Le origini del Punk: dai 50's americani al Punk inglese.

eddy cochranSERIE: PRIMA E DOPO IL PROG

Il Punk è un movimento antagonista esploso visibilmente
in Inghilterra nel 1975 , ma le cui origini sono talmente controverse che la sua musica venne addirittura suonata prima di essere definita come tale.

Infatti, prima di legarsi definitivamente alla nota subcultura inglese, il termine in questione veniva già utilizzato negli anni'50 per definire uno stile musicale (o un musicista) particolarmente trasgressivi.
Secondo un certo tipo di stampa erano punks Elvis Presley, Eddy Cochran, Jerry Lee Lewis e, in generale tutti i protagonisti del rock 'n' rolll: selvaggi,
perversi, rozzi, marginali.
Si noti inoltre che, in questo caso, l'accezione del termine punk, non si riferiva ancora ad un movimento sociale, ma semplicemente a uno stile di vita e di spettacolo reputati sostanzialmente poco civili.

Le prime documentabili tracce di punk rock si trovano invece in quella tendenza musicale detta "Garage Rock" che, sviluppatasi negli States e nel Canada intorno al 1963, vide almeno un migliaio di gruppi fare fronte in maniera autoctona ed originale contro l'invasione inglese dei vari Beatles, Stones, Animals, Kinks ecc.
Molti di essi erano solo pallide fotocopie dei Beatles e qualcuno raggiungeva a malapena il livello amatoriale. Certe bands però, si distinguevano se non proprio per il look, ancora mutuato dagli inglesi, sia per una notevole abilità tecnica, sia per una certa schiettezza verbale, sia infine per un'occasionale livello di conflittualità che dava a tutto il Garage una parvenza di movimento organizzato, anche se poi si trattava semplicemente di un insieme di associazioni spontanee.
In questo senso, ricordiamo "The Standells", la cui "Try It" (="provalo!") venne censurata in diversi Stati dell'Unione per oscenità.

standellesStandelles a parte, le garage bands erano veramente numerose e in molte di esse si stavano facendo le ossa anche quelli che sarebbero stati i padri ispiratori del Punk vero e proprio: per esempio le Iguanas di Iggy Pop , The Earwigs di Alice Cooper e The Shades di Lou Reed.

Rispetto alla vastità del fenomeno ed alla sua ragguardevole durata (almeno 5 anni che per un boom musicale non sono pochi) i successi discografici non furono moltissimi, ma sicuramente qualcuno va citato:la celeberrima "Louie Louie" dei Kingsmen (1963), "Groovin" dei Rascals (1967), "Gloria" degli
Shadows of Knight e l'eccellente "96 tears" dei Question Mark and the Misterians a cui gli Stranglers resero onore vent'anni dopo con una robusta versione sull'album "All live and all of the night".

In sostanza: sia per la sua larga diffusione,
sia per il look comune a tutti gli attori sociali (spesso derivativo, ma pur sempre un look), sia per certe caratteristiche della sua produzione discografica e almeno in parte, per le tematiche trattate, ce n'era abbastanza per dotare tutto questo fermento musicale di una definizione convenzionale che passasse alla storia.
Ne vennero fuori due: una motivata dai connotati spesso underground dei vari gruppi e fu "Garage Rock" (anche
"American Garage Rock") e l'altra più legata alla loro tragressività, "Punk Rock".

Grazie alle Garage Bands quindi, il termine "Punk" iniziò ad essere utilizzato non solo per valutare un atteggiamento spettacolare, ma per circoscrivere precisamente un vero e proprio movimento musicale ed estetico.

velvet undergroundIntanto, nel 1966, accade ancora qualcosa di straordinario nel momento in cui il genio di Andy Warhol decise di associare al suo "Plastic Show Inevitable" un gruppo di quattro musicisti semisconosciuti, i Velvet Underground, che nelle loro canzoni trattavano di travestitismo, droga, sesso, aggressioni e degrado urbano, su ritmi e melodie particolarmente ossessivi e violenti.

Inizia insomma a rendersi evidente, da parte di una nuova generazione, il bisogno di un linguaggio più duro e diretto da contrapporsi all'adolescenziale ingenuità delle garage bands.
È una tendenza supportata anche da altri gruppi, tra cui gli MC5 , le New York Dolls, gli Stooges e per certi versi anche i Fugs che sull'asse Detroit - New York si fanno paladini non solo un notevole cambiamento sociale, ma soprattutto della nascita di una reale tendenza movimentista destinata ad esplodere nel giro di pochi anni.

