Living Music: To Allen Ginsberg (1972)
Malgrado alcune recensioni vogliano far risalire questo album a un lavoro dei Murple con addirittura la diretta collaborazione dello stesso poeta Beat, "To Allen Ginsgerg" è in realtà il prodotto discografico dei soli "Living Music": un "collettivo artistico aperto" in puro stile freak.
Formatosi nel 1971 a casa della cantante jazz Gianfranca Montedoro (già attivissima negli anni'60 con la jazz band di Ambrosetti-Tommaso, i Brainticket e i brasiliani Valiom 5) e del suo compagno (giornalista, fotografo e manager) Umberto Santucci - i quali trasformano il salotto di casa propria in una sorta di laboratorio culturale -, il progetto assorbe di volta in volta i contributi di divese figure artistiche e intellettuali tra cui spiccano i nomi di Fernanda Pivano, Gato Barbieri, Franco d'Andrea e il belga Joe Vandrogenbroeck dei Brainticket.
In ogni caso, la formazione che comparirà sul disco e che poi lo promuoverà dal vivo, è comunque composta da soli sei elementi in cui, oltre al Santucci e alla Montedoro, si segnala la presenza del chitarrista Andrea Carpi che, dopo l'uscita dalla band, diventerà un popolare session-man, nonchè un noto etnomusicologo (suo il popolare libro "Il manuale della chitarra rock", Ed. Anthrophos, 1980).
Messisi in evidenza al "2° Festival di Avanguardia e nuove tendenze" i "Living Music" sprigionano una straordinaria energia sul palco e un magnetismo davvero attraente guidato sia da una musica ipnotica e aggraziata, sia dalla splendida e mai invadente voce della Montedoro.
Autodefinitosi "una scuola di musica, combinazione di culture e generazioni diverse, di musicisti e non musicisti", il sestetto pubblica nel 1972 un disco di stampo internazionalista ("To Allen Ginsberg") e prevalentemente acustico in cui diverse voci cantano o declamano a turno poesie di stampo Beat, composte sia dello stesso Ginsberg, sia di altri poeti Giapponesi e Indiani e/o dagli stessi Living Music.
Album assai raro, viene collezionato anche per un l'inserto interno al disco che descrive brano per brano, le fonti testuali e i metodi compositivi
Un lavoro dunque complesso ed estremamente intellettuale che tuttavia, pur se restituito con gentilezza, cognizione di causa e complessità strumentale (in particolare citiamo "Lysergic Acyd" e "Mandala"), non riesce a ottenere la meritata considerazione commerciale.
Attivissimi nel circuito Underground, i Living Music gireranno in tournee tutta l'Italia per poi sciogliersi dopo due concerti conclusivi al "Be-In" di Napoli e al Festival Pop di Civitanova Marche nel 1973: il pragmatismo controculturale del 73 è troppo vicino e non c'è più spazio per le visioni lisergiche e i mantra di Ginsberg.
Infine, segnaliamo doverosamente che la cantante Gianfranca Montedoro pubblicherà nel 1974 lo splendido album "Donna Circo" accompagnata dai Murple e su testi di Paola Pallottino.
13 commenti :
COMMENTI ALLA PRIMA VERSIONE:
URSUS
Parere mio,che forse interesserà a pochi:E' UN DISCO FENOMENALE, purtroppo non adeguatamente apprezzato...è destino che vi sia sempre qualcosa di geniale,ma sottovalutato.
Io lo metto tra i primi dieci,tra gli italiani che preferisco.
25/01/2009
Mi piacerebbe ascoltarlo. A giudicare dalla descrizione mi sembra quasi ovvio che non abbia ricevuto considerazione commerciale, anche ai tempi qualche sorpresa era ancora possibile.
Paolo Galloni
Se URSUS e te JJ ne parlate bene vuol dire ke deve proprio essere un album valido.......
Kissà se in giro si trova la ristampa in cd....
alex 77
A Ursus piacciono molto queste cose gentili e psichedeliche: un po' come la sua band dei No Strange.
