Mandillo: Mandillo (1976)

rock progressivo italiano
Sin dalle prime note questo lavoro dei Mandillo, anno 1976, lascia sorpresi per compattezza sonora e qualità esecutiva e pur se chiaramente ispirato al rock classico, restituisce un sound originale e riconoscibile

Appena messa la puntina sul disco, emerge traccia dopo traccia quasi tutta la musica degli anni 60-70: evidenti i Beatles di Sergente Pepper’s in “Dora Dollar”, mentre in “Mamma Rosa” riaffiora lo spirito di “While my guitar gently weeps”. 
Poi, c'è molto vaudeville, tracce progressive e west-coast, un riferimento agli Ibis di “Signora Carolina” in “Il meglio che ci resta” e tutto questo senza mai cali né di tono né di gusto

Tanta carne al fuoco però, sembrerebbe non avere alcun appiglio esterno alla sala di registrazione: tutto candido e immacolato, niente riferimenti politici, testi al limite del buonismo, nessun interrogativo sulle trasformazioni in corso, insomma, una sostanziale estraneità al proprio tempo storico
Al ché, una volta arrivati a girare il vinile, qualcuno potrebbe davvero chiedersi che senso abbia un lavoro del genere o comunque, cosa avrebbe voluto comunicare in un importante anno di frontiera come il 1976
La risposta l’hanno già data molti miei amici tra cui Michele Neri e Augusto Croce: Mandillo equivarrebbe sostanzialmente a un album nato tra amici per divertirsi e per sfogare le proprie fregole estemporanee.

progressive rock
Una jam tra musicisti che hanno felicemente bisbocciato tra di loro suonando quel che più gli pareva, ma incuranti di tutto e di tutti. Anzi: talmente autocentrati da non sembrare nemmeno appartenere alla loro società. Un populismo che in “Nel parco” e “Fuori città” raggiunge vertici veramente imbarazzanti.

 "Ne parco questo c'è [...] Una bambina con la calza giù che ha paura di guardare su.
Dei dimostranti che fanno colazione per poco tempo. Non pensano al padrone.
Una bandiera tesa che farà da tovaglia per noi e per quelli là" (Nel parco)

"La strada rifarò [...] e seduto sulla mia Land Rover torno al mio Ranch
Seduto a un pianoforte, con gli amici agli altri strumenti sto facendo Rock'n'roll
mentre il sole sta tramontando e il cielo sta scolorendo". (Fuori città)

Segno evidente insomma, che nel biennio 75 – 76 non tutti gli artisti prog erano consapevoli dei mutamenti in atto e soprattutto del fatto che, di lì a breve, anche esperimenti come questo, avrebbero avuto sempre meno riscontro o possibilità di essere prodotti. 

1976 italian progressive
Per molti versi sensore dell’imminente disimpegno del rock italiano, Mandillo  suona dunque come un prodotto a se stante ed è un peccato che  tutto l'enorme bagaglio di artisti come Maurizio Cassinelli e Bambi Fossati (Garybaldi, Bambibanda e melodie), di Aldo de Scalzi dei Picchio dal pozzo e di suo fratello Vittorio dei New Trolls non sia stato utilizzato per osare di più: magari dotando l'ottima tessitura strumentale di un miglior corredo letterario
Ma è evidente che questo aspetto, non venne nemmeno preso in considerazione. 

Difficile dunque giudicare un album indifferente alla storia e a questo punto, è forse meglio non farlo nnnemmeno. 
Ci si goda la sua quarantina di minuti di ottima tecnica strumentale, si faccia finta che i testi siano in un lingua sconosciuta, e i benefici saranno assicurati sino a che la puntina entrerà nel trailoff
Dopodiché però, di Mandillo non rimarrà nulla.

10 commenti :

Davide ha detto...

Grazie JJ, un album sicuramente gradevole ripescato dall'oblio a completamento del tuo ottimo blog. Attendo con fiducia Claudio Fucci.