Della partita fa anche parte un altro giovane di Detroit di nome Vincent Furnier, più tardi Alice Cooper, che comincia a recitare la sua parte mettendo alla berlina le paure della società americana in un tragico teatro dell'assurdo.
Nel 1968 lo stesso Frank Zappa sembra quasi voler sintetizzare la storia (e ad anticiparne il decorso) riutilizzando il termine Punk come feroce critica al movimento Hippie nel brano "Flower Punk":

"Hey stronzo (=Hey Punk)! Dove vai con quei capelli lunghi?
Vado a San Francisco a suonare i miei bongos nel fango, e poi torno a casa a dormire…".


new york dollsDiventa quindi gradualmente chiaro che la nuova musica alternativa che sostituirà il vecchio Garage e il Beat di estrazione pacifista sarà violenta, iconoclasta, visuale e sfacciata.
I giovani misfits (=proletari, reietti) sono stanchi di un mondo fatto di "peace and love", vogliono urlare la propria rabbia, la noia di vivere in dei sobborghi anonimi costruiti per confinare il proletariato e la loro impossibilità di inserirsi in una società precostruita e falsa.

Passerà ancora qualche anno in cui diverse crisi lacereranno il concetto di "identità Americana", perchè gli alfieri della nuova musica inizino a fare capolino nel mondo del Rock e non a caso, lo faranno in una delle zone borghesi più decadute di Manhattan, che all'epoca divennero le più colpite dal randagismo e dalla marginalità deviante: la Bowery Street.

I primi a farsi avanti sono i Television di Tom Verlaine e Richard Hell che adottano il malfamato CBGB's quale punto d'appoggio per i loro spettacoli.
Cominciano a suonare a percentuale come "attrazione" del sabato sera e la cosa funziona: il genere è nuovo e stimolante e nessuno ha nulla da perderci, nè i musicisti nè i gestori.
La voce si sparge, la musica attecchisce e il CBGB's diventerà in breve il fulcro delle nuove tendenze alternative.
Quasi contemporaneamente, arrivano anche Patti Smith, gli Stilettoes
di Debbie Harry (futuri Blondie ) e dal Queens, i Ramones.
Il Punk moderno nasce esattamente da qui.

cbgb'sOltre al CBGB's, ci sono almeno altri tre locali dove trovano asilo e risonanza i nuovi trasgressori della scena musicale americana, e tutti collocati più o meno nella stessa area geografica: il Max's Kansas City, il Kenny's Castaways e poco prima, il Mercer Art Center (quartier generale delle New York Dolls) che però crolla nel 1973 destando fortunatamente più scalpore che vittime.

I nuovi gruppi che si esibiscono al CB's hanno una matrice sonora fortemente aggressiva ed un'estetica quantomeno bizzarra: le New York Dolls si travestono, i Television ostentano spille da balia, abiti laceri ed un aspetto malsano. La simpaticissima Patti Smith coniuga rock e poesia sul modello dei Fugs , Blondie è la ragazza dannata e seducente e i Ramones (ultimi arrivati, ma non in ordine di importanza) si fingono fratelli sulla falsariga delle street-gangs omologando l'aspetto musicale con un look che farà storia.
La musica è di una durezza spaventosa che antepone l'esorcismo della noia e dell'alienazione urbana ai tecnicismi ed alle raffinatezze stilistiche: niente assoli, tempi tiratissimi e molta fisicità.

john holstrom punkTuttavia, dopo quasi un anno e mezzo, questo movimento newyorkese non ha ancora un nome, neppure dopo l'enorme successo del "Rock festival" al CBGB'S.
A darglielo, ci penserà il grafico
John Holstrom che crea in suo onore una fanzine a fumetti per celebrarne le gesta e per seguire tutti gli spettacoli del movimento.
Il suo nome è, guarda caso, "PUNK!"

A questo punto sarebbe stato praticamente automatico associare il nome della neonata fanzine al nuovo movimento e ai suoi protagonisti, ma gli eventi prendono un'altra direzione.
Il termine "Punk" viene misteriosamente traslocato oltreoceano per diventare in breve tempo connotativo dell'esordiente subcultura inglese.

Il genio che riuscì a compiere questo epico trasloco fu
un tale Malcom Mc Laren, allora manager delle New York Dolls e gestore di un negozio di abbigliamento Mod in King's Road a Londra: il "Let it Rock".

sex let it rockSenza troppi complimenti, Mc Laren fiutò immediatamente le potenzialità del nuovo stile e, lasciate le Dolls al loro destino, importò in Inghilterra la moda Punk, la musica e il nome.
Il tutto con buona pace di Holstrom e dei suoi accoliti:
la wave americana dei Television e dei Ramones sarebbe diventata "Pre-Punk" e il Garage americano di lontana memoria sarebbe passato alla storia sotto il nome di "Proto-Punk".