"To Allen Ginsberg" non si trova facilmente nemmeno in ristampa, però "Lysergic Acyd" e "Mandala" potete ascoltarle in streaming a questo indirizzo:
http://wfmu.org/playlists/shows/27249
Cliccate su Real Audio e i primi due pezzi della playlist sono i Living Music. Fatemi sapere.
Scusa,hai ripetuto LIVING LIFE per ben tre volte,ma questi erano i LIVING MUSIC...
I Life erano un gruppo jazz-rock torinese che tra l'altro conoscevo personalmente:molto bravi,ma tutt'altro genere.
Questi,lo ribadisco,a me piacciono molto,ma mi rendo conto che per apprezzarli pienamente occorre avere una certa passione per la beat generation e per Ginsberg in particolare,io ce l'ho da sempre.
Se qualcuno mi dicesse:ascolta questo disco e dimmi l'anno di uscita....avrei difficoltà a dire che è un "prodotto" del 72....Bellissimo.
Grazie Ursus. Corretto 3 volte.
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@ Taz: è carino vero? Direi che come sound arrivarono proprio per il rotto della cuffia.
Se avessero posticipato tutto di un anno avrebbero avuto ancora più difficoltà.
Come diceva un mio amico:....il mercato musicale-discografico italiano é pesante...in USA o UK certi gruppi continuano le loro carriere, tra un festival e l'altro, tranquillamente....ancora oggi gran raduni con gruppi come Iron Butterfly, per esempio...la beat gneretion non esiste più per il "mercato" ma per i fans non a mai smesso di tramontare quel sole...acido...si carino molto.ciao
Qui in Italia, come musicista, appena ti sposti un pò dalle "coordinate" tracciate dai discografici per vendere e cerchi di proporre un discorso alternativo ti tranciano, ti rendono la vita difficile......ursus ne saprà qualcosa sicuramente. I no strange vengono considerati da più parti come gruppo importante per lo sviluppo della neo-psichedelia (anke a livello internazionale) e qui da noi quasi nessuno li conosce, sono un cosiddetto gruppo "underground". Fossero nati in Inghilterra magari kissà......kosa sarebbe successo
alex 77
Ehh...me lo chiedo spesso anche io,ma è il destino comune a tantissimi musicisti nostrani,con l'aggravante che oggi è persino peggio di quando noi abbiamo iniziato(negli anni 80,non parliamo poi dei 60/70:praticamente un altro pianeta!)e se vuoi diventare un professionista devi ridurti a suonare le peggio cagate,mentre centinaia di cover-bands impazzano in tutte le birrerie,facendosi pagare a birre e panini(se tutto va bene)...ma alla fine(poichè siamo folli)ci stiamo riprovando anche noi(in Autunno uscirà un nuovo album)per puro divertimento e perchè mi sconvolge trovare ancora così tanti fans(tutt'ora!)nel web,da ogni parte del mondo.
Piccole soddisfazioni,ma ci sono.
Degli anni '80 mi è rimasta in mente una frase epica, che era comune a tutte le discografiche del mondo.
Un mio amico cantante (oggi ancora in pista) si presentò in CGD con un suo provino.
Quelli lo ascoltarono e gli fecero:"Ma lei è bravo lo sa? Solo che dovrebbe cantare un po'più come Ramazzotti!"
Questo è ed era il livello della nostra discografia.
Chi ha orecchie per intendere intenda.
La situazione dei discografici è una tragedia e bisogna riconoscere che se non fosse per internet anche le etichette indipendenti sarebbero scomparse.
La Toast ha ancora un ottimo giro sul web,anche questo è un motivo per cui non bisogna demordere...il pubblico c'è,seppur minoritario,ma si va avanti nell'assoluto disinteresse dei media e della tv,che preferisce lanciare i vari Carta,Ferreri e reduci dai reality...che ci vuoi fà?
Un disco emozionante impreziosito dalla voce penetrante di Gianfranca Montedoro .
Un lavoro suggestivo di grande caratura artistica ed intellettuale .
Michele D'Alvano
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