degli anni 70 sanno di romantico che tristezza invece oggi che è tutto così sfuggente e spersonalizzato!sarà che gli alieni stanno già tra di noi?! un saluto ugo

J.J. JOHN ha detto...

Se si vuole "sorvolare sul periodo storico e concentrarsi sulla qualità della musica", di libri ce n'è persino troppi. Ancor più se volessimo saperne di più sulla storia degli anni 70.

Ma io non stavo parlando di "descrivere" una situazione sociopolitica come hanno fatto ampiamente Casiraghi, Mirenzi e un po' meno Parentin.
Intendevo "metterla in relazione" con la musica che è diverso.
Fare cioè un'analisi che spieghi come e perchè il Prog è nato e si sia evoluto in un certo periodo e con determinate caratteristiche. Le relazioni con il suo rempo storico, con i movimenti e perchè sia finito esattamente quando si concluse un ciclo di lotte.

Non acclarare questo percorso significa perdere un pezzo della nostra memoria storica e a questo punto anche musicale.

Anonimo ha detto...

jj ero presente alla convention e ho visto come hai reagito agli attacchi di ***** e comunque sono contenta che vi siate chiariti. siete davvero dei gran "signori del rock"!!!

enrico ha detto...

rimozione mi sembra la parola chiave e non mi sembra giustificabile nonostante gli eccessi della politica di allora e di oggi

Anonimo ha detto...

E' vero Enrico e infatti non è giustificabile! credo che sia proprio quello che ha fatto scattare la molla a JJ.
Cioè, non si è trattato di dire "a me la politica di oggi fa talmente schifo (giustamente) che non ne voglio sentir parlare". che al limite è un discorso personale e qundi se ne può parlare. Li' hanno messo in bocca a JJ delle cose che non aveva detto e poi che i musicisti non facevano politica. Come dire che di quello che succedeva fuori non gliene fregava niente. Cosa vuol dire? che il progressivo è andato avanti così... senza rapportarsi col mondo esterno??' Io dico di no però sembra quasi che la gente abbia paura a a parlarne. Ma allora davvero così si perde un pezzo di storia

taz ha detto...

Puo' anche essere che si voglia dimenticare un "pezzo" di storia propio perchè vissuta direttamente...noi parliamo dal nostro punto di vista e cioè di quelli che compravano gli ELLEPI...andavano hai concerti quando nn ci si menava...tutto un'altro punto di vista....noi ascoltiamo ancora quella musica e i concerti sono quello che sono...cioé raduni di gruppi che "sparano" le ultime cartucce musicali(detto con amore) e cercano di arrivare in fondo....dentro il loro cuore hanno ancora dei ricordi ma un pochino sfuocati, nn per volontà di volerli dimenticare ma perchè gia vissuti...e lontani....parlarne ancora???...noi si loro forse no....

J.J. JOHN ha detto...

Per fortuna Taz che a me capita di parlare in maggioranza con persone disponibilissime :-) Vedrai ancora tra pochissimo :))

Certo: se chiedessi a Curcio di riparlare delle BR magari sarebbe diverso.

Massimo Bulegato ha detto...

"...Fare cioè un'analisi che spieghi come e perché il Prog è nato e si sia evoluto (...) e perché sia finito esattamente quando si concluse un ciclo di lotte."
Beh, ritengo che il prog sia finito semplicemente per l'arrivo del punk il quale, a proposito di lotte, forniva decisamente la miglior colonna sonora. E poi dai, dopo un decennio, la benzina era finita...

ArgiaSbolenfi ha detto...

Il punk però arrivó in Italia con grande ritardo sul 77 inglese e in forme abbastanza edulcorate. Secondo me si trattó di un fattore generazionale, il riflusso e un cambiamento nello spirito del tempo.

J.J. JOHN ha detto...