In pochi mesi Mc Laren trasforma il "Let it Rock" in "Sex", mutandolo non solo in una boutique "bondage style" sullo stile estetico dei Television (spille da balia, abiti laceri ecc), ma annettendovi una piccola sala prove dove sarebbe nato il gruppo che avrebbe cambiato il mondo: i Sex Pistols.

Trainato sia dall'interesse musicale per la scena americana, sia dalla violenta crisi occupazionale inglese, il Punk britannico attecchisce in meno di sei mesi e il "Sex" diventa il fulcro della nuova onda che si sparge rapidamente non solo in tutta l'Inghilterra, ma nel mondo intero.

Il resto, è storia d'oggi.

VEDI ANCHE: 1975, Londra brucia

22 commenti :

Anonimo ha detto...

Il punk è stato il movimento musicale più democratico e rivoluzionario della storia. Pure nato dal popolo....Una subcultura che ha formato un movimento culturale. E c'è gente che dice che è stato il peggior momento musicale dagli anni 50 a oggi.... Mah!
(ofvalley)

taz ha detto...

Of...io lo condivido a metà il tuo pensiero...sicuramente come movimento culturale di rottura, un "reset" che la musica aveva bisogno per poi riscalare le note del rock...musicalmente nella mia ignoranza salvo solo i The Clash...e i Damned (poco punk)...il resto lo salvo solo come movimento culturale e poco musicale...Ma molto di più di quello che ha detto Morgan, secondo lui sono gli anni 80 quelli che hanno fatto la rivuluzione e non il punk(peccato perchè è un conoscitore di musica...)ciao

taz ha detto...

Dimenticavo...Io i Television...MC5...Lou...non li considero Punk..

J.J. JOHN ha detto...

Taz, è chiaro che una sintesi come la mia non può restituire la complessità della più grande rivoluzione musicale dopo il Rock'n'Roll. Ho solo spiegato le origini del termine e i suoi primi protagonisti.
Il resto della storia, abbracciò poi definizioni non sempre chiare e, a volte, davvero opinabili.
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Morgan deve parlare per se.
E' logico che chi è sempre andato al traino delle mode prediliga gli anni '80.
Questi però, ricordiamocelo, sono stati in massima parte un periodo di socialdemocrazia e di riflusso.
Chi vede in essi una rivoluzione, ha il dovere di spiegare il perchè.
E anche molto bene.

taz ha detto...

chiaro come il sole...con un po' di cresta...

URSUS ha detto...

Credo di poterne parlare con cognizione di causa,perchè l'ho vissuto dal di dentro(benchè il punk italiano ha avuto risvolti del tutto particolari,in verità)ma lo stile che è seguito al 1980 aveva ben poco a che fare col punk-rock dei tardi 70...non a caso NOI punks della prima ondata ce ne siamo distaccati,perchè era nella logica delle cose. Io penso che sia stato un momento importante,ma che doveva EVOLVERSI in altri modi,oppure si sarebbe chiuso in se stesso passando per l'ennesima fregatura,sterile e anacronistica:così è stato,da un lato con tutte le inutili nostalgie,fatte anche di un'estetica così eccessiva da non scandalizzare più nessuno(lo stile punk fa ormai parte delle sfilate di moda),mentre dall'altro alcuni(dico molto immodestamente come me,ad esempio)si sono sforzati di guardare oltre...io credo che abbia ragione TAZ quando parla di movimento culturale:in quello ci sono molti aspetti che sono rimasti vivi e genuini,ma rifare paro paro la stessa musica OGGI,con le stesse facce da rovinati,con gli sputi e i "fuck off" ormai di routine,trovo che non abbia alcun senso...questa è la mia modestissima opinione.

JJ JOHN ha detto...

Si, addirittura se ben ricordo, nel 1978 in Inghilterra c'erano già le prime sfilate di "Punk Fashion".
Qui a Milano c'era un gran bel movimento, almeno fino al 1989: prima al Virus di Via Correggio (zona ricchissima di villette e giardini) e poi al Leoncavallo di Via Leoncavallo da cui è passata tutta la crema del Punk e dell'Hardcore mondiale.
... eravamo giovani...
E io credo sia proprio l'Hardcore Punk che ha meglio mantenuto oggi i valori di allora.

URSUS ha detto...