UGO ha detto...

be sai davide quello di CLAUDIO FUCCI L'HO PRESO MA NON MI HA ESALTATO MI ASPETTAVO QUALCOSA DI PIU PROG E COMUNQUE è MOLTO FINARDIZZATO CONSIDERANDO CHE FINARDI FU ANCHE IL PRODUTTORE DEL DISCO.DICIAMO UN BEL DISCO DI FOLK-POP MA COL PROG(TRANNE FORSE UN UN BRANO)NON VEDO COSA C'ENTRI A PARTE IL FATTO CHE SIA USCITO NEL 74.CIAO UGO.(QUALLO DEI MANDILLO L'HO PRENOTATO MA CREDO CHE L'ANALISI DI JOHN NON FACCIA UNA PIEGA)BY UGO'S PROG STUDIOS

Davide ha detto...

Ugo effettivamente la tua analisi è corretta,Fucci non rientra nei canoni progressivi.Giusto le atmosfere malinconiche dei brani hanno il sentore di qualcosa di prog ma effettivamente di folk-pop si tratta. Cosa mi dici invece di Sandro Brugnolini con Overground e dei Psycheground group? Due dischi molto particolari considerato l'anno di uscita che mi hanno favorevolmente colpito.

UGO ha detto...

BE DAVIDE CONOSCO GLI UNDERGROUND SET NONCHE GLI PSYCHEGROUND GROUP MENTRE QUESTO SANDRO BRUGNOLINI MAI SENTITO MANCO NOMINARE TE LO CONFESSO!!!PER I PRIMI UNDERGROUND SET BEH SI TRATTA DI UN DISCO-PARTY TIPICO DI FINE DECENNIO 60/70 UNA SORTA DI JAZZ-FUNKY GRADEVOLE APPUNTO ADATTO COME BASE X UN PARTY MENTRE QUELLO DEI PSYCHEGROUND GROUP(ENTRAMBI FACENTI PARTE DELLA FAMIGLIA DEI NUOVA IDEA)LO TROVO UN BEL RHYTHM'N'BLUES CON ACCENTI PROG DAVVERO BEN SUONATO!JOHN HA FATTO UNA SCHEDA SUI PRIMI MENTRE SUI SECONDI LA STIAMO ASPETTANDO MENTRE TI RIPETO DI QUESTO SANDRO BRUGNOLINI GRADIREI CHE ME NE PARLASSI TU CIAO UGO

Davide ha detto...

Overground è un album tutto strumentale che miscela veramente di tutto:funk/Jazz/Elettronica/prog. Lo puoi ascoltare in versione full album sul canale youtube.Meritevole di una riscoperta, veramente.

rael ha detto...

A me "Mamma Rosa" ricorda più "Dear Prudence" però...soprattutto il basso..e i cori in falsetto!

Anonimo ha detto...

A me piace molto come disco, sto cercando sul web i testi ma non trovo niente così li sto trascrivendo.... a qualcuno interessano o magari ce li ha già?
Michele

Anonimo ha detto...

Davide:

Per Michele anonimo.
I testi sono inseriti nella ristampa
Vinyl Magic AMS.Se ti interessa qualche testo posso trascriverli e spedirli a un indirizzo.

ravatto ha detto...

Caspita: c'è mezza scena progressiva genovese in questo album! La fusione tra elementi dei New Trolls, dei Garybaldi e dei Picchio dal Pozzo (e che elementi!) ne fa ai miei occhi una sorta di supergruppo..
e in effetti Mandillo (che poi in genovese vuol dire "fazzoletto"...chissà...) è un lavoro davvero riuscito!
Certo, non avrà quelle doti di conflittualità che lo renderebbero sicuramente più rivalutato, ma forse questo apparente "disimpegno" è solo un modo diverso di lottare.. ogni volta che l'ascolto mi mette sempre di buon grado: una piacevole scoperta..

Anonimo ha detto...

Disco carino ma non imprescindibile

Michele D'Alvano