Il Punk non c'entra nulla con la fine del Prog. Nell'Italia del 76 a parte qualche avanguardia isolata il Punk non si sapeva nemmeno cosa fosse. Il problema nasce prima.
Comunque, ho scritto un articolo tempo fa sull'argomento.
Se a qualcuno interessa sta qui:

http://classikrock.blogspot.com/2009/10/chi-ha-rotto-il-salvadanaio.html

Anonimo ha detto...

Lasciamola irrisolta per favore.Anzi, non parliamone nemmeno. Solo musica per favore...!!!

Anonimo ha detto...

Non confondiamo tutto quello che ci hanno fatto passare del tipo: suonano per farsi sentire, cantano per la gente e per il popolo, cantano per la propria terra (..questo può passare...!!!), cantano per le ideologie...Ma per favore...cantano e suonano perchè ne hanno voglia. La musica dev'essere compresa come l'arte sopra ogni cosa. Lasciamo i canti ai partigiani e la musica ai gruppi senza pensare ( e queste sono le seghe mentali di alcuni giornalisti o scrittori ) che ogni volta si scriva una canzone sia di protesta, contro questo o contro quello...KKSNF...!

J.J. JOHN ha detto...

Io non chìedo a chi non si firma di essere sensato perchè sarebbe troppo. Ma di manifestare almeno un po' di coerenza, quello si.

L'arte non è un santuario, o una madonna da venerare: è un livello della forma espressiva - il massimo in questo caso - e come tale imprescindibile dal proprio tempo storico.
E come si vede, è molto difficile esprimersi se si tralascia questo assunto o peggio, non lo si accetta del tutto.

taz ha detto...

ecco a cosa si riferiva JJ quando scriveva..."vedrai tra pochissimo"...."ecciai" ragione......


domenica scorsa(20/10) a "sostiene Bollani" interessante quello che ci ha raccontato riguardo alla scoperta di un "flauto" millenario...bellissimo pensare che gia all'epoca qualcuno "raccontava" qualcosa a qualcuno accompagnndosi con dei "suoni"di uno strumento....gia si è sempre raccontato qualcosa e spero che si continui a raccontare qualcosa "accompagnati" dalla musica...Ciao

provvidenza ha detto...

qualcuno puo' dire chi era il musicista che ha alla convention del disco ha polemizzato con JJ ? Era un intervento pubblico e credo non si faccia torto a nessuno citandone il nome.

J.J. JOHN ha detto...

Devo proprio dirlo?
Mi inviti a cena?
Mi regali una copia dei Seconda genesi originale?

provvidenza ha detto...

Sono curioso perchè a mio parere Mister X l'ha sparata grossa ...io non li ho mai visti in piazza con megafoni e bandiere rosse ma le battaglie erano quelle della sx e Chocolate King parla chiaro ..forse perchè Di Ciccio e co hanno lavorato per mediaset? Ma se a Milano uno di musica ci deve campare ... di là ci deve passare (bella rima), o no? O forse bisogna solo mettersi d'accordo sui concetti di destra e sinistra (tra l'altro cosa non facile)...se poi si parla di Stratos un discorso del genere mi sembra ancora più incredibile.
Comunque invito a cena assicurato ma ... bevande escluse ahahah).

J.J. JOHN ha detto...

Con G"F"P, queste le sue iniziali, mi sono chiarito subito dopo la burrascosa "performance".
Anzi, mi ha pure dato un passaggio in macchina per riguadagnare il centro città di Milano da quella specie di cattedrale nel deserto che si chiama Parco Esposizioni di Novegro.

Tengo a precisare che è un vero gentiluomo, un grande artista e una persona che davvero tutti vorremmo avere come amico.

Forse, nel contesto di quella serata si è espresso con eccessiva durezza nei miei confronti. In più, non conoscendo completamente la mia chiave di lettura.
Ma ha fatto bene.

Meglio una dura sincerità che non un'ingannevole ipocrisia.
Non trovi?

Vada per la cena. Io pasteggio solo ad acqua o Ginger Ale quando lo trovo.

provvidenza ha detto...