Ma persino la neo-psichedelia,così come l'ho sempre intesa io perlomeno,potrebbe riproporre lo stesso spirito di provocazione e di rabbia...anche se musicalmente è uno stile molto più libero e variegato(proprio per questo lo amo)...nel caso del mio gruppo No strange non ci siamo mai limitati ad un "revival" e non ci è mai interessato piangere sugli allori di un passato troppo glorioso per essere imitato.
La stessa cultura può essere rivista oggi,ma verso altri orizzonti...in un espandersi della coscienza,come diceva Ginsberg,che passa sopra tutte le categorie,etichette e se ne strafrega delle mode.
Forse Hippye e punk erano lo stesso fenomeno,ma proiettato in tempi e spazi diversi...pian piano quegli spazi si stanno raggiungendo.

Anonimo ha detto...

Se sei di questo avviso, ti consiglio caldamente il libro "Zone temporaneamente autonome" di Hakim Bey.

http://www.shake.it/index.php?id=95&productID=156

e "La luna sotto casa del tuo amicone JJ.

http://www.shake.it/index.php?id=23&productID=163

URSUS ha detto...

OK,andrò a darci un'occhiata...tra l'altro la coniglioeditore pubblicherà in autunno un libro sulla neo-psichedelia italiana degli anni 80,scritto dal mio amico Roberto Calabrò.

piccic ha detto...

Morgan, mi spiace dirlo perché apprezzo determinate sue cose musicali (alcuni pezzi del suo primo disco solista e soprattutto "Zero" dei Bluvertigo) mi pare che abbia frainteso abbastanza la specificità degli anni 1980.

Certamente di cose "rivoluzionarie" ce ne sono, ma non in senso esterno o sociale, perché gli anni 1980 di questo sono proprio l'opposto: omologazione, stasi, noia sembrano prendere il posto della ribellione esterna del punk (penso a "60-70-80" dei Nomadi).
A me pare che la cosa sia stata esternata adeguatamente dai Disciplinatha nel bel pezzo "Ultima Fatica".

La rivoluzione in senso proprio degli anni 1980 è da cercare nel riposto, e nella raffinatezza dei testi ai quali spesso la presa più facile della musica ha impedito l'accesso.

piccic ha detto...

Dimenticavo una cosa: la no-wave newyorchese (da un lato) e i Suicide (dall'altro) come si collocano in relazione al punk pre-1977?

I Suicide fondamentalmente mi sembra che facciano del rock'n'roll "povero" e scabro con i sintetizzatori (ripreso in piena auto-denuncia dell'edonismo degli anni 1980 dai Sigue Sigue Sputnik), quindi mi sembra distante dal punk (anche se certamente ci sono elementi comuni).

J.J. JOHN ha detto...

I Suicide furono un classico del pre-punk che non ho mai citato abbastanza.
La loro concezione sinth-voce (anche se all'inizio il loro sinth era un semplice Farfisa) spiano' la strada agli anni '80 almeno cinque anni prima che cominciassero.
Davvero dei geni pur se troppo avanti coi tempi.
Credo che i Soft Cell ne abbiano attinto a piene mani.
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Della No-Wave non so molto. Posso dirti che all'epoca mi sembravano troppo intellettuali.
Ma è solo una mia percezione.
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Morgan è un musicista intelligente ma è allo stesso tempo un servo delle multinazionali.
Spesso, non è neppure dignitoso.
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Gli anni '80 sono stati principalmente la mercificazione di un "desiderio di rivalsa rispetto a una crisi passata",
ma, come vediamo oggi, quei lustrini non riuscirono a seppellire i bisogni reali.

All'epoca solo pochi seppero mantenere una linea critica rispetto al neo-liberismo i ed è lì che, secondo me, va cercato il vero valore di quegli anni.

piccic ha detto...

Che bella analisi! Dunque i Suicide in qualche modo il punk lo "scansano", pur essendo vicini. Giusto, perché no?

Sulla no-wave forse non hai tutti i torti, anche se faccio fatica a considerare i Nervous Gender "intellettuali" (il testo di "Cardinal Newman" è imbarazzante).
Sugli altri, a parte Foetus che conosco un pochino, sono piuttosto ignorante anch’io.

Su Morgan condivido: anche se gli sono incidentalmente debitore del mio accesso definitivo alla musica italiana, ultimamente mi ha deluso davvero molto.

Sugli anni ottanta hai perfettamente ragione: a favore dei Sigue Sigue Sputnik posso dire che già nel 1986 si prendevano in giro da soli affermando di ”poter durare almeno 5 anni”, e che d’altro canto cercarono subito un approccio un po’ più sostanzioso con il secondo (brutto) album, cercando di realizzare un video artistico con “Dancerama”.