Una boiata puo' essere detta con dura sincerità ma resta una boiata.MI fermo qua perchè certe cose andrebbero argomentate... ma mi riprometto di farlo a breve.
La cena è sempre valida ed è per una persona (one person)... non vorrei che si facesse come con gli autostop di una volta. Vedevi una bella gnocca con il pollice fuori e ti fermavi per caricarla e dopo due secondi sbucavano altri due o tre.. "Ti dispiace se salgono anche loro?.. " Ma no, figurati!" ahah Quando sei in Liguria (andora) fammi sapere. Bevande incluse.

provvidenza ha detto...

dimenticavo la mail (promise is a promise)
gemini00@libero.it

piccic ha detto...

Ciao John, sono passato incidentalmente durante una ricerca web e che interessante sorpresa questo intervento!

Sono naturalmente d’accordo con l’assunto di fondo, l’unica cosa che mi è venuta in mente è che – proprio per il motivo che dici – anche il lavoro di musicisti apparentemente scollegato dai fatti storici di un determinato momento è comunque legato ad esso.
Cioé, Fariselli criticò la PFM perché scrisse "Dolcissima Maria", senza considerare che questa scaturiva dallo stesso contesto, ma musicalmente rispondeva ai fatti in maniera differente.

La butto lì, ma mi vengono in mente le dichiarazioni della cantante dei Morcheeba quando disse che uno dei loro album (non ricordo quale) era proprio una risposta "affettiva" ad una situazione pubblica di recessione, degrado, cronaca nera, etc.
Questo per dire che, se è sempre piuttosto insensato dire "voglio fare solo musica", mi pare altrettanto presuntuoso il volere sottolineare un preciso valore specifico solo alla musica che sembrava veramente attingere dall’humus politico-culturale di quegli anni.

È sempre una questione di risposta, e ciascuno risponde a suo modo. Per me, ad esempio, nel contesto attuale è molto significativa la canzone "Rivoluzione" della Fame di Camilla (purtroppo si sono appena sciolti).
Per non parlare di "Ora esiste dopo non più" dei Meganoidi… :)

piccic ha detto...

Errata corrige: Ho scritto male, volevo scrivere «criticò la PFM perché scrisse "Dolcissima Maria", senza considerare che MAGARI questa scaturiva dallo stesso contesto, ma musicalmente rispondeva ai fatti in maniera differente.» – non so come sia la canzone e mi rendo conto che senza il "MAGARI" la frase assume un significato differente. :)

J.J. JOHN ha detto...

Fare dell'arte significa anche rivoluzionare un sistema. Per cui non sarà mai possibile per un analista avallare chi lo appoggia, si limita a descriverlo o pegggio, se ne estrania.

Con Dolcissima Maria la PFM non "rispose ai fatti in maniera differente". Per nulla.
Semmai se ne disinteressò per perseguire degli obiettivi propri.
Li raggiunse in parte ma cadde infine di fronte alle contraddizioni e finì assorbita dal riflusso.

piccic ha detto...

Ciao John! :)
come ti ho detto, non so neanche di che cosa parli la canzone, perciò facevo una considerazione di carattere generale.

Non sono sicuro che si possa determinare con precisione quanto un lavoro sia "artistico", certamente sono d’accordo con te nell’affermare che l’arte (anche intesa con sfumature diverse) non è qualcosa di "straniante" o che si disinteressa del contesto in cui vive. Forse è per questo motivo che non mi piace la PFM?

Non sono convinto che invece l’arte debba porsi necessariamente verso un "sistema": "rivoluzionare" sì, nel senso che non può lasciare il fruitore indifferente, ma l‘arte può essere del tutto indipendente da correnti artistiche dominanti, se capisci quel che voglio dire.

P.S. Ma che cavolo sta combinando Google con YouTube: non ci capisco niente ed era da un bel po' che non usavo Gmail sul web.

ugo ha detto...

john sei d'accordo con me che un altro disco(parlando di contenuti politici)fondamentale resta quello che CLAUDIO LOLLI fece nel 77 "disoccupate le strade dai sogni" ancor più degli "zingari felici"? aspetto risposta ugo

J.J. JOHN ha detto...

Piccic. Per un "diversamente Gramsciano" come me si può parlare di arte solo quando sussistano contemporaneamente "conflittualità" e "trasgressione".
E' un modello complesso, ma spiegato molto bene in un libro di Melucci che si chiama "L'invenzione del presente", per molti anni un mio punto di riferimento.

Da lì ho ricavato la matrice teorica per scrivere "La luna sotto casa" e, se vogliamo, anche il mio recente libro sul Prog.

Ugo, "Disoccupate le strade dei sogni", hai ragione è bellissimo. Anche sin dal titolo: la celebrazione del movimento 77 in tutta la sua lucidità e il suo disincanto.
Ha un lato oscuro tuttavia malgrado Lolli: contiene quella fierezza analitica e quella necessaria severità che il PCI di allora avrebbe dovuto considerare mentre non lo ha fatto, auto - relegandosi così al ruolo di eterno inseguitore.

Ancora oggi, quando sento Renzi che sbraita, mi verrebbe voglia di fargli ascoltare quel disco.

Anonimo ha detto...

JJ ma tu sei del movimento cinque stell . o comunque che ne pensi?

J.J. JOHN ha detto...

No, non appartengo al M5S pur condividendo molti punti del loro programma.

Anonimo ha detto...

Perchè ha un programma?

claudio65 ha detto...

Intervengo in questo post, dopo parecchio dall'ultimo intervento, per esprimere la mia idea personale. All'inizio della storia, il rock psichedelico e progressivo era stato un fenomeno giovanile molto "underground" e svincolato dalla Politica. Se uno si va a leggere i testi dei New Trolls di fine anni sessanta, delle Orme, del Balletto di Bronzo, dei Panna Fredda dei Pooh e degli altri gruppi della "svolta post-beat" vi troverà amore, fiori, colori e "buone vibrazioni" di derivazione hippy. Ma, in Italia, ci sono sempre stati i Guelfi ed i Ghibellini, i Buoni ed i Cattivi, i "Destri" ed i "Sinistri" e così questi giovani, che magari pensavano di fare solo musica rock, sono stati ricacciati dai soliti benpensanti nelle schiere "comuniste" e "sovversive". Perché a quei tempi, per essere etichettati come sovversivi e malpensanti bastava portare i capelli lunghi e suonare musica diversa dalle consuete nenie sanremesi. Sanremo, poi, è sempre stato il luogo "politico" per eccellenza, la "Nashville DC", come un commentatore un giorno acutamente definì il Festival. D'altronde, già il beat pur nella sua ingenuità, in Italia guardava forse più a Bob Dylan che ai Beatles, per quel che riguardava i testi. E già quello era considerato musica da "mele marce".
La radicalizzazione politica del rock è stata quindi la conseguenza logica della mentalità ottusa di una certa borghesia italiana, tutt'altro che illuminata. La strategia della tensione, le bombe scoppiate a destra ed a manca e l'aria di golpe che si è respirata a partire da Piazza Fontana hanno fatto il resto. Pochi si sono sottratti a questa radicalizzazione, molti si sono lasciati conquistare ed hanno fatto del rock progressivo una musica fortemente antagonista. Non mi sento di dire se questo sia stato un bene o un male. E' successo. La Storia ha detto questo.
Mi sento, però, di dire una cosa: quel decennio turbolento è passato. Ma quelle turbolenze erano, comunque, un segnale di vita. Era una Società, quella, più libera e più cosciente del valore di cose come Diritti e Libertà. Oggi è tutto molto calmo, molto rilassato. La calma piatta e silente dei cimiteri ...

Anonimo ha detto...

... o anche la conseguenza di quella "pace terrificante" che De André preconizzò nella "Domenica delle salme".
Un testo che andrebbe insegnato in tutte nelle scuole.