J.J. JOHN ha detto...

Ecco, posso dirti questo: per me gli anni '80 sono stati inizialmente i Joy Division.
Pensa che mi persi il loro ultimo concerto perchè avevo la febbre alta.
Mi dissi "pazienza, andrò a vederli quando saranno più a tiro" (vivevo a Colchester).
Inutile dire come ci rimasi quando seppi di Ian.

Anonimo ha detto...

Davvero un'analisi lucida quella che hai fatto sulle origini del punk complimenti !

e dell'hardcore/hardcore punk cosa ne pensi ?

secondo me fu proprio il movimento hardcore americano la vera rivoluzione degli anni 80 (ho visto che si parlava di questo nei commenti)

non solo a livello ideologico facevano molta più paura dei vari punk e punk revival degli anni 80, ma anche dal punto di vista musicale la musica dei vari bad brains minor threat adolescents ecc. rappresentò un punto di svolta e di partenza per molti altri generi, tanto che generalizzando un po' (forse troppo) se si appesantisce ancora l'hc diventa metal (i primi Metallica sono un esempio lampante) e se si allegerisce "rock alternativo" (un calderone che secondo me non vuol dire niente, però ad esempio gli Slint hanno iniziato con l'hardcore).

anche in italia gli anni d'oro del punk-hardcore sono indiscutibilmente gli anni 80, con i gruppi come negazione, declino, blue vomit, wretched, nerorgasmo, kina (i miei preferiti) ecc.

io non ho vissuto quegli anni quindi chiedo a te, l'hardcore potrebbe essere considerato un punto di svolta della musica alternativa degli eighties ?

piccic ha detto...

@Anonimo: Posso chiederti cosa intendi con "alternativa"? Adesso è diventato un termine talmente abusato che non ci si può più intendere sul suo significato, anche se capisco che lo usi in contesto, e quindi mi pare di cogliere il senso: "capace di influenzare gli sviluppi successivi".

Riallacciandomi al discorso "embrionale" fatto con John, da "new waver" continuo a vedere l'uso dell'elettronica e la sua integrazione nella forma canzone, come una cosa non strettamente "tecnica".
Penso a gruppi come OMD, o agli Stranglers da Raven in poi, e naturalmente alla musica industriale.

Se si pensa che gli Human League degli inizi non avevano alcuna formazione musicale, e si fondano appunto su questa ricerca legata a mezzi diversi dalla strumentazione tradizionale, mi pare un confronto interessante.
(naturalmente non vanno considerati gli Human League successivi alla separazione, che constavano del solo Oakley e delle due fanciulle, e nemmeno i BEF e gli Heaven 17).

piccic ha detto...

Ho lasciata implicita la mia proposta parallela: ovvero del cercare l'aspetto dell'innovazione anche nell’elemento dell'elettronica e nella riflessione che questa porta sull'uso della tecnologia (culturalmente, certo, non solo musicalmente: io musicalmente non so una mazza…) :-)

JJ John ha detto...

@ anonimo.
Sull'hard-core americano non so molto, ma quello italiano l'ho vissuto in pieno nel periodo punx con cui il nostro hc era strettamente imparentato. Ricordo benissimo i concerti di Wretched e dei Crash Box. Mamma che casino!
Però all'epoca ero troppo sfatto e spensierato per avere un'opinione :-)
Certo è che i fratelli hardcore sono rimasti, i Punx, un po' meno.

piccic ha detto...

Ma cosa sono i "punx"? È una variante del termine, o indica il punk italiano, quello degli anni 1980 che dicevate?
(perché vedo che distingui tra punk e hardcore).

Anonimo ha detto...

Molto in sintesi: i Punx erano i Punks Anarchici. Il movimento più autenticamente Punk che sia esistito in Italia.

UGO ha detto...

NEVER MIND THE BOLLOCKS è LA BIBBIA DEL PUNK INGLESE E IL LORO "NO FUTURE"è QUANTOMAI ATTUALISSIMO MENTRE LA BIBBIA AMERICANA DEL PUNK è IL DISCO DEI GERMS G.I.COL SUO IDOLO DERBY CRASH PREMATURAMENTE SCOMPARSO MENTRE GLI INTELLETTUALI DEL PUNK POST PUNK RESTANO I JOY DIVISION COL LORO PUNK IPNOTICO.GOD SAVE JOHN FROM FASCIST REGIME AAAAHHHHHHH!!!IL SOLITO UGO.CIAO JOOOOOOOOHNNN!